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Quando la partecipazione vuol dire innovazione

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Arti e mestieri della partecipazione generativa


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A Venezia anche l’esperienza toscana

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

A scuola di… partecipazione pubblica. La Toscana, che prima tra le Regioni in Italia dal 2007 si è dotata di una legge per coinvolgere maggiormente i cittadini nelle decisioni delle istituzioni, e non solo, racconta sette delle sue esperienze.

Lo fa oggi, 26 marzo, e domani a Venezia, a Palazzo Badoer: un’iniziativa promossa dall’Università Iuav e rivolta a quanti – esperti, professionisti, dirigenti e amministratori – sono alle prese con le sfide della partecipazione pubblica, per confrontarsi sul potenziale che la partecipazione ha di aprire nuove sfide e intercettare il cambiamento, innovando.

Cinquanta saranno i relatori che si alterneranno in due giorni, non solo toscani s’intende; si parlerà della cura e gestioni di beni comuni, ma anche della progettazione e produzione di servizi di interesse collettivo. Coordinatrice dell’iniziativa è Francesca Gelli, che assieme a Giovanni Allegretti e Paolo Scattoni compone l’Autorità per la partecipazione della Toscana.

Interverrà anche l’assessore alla presidenza e alla partecipazione della Toscana, Vittorio Bugli, che domani 27 marzo, alle 11:30, parteciperà alla tavola rotonda ‘Le sfide della partecipazione generativa’, assieme agli omologhi assessori dell’Emilia Romagna e della Puglia, funzionari del comune di Milano, componenti dell’Autorità per la partecipazione toscana e della provincia di Trento, il commissario straordinario del Terzo valico dei Giovi e con gli interventi a seguire di altri esperti ed amministratori, tra cui anche il sindaco del Comune di Campi Bisenzio Emiliano Fossi.

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