In scena dal 25 al 27 maggio a Napoli
Riceviamo e pubblichiamo.
Il 25 e 26 maggio, ore 21:00, e il 27 maggio, ore 18:00, presso il Nouveau Théâtre de Poche di Napoli andrà in scena lo spettacolo ‘La riunificazione delle due Coree’ di Joël Pommerat, adattamento e regia Lorena Leone, assistente alla regia Fabio Palliola,
con Annalourdes Auciello, Federica Cinque, Luca Cotugno, Giuseppe Fedele, Marica Ferone, Alessia Lamoglia, Fabio Palliola, Antonio Polese, Claudia Scuro, Francesca Somma, Salvatore Testa, Francesca Vico.
Note di regia
Questo lavoro è il frutto di uno studio evolutosi nel corso di un anno di laboratorio. Nasce, come tutto quello che ha a che fare col Théâtre de Poche, dalla passione, dalla volontà e dal coraggio. Forse dall’abnegazione. Sicuramente dall’ostinazione e dall’infinita dedizione. La mia, ma soprattutto quella di questo variopinto gruppo di ragazzi che non si limitano a fare il corso di teatro. Abitano questo spazio, lo usano, lo curano, ci sudano, si divertono e si arrabbiano, crescono, imparano, costruiscono relazioni, ci sedimentano i loro sogni, insomma, lo vivono. Perché un teatro, così come una casa, non è solo un posto dove stare o fare cose. È identità.In relazione a quest’operazione, la mia prima vera esperienza di direzione teatrale, ho sempre detto ai miei ragazzi: “Questa cosa esiste perché esistete voi”. Ed è così.
Non sarebbe mai nata senza di loro, non sarebbe stato sufficiente l’amore che provo per questo testo che io, a mia volta, ho conosciuto grazie ad uno studio laboratoriale.Siamo partiti dal lavoro sul corpo, sull’ascolto, sullo stare in scena in relazione allo spazio e agli altri, al silenzio e alla parola, al muoversi e allo stare fermi. Abbiamo proceduto integrando elementi testuali estrapolati, appunto, dal testo di Pommerat ‘La riunificazione delle due Coree’.
Quest’integrazione si è fusa, in seguito, col desiderio di conoscere, indagare e analizzare sempre più minuziosamente i “quadri” che compongono il testo, confrontandoci, dibattendo su questo o quell’altro senso, sulle infinite possibilità delle parole, sull’arbitrarietà presunta di concetti, modelli, stereotipi. La parola che risultava inglobare e riassumere tutti gli elementi di ciascuna analisi era sempre la stessa: “ambiguità”.
Ciò che mi ha da subito affascinato di questo testo teatrale è la capacità di indagare il tema dell’amore in modo onesto, senza preconcetti, senza filtri, senza soluzioni preconfezionate.
L’amore, sì, questa cosa che pare abbia metaforicamente sede in un organo preciso ma che trova poi infinite vie periferiche dove pulsare. Questa spinta ad andare e a tornare, a muoversi anche col rischio di deragliare, oppure a fermarsi come in un “… puerile sogno di tregua…” Passi ansimanti e incessanti che a volte inciampano nell’illusione di una sosta, percorsi che pare conducano verso un unico obiettivo che non è tanto l’amore ma piuttosto l’idea che questo possa bastarci.
Ma poi… Quale amore? Per chi, per cosa? A volte basta, a volte no; spesso il compromesso è troppo grande per poterci convivere; altre volte, invece, si può fare.
Allora qual è la risposta? Chi ha ragione e chi ha torto? In quale scrigno è custodita la verità? Esistono, forse, verità più “vere” di altre verità oppure lo sono tutte? E alla fine, si tratta davvero di questo?Io non lo so… E allora avanti marche! Tutto intorno l’infinito mondo delle scelte possibili…
Godiamoci il viaggio, se non altro, quello che il teatro ogni volta ci regala.
Lorena Leone
Per info, costi e prenotazioni:
081-5490928 – 331-2332302
theatre.depoche@libero.it
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Ci trovi a Napoli in Via Salvatore Tommasi, 15.