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Italicus. Giani: Rinnovare memoria attentate anni bui è dovere civico

Italicus


A 50 anni dalla strage impunita dell’Italicus, presentato in Regione il libro di Alessio Ceccherini, ‘La ragnatela nera’ alla presenza di numerosi studenti delle superiori

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

A cinquanta anni da quel tragico 4 agosto del 1974, quando una bomba esplose a bordo del treno Roma – Brennero diretto a Monaco di Baviera, in viaggio sulla linea Firenze-Bologna provocando 12 morti e 44 feriti, la Regione Toscana ha voluto ricordare quella strage, con la presentazione del libro ‘La ragnatela nera. L’eversione di destra e la strage dell’Italicus‘, scritto da Alessio Ceccherini, professore fiorentino di storia e filosofia.

Il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha detto:

Rinnovare la memoria degli attentati degli anni bui è un dovere civico. E lo è ancor di più quando, come in questo caso, siamo di fronte ad una strage tuttora impunita nei suoi autori.

Noi lo facciamo in maniera strutturale e continuativa attraverso il nostro settore dedicato alla Cultura della Legalità, che organizza numerose iniziative in questo senso ed è dotato di una ricca biblioteca aperta a studiosi, studenti, insegnanti e semplici cittadini.

L’attentato all’Italicus scosse profondamente il Paese, già provato due mesi prima dalla bomba fatta esplodere in Piazza della Loggia provocando otto morti e un centinaio di feriti durante una manifestazione antifascista.

La particolarità della ricerca condotta dal professor Ceccherini è quella di collocare la strage dell’Italicus nel suo contesto storico secondo un ‘prima’ e un ‘dopo’, interpretandola come apice nell’attacco del terrorismo di destra alla metà degli anni Settanta.

Riemerge lo stillicidio dimenticato degli attentati minori che incide sul quadro politico e sociale del Paese dal 1973 fino alla metà del 1975.

Numerosi di questi attentati avvennero anche in Toscana; come nel caso della strage ferroviaria fallita a Vaiano il 21 aprile 1974, di quella sventata a Incisa Valdarno il 12 aprile 1975 o come le bombe che angosciarono Viareggio durante il carnevale del ’75.

Il libro attinge dagli atti processuali per analizzare un fenomeno caratterizzato da una perdurante omertà e da numerosi depistaggi. A tale scopo sono state utilizzate le carte degli apparati di sicurezza, comprese quelle recentemente declassificate e presenti negli Archivi dello Stato

. A questo materiale si intrecciano gli atti parlamentari, dalle sedute delle Camere, alla documentazione delle Commissioni parlamentari d’inchiesta, e la stampa, fondamentale per restituire vividezza alla dimensione sociale e misurare la reazione della società civile alla minaccia eversiva.

L’Assessore regionale alle politiche per la sicurezza e alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo, ha detto:

Siamo orgogliosi di ospitare questa presentazione e di farlo alla presenza di numerosi studenti. Attraverso il bel lavoro dell’autore ripercorriamo il clima e gli avvenimenti, nazionali ed internazionali, in cui nacque la strage.

Il nostro auspicio è che si possa giungere ad individuare i colpevoli e non ci si accontenti di aver attribuito questo attentato all’estrema destra eversiva.

La ricerca della verità, oltre che il ricordo ragionato della nostra storia recente, devono guidarci nel nostro impegno di salvaguardare le basi della democrazia, contro ogni tentativo di eversione e contro ogni ricorso alla violenza.

L’autore del libro, Alessio Ceccherini, docente di storia e filosofia al Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino, commenta:

Siamo purtroppo di fronte cinquant’anni dopo quel periodo di attentati, stragi ed eversione, ad un quadro politico in cui c’è ancora chi non considera superata quella visione eversiva e ideologica, a partire dai simboli che venivano usati.

Eppure, l’allarme sociale che quei fatti suscitarono, purtroppo è ancora attuale e con questo dobbiamo fare i conti.

Nel corso dell’iniziativa ha preso la parola anche Franco Sirotti, fratello minore di Silver, il ferroviere 24enne che ha dato la vita per cercare di soccorrere i feriti nell’attentato e che per questo è stato insignito della medaglia d’oro al valore civile alla memoria.

Franco Sirotti ha annunciato:

È mia e nostra intenzione prima di tutto costituire l’associazione tra i familiari delle vittime della strage dell’Italicus e poi adoperarci per riaprire il processo che porti all’individuazione degli autori materiali dell’attentato.

Vorrei che il ricordo di quei fatti, e del sacrificio di mio fratello sia codificato e il suo sacrificio valorizzato.

È per questo che continuo a portarlo nelle scuole, nei circoli e nei centri sociali. Perchè la memoria passa dalla scuola e dal rapporto prima di tutto con i giovani.

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