No alle contromanifestazioni che mettono a ferro e fuoco quartieri e città, come Milano alla vigilia di Expo
Al bando le contromanifestazioni irregolari che danneggiano i cortei di protesta e le manifestazioni autorizzate dalla Questura. O addirittura finiscono per violentare interi quartieri, così come è accaduto a Milano alla vigilia dell’EXPO per mano delle frange estremiste dei Black Bloc.
È quanto viene reclamato dalla petizione su CitizenGo che, promossa da Angelo Mandelli, un giovane come tanti molto attivo nel volontariato sociale, recita:
Quando alcuni gruppi o associazioni pretendono di esercitare il loro diritto costituzionale a esprimere pubblicamente le loro idee, altri gruppi contrapposti organizzano adunanze nello stesso luogo e nello stesso tempo, col chiaro intento di impedire, sabotare e disturbare le manifestazioni altrui. I manifestanti si trovano pertanto di fronte, a pochi metri di distanza, personaggi che nel migliore dei casi lanciano urla, invettive, provocazioni di ogni genere. Talvolta però possono diventare anche insulti, minacce e tentativi di aggressione, mettendo a rischio l’incolumità stessa non solo dei cortei ma anche dell’ambito territoriale in cui vanno in scena. I manifestanti si trovano allora costretti ad essere protetti dalle autorità pubbliche.
In questo senso, è intervenuto anche Lorenzo Annoni, del partito CDU, sezione Milano:
È ipocrita affermare che le contromanifestazioni non inibiscono il diritto a manifestare di coloro che vengono attaccati. Perché quest’ultimo, per essere correttamente esercitato, dovrebbe compiersi in regime di sicurezza e senza subire disturbi, molestie, intimidazioni e provocazioni di alcun genere. La democrazia è un bene molto delicato e richiede un clima favorevole. Basta poco per distruggerla. Tanto più sono distruttivi della democrazia i metodi dei “contromanifestanti” di professione.
Infatti basta pensare che le contromanifestazioni hanno anche l’effetto implicito di costituire un pesante deterrente per la partecipazione democratica. Molte persone, benché intenzionate a scendere in piazza per sostenere le loro idee, non sono disposte a imbattersi in un clima di ostilità e di pericolo. O anche solo a esporsi al rischio di insulti e provocazioni.
Quindi appare più che logica la richiesta che a questi contromanifestanti, che in alcune occasioni si macchiano di crimini efferati, non debba essere concessa alcuna attenuante. Serve un intervento deciso che risolva il problema alla radice. Affinché tutti i cittadini vengano protetti e garantiti nel loro basilare diritto costituzionale, a manifestare le loro idee in un clima di serenità e sicurezza.
Autore Giuseppina Iuliano
Giuseppina Iuliano, giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', esperta di relazioni pubbliche, marketing e comunicazione sociale.