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‘La paura siCura’ all’Asilo Filangieri

'La paura siCura'


Il 31 gennaio a Napoli proiezione documentario

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 31 gennaio, dalle ore 20:30, presso l’Asilo Filangieri di Napoli ci sarà un dibattito e la proiezione del documentario ‘La paura siCura’, diretto da Vacis che racconta e interpreta le paure del presente attraverso la raccolta di storie personali capaci di agganciare sentimenti collettivi e generali.

Il progetto de ‘La paura siCura’, promosso dal Forum Italiano per la Sicurezza Urbana in coproduzione con il Centro Internazionale di ricerca teatrale Inteatro, ha costruito idealmente e materialmente un viaggio in Italia attraverso sei laboratori teatrali in altrettante città del Paese: Catania, Genova, Montegranaro, Ravenna, Schio, Settimo Torinese.

Ciò ha permesso di verificare le paure nei diversi contesti, per le diverse età dei soggetti coinvolti, in riferimento alle diverse criticità che venivano affrontate: da quelle più intime, esistenziali e adolescenziali di tanti ragazzi; a quelle derivanti dai mutamenti che le nostre città grandi, medie e piccole hanno affrontato in questi anni; a quelle, drammatiche, del degrado e della criminalità diffusa e organizzata.

Spiega Vacis:

La paura non è sempre oggettiva. Tutto quello che non comprendiamo ci fa paura. È il nostro istinto di sopravvivenza che crea la paura. La paura è un sentimento essenziale che ci protegge, ma se supera certi limiti ci invade e ci imprigiona.

Un giro d’Italia in 6 tappe, da nord a sud, quello del regista Gabriele Vacis, per raccontare storie di paura e di coraggio. Un dialogo intimo con bambini, giovani, adulti, anziani che si fa universale perché riguarda ognuno di noi.

Gabriele Vacis curerà inoltre il laboratorio, che si terrà venerdì pomeriggio e sabato, sempre negli spazi dell’ex Asilo Filangieri rivolto ai giovani del Laboratorio Territoriale delle Arti e agli studenti dell’Istituto ‘Aldo Moro’ di Ponticelli.

Il laboratorio, denominato STARE, è dedicato alla consapevolezza in scena e nel quotidiano e, come dichiara Vacis:

Oggi c’è molta più gente che fa teatro, che danza, di quanta non vada a vederli teatro e danza. Accade quindi che molti artisti non percepiscano più l’azione sociale come un dovere civile o una benevola elargizione.

Il coinvolgimento del cittadino, della persona, nel lavoro artistico è ormai la poetica di molti attori, drammaturghi, registi.

Grandi registi e grandi attori hanno ispirato queste strade del teatro da più di un secolo. L’arte non è più solo creazione di forme ma anche inclusione.

L’Istituto, diretto da Gabriele Vacis e situato a Torino, sviluppa l’insegnamento dei maestri del teatro del Novecento. Impiega le pratiche di consapevolezza per imparare ad essere presenti a sé stessi, agli altri, al tempo, allo spazio. Sono attività che riscoprono il corpo, l’equilibrio tra il corpo e la mente.

Il metodo di apprendimento applicato nei laboratori dell’Istituto si fonda sull’esercizio costante della consapevolezza, awareness, e dell’attenzione, tramite la pratica dell’azione fisica, vocale e della narrazione. Tutto questo avviene all’interno della Schiera, uno strumento articolato di costruzione della propria presenza e un modo di riflettere sullo spazio e sulle relazioni.

La Schiera è lo spazio in cui può avere luogo la possibilità di un movimento funzionale alla situazione o a un contesto collettivo. L’obiettivo primario sarà, comunque, lo sviluppo della relazione: saper stare consapevolmente in relazione con gli altri. In scena come nel quotidiano.

L’iniziativa rientra nel progetto Metamorfosi che è realizzato con il sostegno del MiBACT e SIAE nell’ambito del programma ‘Per chi crea’.

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