Sophia: la napoletana per sempre
Non sempre, ma quando capita, la “storia” ti stringe a sé, mostrandoti tutta la sua originaria e straordinaria bellezza. Questo è quanto ho vissuto ieri mattina, 9 luglio, nel ritrovarmi a pochi metri da una delle donne più conosciute del pianeta e che ha contribuito con il proprio talento e l’eleganza del suo fascino genuino, a fare la storia del cinema. Un sabato mattina fuori della norma, quello trascorso nel cortile del Maschio Angioino, dove il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha conferito la cittadinanza onoraria a Sophia Loren.
Presenti alla cerimonia, gli stilisti Stefano Dolce e Domenico Gabbana.
Dopo il discorso di overture dell’Assessore Daniele, che ha sintetizzato i momenti più salienti della vita professionale della Loren, è stata la volta del dr. de Magistris.
Il sindaco partenopeo ha utilizzato parole di pieno fervore nei confronti della Loren che ha definito “mente, corpo e cuore di Napoli”: parole che hanno acceso entusiasmo tra le centinaia di persone presenti alla cerimonia.
La signora Loren era seduta su di una poltroncina bianca e, nell’udire nel discorso di de Magistris, i nomi degli attori con cui aveva lavorato nel corso della sua sfavillante carriera, da Totò a Vittorio De Sica, da Mastroianni a Luca De Filippo, socchiudeva gli occhi dietro i suoi occhiali scuri e, accennando commozione sul suo volto straordinariamente carismatico, trasmetteva alla platea la genuinità dei suoi sentimenti verso quegli uomini che l’avevano resa nel tempo ciò che è oggi: un’attrice internazionale, amata e conosciuta in tutto il mondo.
Nel suo discorso, il sindaco di Napoli ha ripetutamente detto:
Sophia è riuscita ad entrare nella storia di tutti, ha attraversato le generazioni, ed è diventata la storia di tutti!
Dopo tanta meritata riconoscenza per il suo valore artistico, alla Loren è stata data la parola.
Fra i ringraziamenti istituzionali e l’apprezzamento ironico alle fattezze del sindaco, definendolo “bellu uaglione”, la diva è andata diretta e spedita al cuore del suo discorso.
Ha ricordato la sua infanzia, la sua adolescenza vissuta tra le strade di Napoli e soprattutto
nella mia Pozzuoli che porto sempre dentro di me.
È stato nel proferire queste parole, che l’attrice è rimasta in silenzio, trattenendo le lacrime per la forte commozione, ricordando il proprio passato quando non era ancora “un nome”.
In quel momento ha mostrato tutta la sua fragilità di donna, ma, al contempo, ha dato modo di “rivelare” il punto di forza da cui è partita e a cui è ritornata consapevolmente.
Ha “mostrato”, in quei “secondi di silenzio”, gli strappi del cuore che si porta dentro da sempre e che, probabilmente, non ha mai voluto ricucire.
La genuinità e la verità di quegl’istanti me li porterò dentro per sempre: sembrava quasi che il tempo si fosse fermato in quel cortile e che tutti i presenti fossero coinvolti nell’abbraccio amorevole di una donna, che nella maturità degli anni, stava offrendo al mondo frammenti reali di sé, del suo cuore, della propria storia.
Al di là di premi internazionali, alti riconoscimenti, kilometri e kilometri di pellicola girati nel corso di un’intera vita, la Loren ha mostrato la parte più sincera e reale di sé: quella di una bambina che si affaccia all’adolescenza avvolta dal mare della sua amata Pozzuoli.
Ha ammesso di venire spesso nei suoi luoghi di origine, ma “zittu zittu”.
Il suo sguardo, maturo e consapevole, brillava ancora di fanciullezza nel ricordare le proprie origini partenopee.
La “ragazza di Pozzuoli”, diventata oggi “napoletana per sempre”, ha lasciato il palco portando con sé un fascio bellissimo di rose rosse donatole dall’Amministrazione; e, fra gli assordanti applausi, nel salutare la platea alzando la mano sinistra, quella del “cuore”, sorrideva al mondo, portandosi via un nuovo “momento di sé”, da annoverare per sempre nel giardino dei suoi ricordi.
Foto Ufficio Stampa Comune di Napoli.
Autore Antonio Masullo
Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".