In scena il 29 agosto al Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli
Riceviamo e pubblichiamo.
Mercoledì 29 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli, nell’ambito della rassegna ‘Classico Contemporaneo’ – V edizione, direttori artistici Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, andrà in scena lo spettacolo ‘Jetteca’ di Fabio Di Gesto, da ‘Yerma’ di Federico Garcia Lorca.
Spettacolo vincitore del Premio Rebù 2018 riservato ai giovani autori impegnati nell’adattamento dei classici.
Con Chiara Vitiello, Giovanni Meola, Francesca Morgante, Maria Grazia Di Rosa, Gennaro Davide Niglio, regia di Silvio Fornacetti e Fabio Di Gesto, produzione POST teatro.
Una riscrittura in napoletano di ‘Yerma’, la grande tragedia di Federico Garcia Lorca. Nella rivisitazione, i personaggi sono: Yerma, Giovanni e tre voci che rappresentano la proiezione del popolo. Perché tre? Il tre rappresenta per eccellenza il numero femminile. Tre sono: le maria; le grazie; tre sono anche le sorelle di Checov. Il tre è la variante. Le tre persone sono “presenze” che influenzano Yerma fino a portarla ad ammazzare il marito. La rivisitazione si concentra sul dramma della coppia. Scende ed indaga i loro stati d’animo, la follia di Yerma, la superficialità di Giovanni, la leggerezza e l’amore di uno nei confronti dell’altro.
Il linguaggio è particolare, ricercato, viscerale ma elegante allo stesso tempo. Nei testi di Lorca sono presenti: versi, assoli in rime e poesie. Nella rivisitazione si è cercato di ricreare la stessa situazione, non soffermandoci sulla metrica e la rima perfetta, ma si è data priorità al suono della frase finita, in modo che risultasse cupa e profonda da ascoltare.
‘Yerma’ è la seconda delle tre grandi Tragedie di Federico Garcìa Lorca, collocata tra ‘Nozze di sangue’, 1933, e ‘La casa di Bernarda Alba’, 1936. Fu rappresentata la prima volta il 29 dicembre 1934. ‘Yerma’ è il dramma di una donna sterile.
Quando lessi per la prima volta ‘Yerma’, rimasi colpito dal linguaggio potente, popolare e poetico di Lorca. Lo stesso linguaggio che mi ha portato a leggere quante più opere possibili dello stesso autore. Le storie di Lorca sono popolari e molto vicine alle nostre tradizioni. Se prendiamo Yerma ad esempio, troviamo: il pellegrinaggio al santuario; Dolores la Fattucchiara; il pregiudizio del popolo; i conflitti e il rispetto di una moglie nei confronti del marito. Tutti temi che ancora oggi sono presenti nella nostra società.
Tra le tante opere di Lorca, lessi ‘Nozze di sangue’ ma era una versione sarda del regista e drammaturgo Marcello Foe.
La stessa operazione pensai di farla anch’io, in napoletano. La nostra lingua è calda, viscerale e poetica come le opere di Lorca. E cosi nacque l’idea di: ‘Yerma’.
Fabio Di Gesto
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