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La lettera scarlatta

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'La lettera scarlatta'


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La Solitudine, per quanto gelida e austera, è l’unica essenza consolatrice e feconda di cambiamento che l’Uomo può portare con sé, durante il viaggio verso la meta della sua reale identità.

‘La lettera scarlatta’ è un classico della letteratura statunitense; scritto dall’autore Nathaniel Hawthorne e pubblicato nel 1850. È un romanzo di estremo spessore, ambientato nella cosiddetta Nuova Inghilterra del XVII secolo, con connotazioni fortemente puritane e retrograde.

La protagonista, Hester Prynne, concepisce e partorisce una bambina in circostanza di adulterio, negando a chiunque l’identità del padre, uomo di chiesa, di cui è perdutamente innamorata. Hester è costretta a girare per la città con una “A” di colore rosso cucita sull’abito, all’altezza del petto, in quanto Adultera. Lotterà fino allo stremo per affermare il valore della sua identità di donna, di madre e di cittadina.

Il 13 ottobre 1995, negli Stati Uniti, esce la versione cinematografica dell’omonimo romanzo, diretto dal noto regista inglese Rolan Joffè; il ruolo di Hester Prynne è interpretato dall’attrice Demi Moore.

Ogni singolo essere umano, sia esso uomo o donna, subisce e porta il peso della lettera scarlatta sul proprio petto. Cucita dall’altro/a e ornata di pregiudizio, ignoranza e invidia, questo simbolo dell’ignominia, posto sul petto dell’Uomo, brucia di rabbia e ira rendendolo rosso fuoco.

Chi aveva riposto fiducia, in questi giorni di isolamento dovuti al Covid-19, su un probabile cambiamento dell’essere umano nei confronti del mondo, ma soprattutto di se stesso, può certamente ritenersi deluso. Né un virus, né alcun tipo di cataclisma potranno avere la forza irruente di apportare un radicale cambiamento nella natura umana, votato a un maggiore senso di responsabilità solidale verso l’incertezza del futuro; né lo indurranno ad appurare l’esistenza dell’invisibile filo di connessione che lega l’uno all’altro su questo pianeta e oltre.

L’isolamento dagli altri, il ritirarsi “momentaneamente” dalle scene e lasciarsi prendere per mano dalla Solitudine, sono i giusti strumenti che realmente possono donare l’opportunità evolutiva (cambiamento) all’Uomo e di mettersi a nudo e in discussione con l’immagine che si riflette nel suo specchio interiore. È questa, e soltanto questa, la recta via verso la propria spiritualità.

Non mi pentirò mai di chi ho amato, né delle mie verità raggiunte e conquistate: io sono ciò che amo e attraverso di me, fluisce l’Amore verso l’altro.

Le Religioni di tutto il mondo, per quanto necessariamente dogmatiche, hanno la loro utilità, se vissute serenamente, nell’avvicinare l’Uomo a Dio, eppure, nessun religioso, deve dimenticare che lo Spirito, proprio lo spirito che il Maestro Gustavo Adolfo Rol identificava come lo Spirito Intelligente, non subisce limiti né restrizioni di alcun genere e l’unico “dogma” a cui paradossalmente deve sottostare, è proprio la sua reale e infinita libertà.

È l’Uomo, e soltanto l’Uomo a ripiegarsi su se stesso e a imporsi regole e regolamentazioni, spesso ultronee e prive di ogni sorta di vantaggio, rendendosi asfittico innanzi alla potenza di fuoco dello Spirito che lo contraddistingue e tenta di condurlo verso un percorso oggettivamente evolutivo.

Non si tratta di credere o non credere, di vedere o toccare, bensì di intuire, percepire e sedimentare nell’Anima ciò che appieno si vive nella esperienza umana.

Lo Spirito è libero per sua stessa natura e non subisce lettera scarlatta alcuna; è l’Uomo che si schiavizza da solo, riducendo il suo pensiero e passando dalla morale all’etica, senza aprire le finestre che legano la fisicità alla spiritualità feconda ed evolutiva.

Siamo tutti figli di un programma spirituale da noi stessi scelto in una dimensione sottile che permea completamente la nostra realtà fisica. Non esistono dogmi o limiti che possano restringere e perimetrare la sconfinata divina libertà dello Spirito che sceglie di incarnarsi nell’ennesimo viaggio umano.

E sia chiaro che il cosiddetto programma spirituale non è una lista di cose da fare o una predestinazione; esso è molto di più: si tratta della motivazione evolutiva che lo Spirito tenta di raggiungere in quella specifica incarnazione.

E se adesso qualcuno ha chiuso gli occhi per l’assurdità empirica di tali argomentazioni, sappia che proprio questo atteggiamento rappresenta il primo punto di cucito della rossa e infuocata lettera scarlatta.

Fai del libero arbitrio, la libertà più estesa del tuo sentire; non consentire ad alcuno di porti un limite al respiro dell’Anima, perché è proprio da quel primo autentico respiro che dai vita alla rivoluzione interiore di te stesso e consenti alla tua parte umana di avvicinarsi alla tua parte spirituale, rendendoti simile a Dio.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".