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La Porta d’autunno: tra stelle e mito

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Immagine ispirata a una Pinakes, tavoletta votiva raffigurante Ade e Persefone – disegno di Daniela La Cava
Immagine ispirata a una Pinakes, tavoletta votiva raffigurante Ade e Persefone - disegno di Daniela La Cava


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Gli ultimi rintocchi delle calde ore d’estate cedono il loro scorrere ai freschi tremori d’autunno, colorando lentamente le verdi foglie di calde tinte ambrate.

I raggi luminosi che, implacabili, precipitavano quasi perpendicolari sulla superficie nell’Emisfero boreale, artefici degli assolati pomeriggi afosi, iniziano ad inclinarsi, come in un timido inchino, rendendo il calore meno diretto e più piacevole.

Ma se è possibile stabilire le stagioni dai colori e dalle temperature, in che modo avviene il passaggio ufficiale o, meglio, astrale tra una stagione e l’altra?

Questo straordinario cambiamento si verifica nel momento in cui i raggi, che in estate ricadono perpendicolari solo lungo il Tropico del Cancro quando il sole è al suo Zenith, pian piano iniziano ad inclinarsi mantenendo una posizione verticale solo in corrispondenza dell’Equatore. È in questo momento esatto in cui si spalanca la Porta d’autunno!

In termini scientifici, le stagioni si dividono in Equinozi e in Solstizi: scopriamo le differenze!

Per Equinozio, aequinoctium in latino, si intende il giorno in cui si verifica una ‘Equa Notte’, cioè un’equa durata delle ore di luce e di buio. Questo fenomeno si verifica soltanto in due occasioni durante tutto l’anno solare: nel passaggio tra l’estate e l’autunno, chiamato appunto Equinozio d’autunno, e nel passaggio tra l’inverno e la primavera, il più conosciuto e celebrato Equinozio di primavera, eventi astrali in cui si alternano 12 ore di luce e 12 ore di buio.

Diversamente i Solstizi, dal latino solstitium, rappresentano l’apice delle ore di luce e di oscurità e si verificano, rispettivamente, nel passaggio della stagione autunnale e quella invernale chiamato Solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, e nel passaggio tra la primavera e l’estate conosciuta come il Solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno, quando le ore di luce arrivano alla loro massima estensione.

Ma torniamo agli equinozi: il 22 settembre 2024 si spalancherà la metaforica Porta d’autunno, una fase cruciale per il rinnovo del ciclo della natura che, in ogni tempo, ha sempre mantenuto una condizione sacra nella sua ritualità.

Il mito più conosciuto associato alle stagioni è sicuramente quello attribuito a Demetra, la Magna Mater, divinità greca legata al ciclo agreste. Secondo questa narrazione, le stagioni, un tempo fertili e feconde tutto l’anno, subirono d’improvviso un radicale cambiamento dovuto all’ira di Demetra, causata dalla scomparsa dell’adorata figlia Persefone.

La leggenda, nota come ‘Il Ratto di Persefone’ o ‘Il Ratto di Kore’, racconta che la divina fanciulla, mentre era intenta a raccogliere fiori in compagnia delle ninfe, venne rapita dal dio dell’oltretomba che la condusse nel regno dei defunti come sua sposa.

Questo atto da parte del dio, ‘autorizzato dal fratello Zeus’ avvenne in modo imprevedibile. La giovane e splendida dea vide sbocciare un bellissimo fiore di narciso e si avvicinò ad osservarlo con l’ingenua spensieratezza della sua età; ma, improvvisamente, una voragine nel terreno si aprì e il tremendo dio dalla chioma scura emerse dalle profondità della terra con il suo cocchio divino per rapire la fanciulla e trascinarla con sé, incurante dei suoi pianti, delle suppliche e delle urla di paura.

Solo dopo giorni di disperata ricerca, la dea scopre del tradimento ordito dai fratelli Zeus e Ade e, in preda al più cupo sconforto, abbandona il seggio divino insieme alle messi, impedendo alla terra di germogliare.

La scomparsa della figlia ebbe effetti catastrofici, poiché senza l’intervento della dea, la terra non poteva produrre nulla e ciò avrebbe prodotto non solo carestie, ma in breve tempo avrebbe causato l’estinzione del genere umano.

Di fronte a questa calamità, Zeus è costretto a intervenire, obbligando Ade a ridare la nipote alla madre ma egli, astutamente, offrì alla fanciulla un chicco di melograno, che ingenuamente la fanciulla accettò, suggellando così un patto che la obbligava a dimorare nell’aldilà. Con questo espediente Ade impedisce alla sua diletta sposa di abbandonare definitivamente la sua dimora, obbligandola a ritornare per sei mesi l’anno.

Il ritorno sulla terra di Persefone viene accolto con un trionfo di vita tra fiori, frutti e tutto ciò che la terra poteva offrire, periodo dell’anno identificato con la primavera e l’estate quando la natura si risveglia da un lungo letargo.

L’autunno, invece, viene associato al ritorno di Persefone nel regno di Ade, quando la natura cessa di far sbocciare i frutti e il terreno è privo di spighe e prodotti della terra, che si rinnoveranno solo in primavera con il ritorno della giovane e diletta dea.

Autore Daniela La Cava

Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".