Nel vortice della vita moderna, l’essere umano si trova spesso a confrontarsi con l’apparente assenza di significato dell’esistenza.
Eppure, proprio in questo vuoto, si cela forse la più grande opportunità di crescita spirituale.
La cultura popolare, attraverso la musica, ha saputo cogliere questa tensione esistenziale.
Voglio trovare un senso a questa vita
anche se questa vita un senso non ce l’ha.
I versi appena citati, tratti dalla celebre canzone ‘Un senso’ di Vasco Rossi, frutto di una collaborazione fra Vasco Rossi, Saverio Grandi e Gaetano Curreri, risuonano come un mantra esistenziale di intere generazioni.
Ma c’è di più: questa ricerca, apparentemente “disperata”, è involontariamente simile al cammino iniziatico di cui parlava Georges Ivanovič Gurdjieff.
L’iniziato armeno sosteneva che l’anima non fosse un dono innato, bensì una conquista. Un’opera d’arte interiore da scolpire e scoprire giorno dopo giorno, per uscire dalla meccanicità della macchina umana.
In questo senso, il desiderio di trovare un significato diventa esso stesso il significato, in un paradosso che unisce l’esoterismo alla canzone d’autore italiana.
Nell’era della frenesia digitale e del consumismo sfrenato, forse è proprio questa ricerca a distinguere l’uomo consapevole dalla massa. Una ricerca che, come sosteneva Gurdjieff, richiede sforzo, disciplina e una costante lotta contro l’automatismo della vita quotidiana.
Il sociologo Zygmunt Bauman ha definito la nostra epoca come “modernità liquida”, caratterizzata dalla fluidità dei rapporti e dalla precarietà esistenziale.
In tale contesto, la costruzione dell’anima di cui parlava Gurdjieff assume un valore ancora più profondo. Diventa un’ancora di salvezza, un punto fermo in un mare di incertezze.
Ma come si costruisce un’anima?
Secondo le tradizioni esoteriche, il processo inizia con la consapevolezza. L’uomo “addormentato”, direbbe Gurdjieff, vive in uno stato di sonno ipnotico, reagendo meccanicamente agli stimoli esterni. Il risveglio, la presa di coscienza di sé, è il primo passo verso la costruzione dell’anima e la vera libertà.
Questo concetto trova eco nella psicologia moderna. Carl Gustav Jung parlava di individuazione, il processo attraverso il quale l’individuo diventa ciò che è veramente. Un percorso non dissimile dalla costruzione dell’anima di Gurdjieff, che richiede l’integrazione delle diverse parti del sé.
La ricerca di senso, quindi, non è un mero esercizio intellettuale. È una pratica esistenziale, un modo di vivere. Come nella canzone, è il desiderio stesso di trovare un senso che dà senso alla vita. È nell’atto di cercare che si trova, paradossalmente, ciò che si cerca.
Tale approccio ha profonde implicazioni sociologiche. In una società sempre più frammentata e individualista, la ricerca di senso può diventare un nuovo collante sociale. Non più basato su dogmi o ideologie, ma su una comune ricerca spirituale, rispettosa delle differenze individuali.
L’esoterismo, spesso relegato ai margini della cultura mainstream, offre in questo contesto strumenti preziosi. Le pratiche meditative, lo studio dei simboli, l’esplorazione guidata dell’inconscio, inteso alla lettera come “non-conosciuto”, sono tutte vie che possono condurre alla costruzione dell’anima, al risveglio della coscienza.
La ricerca di senso in un mondo apparentemente privo di significato non è un’impresa disperata. È, al contrario, il più nobile degli sforzi umani.
Come cantava il rocker, è nel voler trovare un senso che si trova il senso stesso dell’esistenza. E in questo processo, forse, si costruisce quell’anima di cui parlava Gurdjieff.
La sfida, per l’uomo contemporaneo, è mantenere viva questa ricerca nel frastuono della vita quotidiana. È resistere alla tentazione dell’apatia, del cinismo, dell’indifferenza. È continuare a cercare, a costruire, a divenire.
Perché, in fondo, siamo tutti opere d’arte incompiute, in costante divenire. E il senso della vita, forse, sta proprio in questo eterno processo di creazione di sé.
Autore Raffaele Mazzei
Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.
- Web |
- More Posts(78)