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La chiave di volta

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La chiave di volta


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Ritrovarmi seduta sullo scanno di un Tempio Massonico è stato per me come essere un vero paradiso. Tutto mi incuriosiva e di tutto volevo sapere. Mi sentivo come una bimba al Luna Park. Piano piano le risposte sono arrivate. Tutte.

Ed è accaduto anche ora, mentre mi arrovellavo il cervello in queste giornate così calde, alla ricerca di un pensiero da condividere con tutti voi. Mi sono ritrovata, metaforicamente seduta su quello scanno.

Nella quiete e nella pace del Tempio, quello interiore e quello esteriore, mi sono interrogata sull’importanza del concetto di Fratellanza tra noi Massoni. A come questa rappresenti la vera “chiave di volta”.

Noi Liberi Muratori, appena dopo aver varcato per la prima volta la soglia del Tempio, impariamo a chiamarci Fratelli, tutti. Al di là del grado che si ha e del posto che si occupa, anche nel mondo profano.

Spesso si pensa che questo termine venga usato in senso traslato. Si ritiene che in fondo non si tratti di nient’altro che di amicizia. Sebbene sia l’amicizia che la fratellanza offrano alla singola persona la possibilità di oltrepassare i limiti della propria individualità e di aprirsi agli altri, in un rapporto che appare fondamentale per la vita, la prima resta comunque un’idea incommensurabile rispetto alla seconda. I due concetti non si sovrappongono e divergono su alcuni aspetti fondamentali.

L’amicizia è uno dei rapporti più immediati e spontanei di cui si possa fare esperienza nella vita. La Fratellanza, al contrario, è una decisione ponderata, una scelta responsabile, che implica precisi doveri. L’amicizia può durare una vita, ma anche essere breve e fugace. La vera Fratellanza è per sempre.

È importante rendersi conto che il Massone ha un obbligo morale di correre in aiuto ad un altro Fratello, proteggerlo, soccorrerlo, assisterlo in caso di difficoltà e sofferenza.

Alla luce di tale spirito si capisce che la Fratellanza è veramente “la chiave di volta della Massoneria”.

Essa fa riferimento alla volontà di lavorare in armonia per il medesimo scopo: la costruzione del Tempio dell’Umanità al di là delle differenze di razza, cultura, livello sociale, religione. È dominio della ragione sulle passioni e ci ricorda che, nonostante le differenze di età, siamo tutti coetanei di fronte all’eternità.

Simboleggia, inoltre, la giustizia, che livella le differenze e ci fa sentire uguali verso il mistero infinito della vita e della morte. Serve a distinguere il vero dal falso, il reale dall’apparente. È anche un’indispensabile sentinella che ci rende attenti al malessere e ci fa apprezzare il benessere, che ci rende guardinghi verso quell’ingordigia che non sazia.

Si presenta come un baluardo contro l’ignoranza umana, figlia della materialità, che erige illusorie barriere e differenze tra creature.

Se in loggia o nella vita profana non ci comportiamo da Fratelli è perché la pietra è ancora troppo grezza nella nostra anima.

La chiave di volta è invece perno della nostra Istituzione: strutture di archi e volte, fratelli, che per quella sospensione a prima vista inspiegabile è tenuta su da un unico elemento: la Fratellanza.

Mi piace pensare a noi Fratelli a come tanti “cunei”. L’arco con cunei non ha bisogno di essere sostenuto da malta, stando perfettamente in piedi anche a secco, grazie alle spinte di contrasto che si annullano tra cuneo e cuneo.

Contrariamente ai mattoni di una casa, che hanno bisogno di un collante per stare insieme, la chiave di volta tiene su il tutto con una “semplice” ridistribuzione del peso della parte sospesa sull’intera struttura, sfidando la forza di gravità. Proprio come avviene all’interno di una Loggia, un gruppo di fratelli che si riuniscono per edificare templi alla virtù, fratelli d’intenti.

La nostra è una “federazione” formata da uomini diversi tra loro, ma che aspirano al tutto.

L’armonia si ha quando tutte le parti sono consapevoli e “colloquiano” con le altre sotto la spinta del suo centro organizzatore, la Fratellanza, appunto. Una sorta di chiave di volta, che distribuisce il peso delle diverse parti, facendo sì che non solo la totalità della persona sia in piedi, ma che possa costituire delle aperture che permettano di relazionarsi con gli altri fratelli e quindi con il mondo intero.

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.