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‘La morsa’ e ‘Cecè’ a Classico Contemporaneo

'La morsa' ph Attilio Correnti


In scena il 24 agosto al Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 24 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli, nell’ambito della rassegna ‘Classico Contemporaneo‘ – V edizione, direttori artistici Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, andrà in scena lo spettacolo ‘La morsa – Cecè’ di Luigi Pirandello, con Chiara Caroletti, Matteo Cecchi, Ilario Crudetti, Salvatore Iermano, Ilaria Mariotti, Emiliano Pandolfi, regia di Salvatore Iermano.
Scenografia Canovacci Teatro, coreografia Roberto Ricciuti e musiche originali Roberta Iannitelli.

Nell’anticamera dello studio di uno scrittore si materializzano, per il gioco dispettoso di una servetta chiamata Fantasia, ombre e fantasmi di vicende lontane. Animate come le pedine di una scacchiera, queste entità prenderanno vita alla presenza dell’autore, alla ricerca del proprio posto nel mondo, della propria casella in un racconto, in un romanzo, in una commedia. Mentre sul palco si alternano i personaggi, generando storie ora drammatiche ora farsesche, lo scrittore, da spettatore acuto e divertito, condurrà per mano il pubblico in un’intima riflessione sul rapporto tra Autore e Opera.

È da tanti anni a servizio della mia arte (ma come fosse da jeri): una servetta sveltissima. Si chiama Fantasia. Un po’ dispettosa e beffarda, (…) si diverte a portarmi in casa, perché io ne tragga novelle e romanzi e commedie, la gente più scontenta del mondo.

Sono le prime righe che Pirandello stesso redasse per la prefazione ai ‘Sei personaggi in cerca d’autore’, e sarà proprio l’anticamera dello studio dello scrittore, sala d’attesa di quella gente più scontenta del mondo, ad essere la cornice narrativa dei due atti unici.

‘La morsa’, primo testo pirandelliano ad essere mai messo in scena, è la storia di un adulterio. Se da un lato le convenzioni borghesi sembrano ancora prese sul serio, il principale pregio dell’atto unico consiste nell’approfondimento psicologico e sentimentale dei personaggi: la fredda crudeltà del marito Andrea, che non è nemmeno sfiorato dal dubbio di essere in qualche modo responsabile del tradimento della moglie; l’incertezza e la viltà dell’amante Serra, dolorosa rivelazione proprio in un momento così grave, rendono umanissima la figura di Giulia, donna appassionata e fragile, vittima di entrambi.

‘Cecè’ è un testo inconsueto nella produzione pirandelliana, lontano dalle caratteristiche del suo teatro impegnato, con un’azione scenica dal ritmo veloce e una vicenda scherzosa, una leggerezza e un brio insoliti, che illuminano una situazione di ambiguità e di immoralità fino ad ispirare indulgenza verso Cesare Vivoli detto Cecè, degno rappresentante di quel sottobosco di favori e clientelismo che, diventato abitudine di vita, non è neanche più avvertito come riprovevole e negativo. Cecè introduce un tema fondamentale di tutto il pirandellismo, quello delle molteplici sfaccettature dell’individuo. Nel giovane viveur vi è tutta la leggerezza e la sarcastica ironia di un mondo disincantato, corrotto e privo di scrupoli.

Foto Attilio Correnti

Info e prenotazioni:
cell: 342-1785930 WhatsApp
email: tram.biglietteria@gmail.com

Biglietti:
intero: €13,00
ridotto (<26): €10,00
acquista online a €10,00
card: 3 spettacoli € 27,70 spettacoli €49,00

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