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La ballata di Adam Henry, di Ian McEwan

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La ballata di Adam Henry, di Ian McEwan


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Titolo: La ballata di Adam Henry
Autore: Ian McEwan
Editore: Giulio Einaudi Editore
Collana: SuperCoralli
Prezzo: € 20,00

Ian McEwan è nato nel 1948 ad Aldershott e vive a Londra. È autore di due raccolte di racconti: “Primo amore, ultimi riti” e “Fra le lenzuola”; un libro per ragazzi: “L’inventore di sogni”; un libretto d’opera: “For You”.

Ian McEwanHa pubblicato il saggio “Blues della fine del mondo” e i romanzi: “Il giardino di cemento”, “Cortesie per gli ospiti”, “Bambini nel tempo”, “Lettera a Berlino”, “Cani neri”, “L’amore fatale”, “Amsterdam”, “Espiazione”, “Sabato”, “Chesil Beach”, “Solar”, “Miele” e “La ballata di Adam Henry”. Tutti i suoi libri sono stati pubblicati in Italia da Einaudi.

Dalle prime pagine di “La ballata di Adam Henry” già entri nel vivo della storia e capisci perché lo scrittore sia considerato uno dei grandi della letteratura mondiale. La sua prosa fluida, non invasiva, ti accompagna con classe nel mondo legale inglese. L’argomento è forte: un ragazzo, Adam Henry, a cui mancano pochi mesi per raggiungere la maggior età, è malato di leucemia, ma, per via della sua religione, è infatti Testimone di Geova, rifiuta quelle trasfusioni che gli salverebbero la vita.

A decidere sul suo destino è chiamata Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte inglese, sezione famiglia. La donna, alle soglie dei sessant’anni, vive una doppia crisi, familiare e professionale. Il marito l’accusa di aver dato per scontato il loro matrimonio disinteressandosi della loro vita intima e le chiede il permesso di avere una relazione con una giovane collega. Il fatto poi che debba occuparsi del delicatissimo caso del giovane Adam, la destabilizza profondamente.

Mentre è in corso l’udienza in aula, Fiona la sospende per andare a parlare personalmente con il ragazzo. Vuole provare a capire come il proprio credo religioso possa spingere un giovane a rifiutare la vita. Fiona cerca un confronto con Adam; senza affrontare direttamente la vera questione, conversa con lui di musica, di arte, della vita e, accompagnata dal ragazzo che strimpella il violino, canta un’aria.

Tra dubbi, incertezze, stravolgimenti interiori prende finalmente la sua decisione.
Il ragazzo deve vivere.

– Tuo padre mi ha spiegato alcune delle questioni religiose, ma io voglio sentirlo dire da te. Perché esattamente non vuoi una trasfusione?
– Perché è sbagliato. – Continua. – E ce l’ha detto Dio che è sbagliato. – In che senso è sbagliato? – Perché è sbagliata una cosa? Perché sì. La tortura, l’omicidio, l’inganno, il furto. Anche se ricaviamo informazioni buone da persone cattive grazie alla tortura, lo sappiamo che è sbagliata. Lo sappiamo perché ce lo ha insegnato Dio. Anche se… – Stai dicendo che una trasfusione è come la tortura? Marina si mosse nel suo angolo. A strappi affannosi, Adam attaccò a esporre il proprio pensiero. Trasfusioni e torture condividevano solo il fatto di essere ingiuste. Era il cuore a farcelo sapere. Citò il Levitico e gli Atti degli Apostoli; definì il sangue l’essenza della vita, parlò della parola esatta di Dio, della contaminazione, pontificò come uno scolaretto saccente, il primo della classe durante un dibattito scolastico. Gli occhi nero-violetti si illuminavano con l’entusiasmo delle sue parole. Fiona riconobbe sentendolo certe espressioni di suo padre. Che Adam però pronunciava come chi stia scoprendo verità elementari, come chi fondi una dottrina più che tramandarla. Era un sermone quello che ascoltava, enunciato con la passione della fede. Si fece portavoce della confraternita quando disse che i membri della sua congregazione non chiedevano altro che di essere lasciati vivere secondo verità che reputavano inequivocabili.

Fiona diviene così per Adam colei che lo traghetta verso cose fino a quel momento sconosciute; avendo vissuto in una famiglia concentrata solo sulla religione, ora, grazie a lei, vuole approcciarsi ad altro, alla musica, alla poesia, alla vita laica.

La determinazione del ragazzo stravolge la vita di Fiona che sente di essere in qualche modo legata alle sue sorti, ma, nel contempo, rifiuta di farsi coinvolgere troppo per non fare da tramite tra lui e il mondo.

È una storia intensa, tratteggiata con delicatezza ed incentrata sulla lotta tra i sentimenti e la ragione. Uno sconvolgimento dell’anima per chi deve prendere una difficile decisione, che libererà da ogni responsabilità i genitori stessi del ragazzo.

Viene mostrata, direi in maniera eccelsa, la difficile questione dell’autodeterminazione al diritto di scegliere se accettare o meno cure che contrastano con la propria etica religiosa e morale oppure il diritto-dovere inalienabile alla vita, che, in un mondo laico, nessun credo religioso dovrebbe avere il diritto di negare.

Un romanzo decisamente da leggere, che illustra perfettamente, in un testo a metà tra psico-dramma e thriller legale, la terribile scelta tra la ragione che deve salvare la vita a tutti i costi, e la morale che invece chiede di attenersi alla religione che ci ha sempre guidato nella vita.
È un argomento potente; in qualsiasi modo si concluda, la vicenda ti lascia con l’amaro in bocca.

McEwan riesce a dare un grande spessore morale e psicologico ai personaggi Fiona ed Adam e ci accompagna con mano nell’animo della donna, in crisi su tutti i fronti, e del ragazzo che, per la propria fede, vede la morte forse in modo anche romantico.
Finisci di leggere il libro e ti accorgi che non basta, che la questione, in un modo o nell’altro, resta irrisolta, la scelta tra la vita e la morte è troppo difficile da accettare.

La Trama
Una travolgente passione per la vita può accompagnarsi a una strenua volontà autodistruttiva. Fiona Maye, stimato giudice dell’Alta Corte britannica, vede le due forze all’opera nel giovane Adam Henry, malato di leucemia, che per ubbidire a un precetto religioso rifiuta la trasfusione che può salvarlo. Stretta nella morsa di una vita privata fragile e di un ruolo pubblico che la vuole esempio di misura e distacco, Fiona dovrà dare un nuovo senso alla parola responsabilità.

Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.