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‘La Nona di Beethoven’, Capodanno in musica con laVerdi

laVerdi foto Paolo Dalprato


Dal 29 dicembre al 1° gennaio all’Auditorium di Milano

Riceviamo e pubblichiamo.

Per la ventesima volta consecutiva laVerdi brinderà al nuovo anno con il suo pubblico e con Milano, intonando le note immortali del prodigioso ‘Inno alla Gioia’ – esaltante finale della Nona Sinfonia di Beethoven. Rivoluzionaria e misteriosa, la ‘Nona sinfonia’ di Beethoven porta a ogni ascolto emozioni nuove e imprevedibili.
I quattro appuntamenti all’Auditorium di Milano sono ormai un evento esclusivo per la città di Milano, che continua la tradizione consolidata di eseguire il capolavoro di Beethoven in occasione della fine dell’anno come è tradizione anche di Berlino, Vienna e New York.

Un brindisi ideale che durante la Stagione 2018-19 sarà ancora più significativo, visto che si festeggiano i 25 anni dalla fondazione dell’Orchestra sinfonica.

Quest’anno l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ritrova la bacchetta del suo direttore musicale, il Maestro di Claus Peter Flor che aveva diretto la prima edizione del capolavoro beethoveniano nel 1999, in occasione dell’inaugurazione dell’Auditorium di Milano e successivamente nella Stagione sinfonica 2017 de laVerdi.

La sua formazione, esperienza e sensibilità, porteranno sul palco dell’Auditorium una nuova intensa interpretazione di questo capolavoro senza età.

Sul palco, naturalmente, anche il Coro Sinfonico diretto Erina Gambarini. A completare uno scenario d’impatto inimitabile – con circa 200 persone in scena tra musicisti e orchestrali – un parterre di solisti di rango internazionale

La Nona Sinfonia di Beethoven
È difficile, per l’ascoltatore dei nostri tempi, capire quanto traumatica possa essere stata per il pubblico contemporaneo a Beethoven l’introduzione di solisti e coro in una sinfonia, fino ad allora appannaggio della sola orchestra. Così come è difficile comprendere la complessità e la meraviglia dell’opera ed in particolare del suo quarto movimento, che si pone di fronte all’uditorio come summa del pensiero, musicale, ma soprattutto umano, del compositore.

Quando la ‘Nona’ fu eseguita per la prima volta a Vienna, al Teatro di Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824, la Capitale degli Asburgo venne piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si era persa da tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non regalava ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo lavoro di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in cartellone ormai una decina d’anni prima – esattamente il 27 febbraio 1814 – quando l’‘Ottava’ aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e qualche segno d’incomprensione da parte della critica.
La parziale incomprensione dell’‘Ottava’ non aveva certo impedito a Beethoven di progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve dedicarsi, per gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, consegnando alla storia senza sosta una serie impressionante di capolavori.

Ma certamente l’estrema sinfonia beethoveniana appare come apportatrice di un’urgenza espressiva capace di trasferirsi in musica con una forza inaudita. Attraverso l’uso del coro, infatti, la partitura può trasmettere con maggiore energia un concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’‘Inno alla Gioia’, testo amatissimo che il compositore tedesco aveva progettato di mettere in musica verso per verso addirittura dal 1793.

E così, alla “prima” viennese, accompagnata da un successo enorme, il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza arrendersi alle avversità aveva concepito in musica la rappresentazione di una tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. Da quel 7 maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e dedicata A Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra cultura.

Sabato 29 dicembre 2018, ore 20:00
Domenica 30 dicembre 2018, ore 20:00
Lunedì 31 dicembre 2018, ore 20:00
Martedì 1° gennaio 2019, ore 16:00
Auditorium di Milano
largo Mahler

Biografia – Claus Peter Flor
Biografia – Erina Gambarini 

Biglietti:
€52,00 – €21,00

Info e prenotazioni:
Auditorium di Milano
Fondazione Cariplo, largo Mahler
Orari apertura: martedì – domenica ore 10:00 – 19:00
tel. 02-83389401/2; online: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.

Foto Paolo Dalprato

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