Don Juan affermò che per vedere si deve prima fermare il mondo. L’intento è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire.
La magia è dunque l’abilità di usare campi di energia non necessari per la percezione del mondo di tutti i giorni, che noi conosciamo.
Carlos Castaneda
Lo sciamanesimo costituisce uno dei temi più controversi del panorama religioso contemporaneo.
Sebbene la sua origine centro-asiatica lo caratterizzi come fenomeno culturalmente e storicamente distante, il termine indica ormai figure, credenze e pratiche dai contorni estremamente fluidi.
Lo sciamanesimo ha molte facce. Nel nostro continente e nell’area mediterranea è diffuso fra gli antichi scandinavi, i Celti, e anche fra gli Egizi, i Greci e i Romani.
Nato nelle regioni settentrionali eurasiatiche, esso trae origine da una tendenza animista radicata nell’uomo.
Lo sciamano è il tramite tra gli uomini e gli spiriti: in stato di trance, riceve i responsi dagli dei, guarisce i malati e accompagna nell’aldilà i moribondi. Lo sciamano è un mago, un medicine-man, il quale ha capacità di guarire e di operare miracoli fachirici, come tutti i maghi primitivi o moderni.
In ogni sua operazione è predominante l’esperienza estatica, ed è soprattutto in questo senso che l’autore lo studia in quest’opera.
Lo sciamanismo corrisponde ad una specialità magica che implica il dominio del fuoco, il volo magico, e così via; pertanto, pur essendo ogni sciamano, fra l’altro, un mago, non ogni mago può essere qualificato come sciamano.
Lo stesso vale per le guarigioni: ogni medicine-man è un guaritore, ma ogni sciamano utilizza una sua tecnica particolare.
Nell’estasi, infine, lo sciamano attraversa una trance durante la quale si ritiene che la sua anima possa lasciare il corpo per intraprendere ascensioni celesti o discese infernali.
Nei suoi rapporti con gli “spiriti”, poi, riesce a comunicare con i morti, con i demoni e con gli “spiriti di natura”, senza per questo trasformarsi in loro strumento.
Il percorso sciamanico può essere praticato da chiunque e in qualunque luogo ci si trovi: tutti noi possiamo utilizzare queste potenti tecniche per la nostra guarigione e la crescita spirituale.
Lo sciamanesimo contemporaneo, come quello della maggior parte delle culture tribali, utilizza un suono monotono e percussivo per indurre uno stato alterato di coscienza.
Stiamo parlando del famoso tamburo sciamanico e dei sonagli talvolta a esso associati, che, grazie alla stimolazione ritmica, favoriscono la produzione di onde cerebrali theta, in grado di influenzare l’attività elettrica in varie aree sensoriali e motorie del cervello.
Oggi stiamo assistendo ad una rinascita di questi rituali sciamanici nelle pratiche legate al benessere. Migliaia di persone, negli Stati Uniti e altrove hanno intrapreso la pratica dello sciamanesimo e l’hanno introdotta nella loro vita quotidiana.
In particolare, coloro che cercano nuove soluzioni ai propri problemi di salute, siano essi fisici, mentali o emotivi.
Lo sciamanesimo moderno è una sorta di “ecologia spirituale”: in questi tempi di crisi ambientale globale, fornisce un elemento che manca alla maggior parte delle principali religioni antropocentriche: il rispetto per il pianeta e per gli altri esseri che lo popolano, nonché la comunicazione spirituale con questi ultimi.
Più concretamente, lo sciamanesimo mira a ripristinare i poteri benefici e vitali di ogni organismo. Vari sono i rituali che si possono seguire per passare dallo stato di coscienza ordinario a quello sciamanico.
Per esempio, al suono di un tamburo, reale o registrato, si visualizza l’ingresso di una caverna, dove si entra per accedere al mondo sottostante, riemergendo, quindi, in un altro universo, dove un messaggio, spesso di guarigione o di chiaroveggenza, deve esserci consegnato.
Ma, oltre alle cerimonie in senso stretto, ci sono pratiche eseguibili quotidianamente per introdurre i benefici dello sciamanesimo nella propria vita.
L’aspetto più interessante del credo sciamanico è che, pur non essendo una religione ma solo un concetto sociale legato al sacro, si è sviluppato in ogni parte del mondo con aspetti pressoché identici.
Per coglierlo, basti pensare agli sciamani raffigurati con corna e pelli di animali presenti nei dipinti rupestri di Altamira, Spagna, o di Trois-Frères, Francia, o agli scritti di Carlos Castaneda, che descrivono le pratiche sciamaniche in America Latina.
In Occidente siamo soliti considerare lo sciamano come una sorta di “uomo – medicina”, ma in Mongolia ed in Siberia non è solo questo, poiché in tale campo esistono già diverse figure specializzate.
Lo sciamano è il vero conoscitore del mondo degli spiriti o, se si preferisce, delle energie, ed è colui che per la sua comunità è preposto al mantenimento e all’eventuale riassestamento dell’equilibrio.
Durante i suoi cerimoniali, lo sciamano mongolo – siberiano indossa un abito speciale cucito espressamente per lui, dove abbonda un’enorme quantità di oggetti metallici appesi, strisce di tessuto colorato, piume d’uccello, ossa e pelli di animali.
Questi orpelli stanno a simboleggiare gli animali o gli elementi della natura nei quali egli, durante il suo volo estatico, deve trasformarsi per raggiungere agevolmente il Mondo Superiore o, all’evenienza, quello Inferiore!
Lo sciamanesimo è una sorta di credo animistico, che concepisce ogni essere della natura come possessore di un’anima o di uno spirito con numerosi significati e caratteri.
La differenza tra anima e spirito sta nel fatto che solo l’essere umano possiede la prima, mentre il secondo può essere legato ad un vasto spettro di fenomeni.
Nell’animismo sciamanico si crede che le anime esistano indipendentemente dal corpo e che siano in grado di “volare” in altri mondi, vale a dire l’anima può compiere “viaggi” fuori del corpo per incontrare le anime di amici e parenti defunti o altre entità!
Gli spiriti sono presenti in ogni cosa ed ovunque, sia sul nostro pianeta che su altri corpi celesti. Anche gli animali e le piante hanno uno spirito ed il compito degli uomini, con l’aiuto degli sciamani, è quello di tutelare il giusto bilanciamento tra tutti questi elementi.
È essenziale osservare un corretto stile di vita rispettando tutti gli elementi della natura; in questo modo il mondo manterrà il proprio equilibrio e questo potenzierà il nostro potere psichico.
Facendo un passo indietro, è opportuno ricordare che lo sciamanesimo “primitivo” è un fenomeno magico – religioso che, originatosi nei territori dell’Asia centro-settentrionale e praticato presso i popoli artici, paleosiberiani ed uralo-altaici, si è diffuso, per migrazioni attraverso lo stretto di Bering, in tutta l’America settentrionale e meridionale, oltre che in molte zone dell’Asia meridionale e orientale e in Australia.
Alcuni ritrovamenti archeologici fanno addirittura risalire la comparsa dei primi fenomeni sciamanici alle culture di cacciatori e di raccoglitori del Paleolitico superiore.
Presso i popoli primitivi la malattia non era considerata quale condizione patologica attribuibile a disfunzionalità di uno o più organi o apparati, ma quale punizione divina per una colpa o per un maleficio operato dagli spiriti maligni.
In molti casi, dunque, la terapia non poteva essere solo “medico – scientifica” e il medico non poteva essere solo un “operatore sanitario”, ma anche qualcuno in grado di intercedere con l’Aldilà.
L’uomo, infatti, si era reso conto che malattia e morte non erano da lui dominabili né procrastinabili, per cui, al fine di non essere sopraffatto dall’imprevedibilità della natura, le riteneva dovute a forze superiori, invisibili e maligne.
Ecco che pensò, allora, di rivolgersi ad altre potenze soprannaturali, benigne stavolta, che potessero contrastare le prime, talché malattia e morte furono interpretate come il risultato della lotta fra gli spiriti del male e del bene.
Da qui la necessità di avere medici – maghi, fra cui gli sciamani, che potessero comunicare con le forze sovrannaturali, di disporre di tabù e di totem e di seguire pratiche religiose per trovare difesa o almeno conforto nel male.
Lo sciamano può essere considerato una forma arcaica di medico e di psicologo, perché dal suo operato dipendevano l’integrità fisica e psichica dei membri del clan.
Egli rappresentava il garante della sopravvivenza e della continuità storica della comunità, colui che poteva, grazie alle sue pratiche magiche, “salvare” la comunità dal rischio di smarrimento e di disperazione ogni qual volta gli eventi naturali calamitosi, le malattie, i pericoli inaspettati minavano le basi dell’esistenza.
Tutti abbiamo lo spirito di un animale che ci accompagna. È come la nostra anima. Non tutti incontrano il proprio animale, solo i grandi guerrieri e gli sciamani […].
Isabel Allende
Autore Massimo Frenda
Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.