QI transalpini in piazza contro il pass sanitario voluto da Macron
Ci sono popoli che scendono in piazza per festeggiare una finale di calcio. Poi non importa che i diritti siano calpestati, quelli acquisiti, quelli sanciti da ogni documento sui diritti dell’umanità.
Vai in pensione due anni dopo morto? Fa niente, tanto ci siamo qualificati per la Champions.
Ti chiudo in casa e minaccio di non farti uscire se non fai il vaccino? Ma chissenefrega. Siamo campioni d’Europa.
Poi ci sono popoli veri, con gli attributi. Fieri.
Che scendono in piazza con le bandiere, sì, ma per fare la rivoluzione.
Dopo che la sera del 12 luglio il Presidente della Repubblica ha annunciato l’adozione del pass sanitario per l’accesso ai locali pubblici e l’obbligo della vaccinazione per gli operatori sanitari, la Francia scende in strada. Tutta la Francia, anche chi si era già vaccinato.
A Parigi, Marsiglia, Montpellier, Rouen.
Bruciando cassonetti della spazzatura, bloccando strade, caricando le forze dell’ordine al grido di Liberté.
Senza bisogno di nessuna organizzazione, concertazione.
La Francia spontaneamente e orgogliosamente si ribella a quello che viene definito un tentativo di dittatura sanitaria.
Gli striscioni, i messaggi sui social non sono equivocabili:
Soutien aux manifestants ! Liberté égalité fraternité
Non à la dictature!
Résistance, résistance, résistance pour la liberté!
On s’en fous de la Russie on est en France!!!
Solo alcuni dei messaggi colti in rete.
E mentre da più parti politiche in Italia si plaude ai provvedimenti del governo francese, gli italiani tacciono.
Tanto sono campioni d’Europa.
Autore Pietro Riccio
Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.