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Iran: scontri nella capitale del Kurdistan iraniano

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Proseguono le proteste contro il regime di Teheran

Le proteste contro il regime di Teheran si sono estese in varie città iraniane, entrando oggi nella loro quarta settimana, dopo la morte della giovane, Mahsa Amini, provocata dalla cosiddetta “polizia morale”.

Lunedì notte 10 ottobre, le strade di Sanandaj, capitale del Kurdistan iraniano, si sono trasformate in un teatro di scontri notturni tra manifestanti e forze di sicurezza e si è sentito il rumore degli spari. A Saqqaz, i dimostranti hanno occupato le strade.

Il cerchio delle proteste in Iran si è ampliato nella sua quarta settimana fino ad includere i settori economici più vitali. Gli operai petrolchimici del porto di Asalouyeh, nella provincia meridionale di Bushehr, hanno iniziato il loro sciopero a sostegno delle manifestazioni in corso nel Paese.

Diversi report locali parlano di uno sciopero di almeno 1.000 lavoratori e della chiusura delle strade che portano agli impianti in previsione degli scontri con le forze di sicurezza.

“Morte al dittatore” gridano i lavoratori dell’industria petrolchimica ad Asalouyeh.

Ciò accade quando il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha affermato che Teheran si oppone seriamente a qualsiasi tentativo occidentale di imporre nuove misure di embargo, pressioni e ricatti per ottenere privilegi.

Mentre le proteste si espandono in varie città iraniane, i problemi dell’autorità iraniana aumentano a livello internazionale, poiché la Gran Bretagna è entrata a far parte dell’elenco dei Paesi che si oppongono alla repressione e alla violenza delle autorità iraniane, imponendo sanzioni al capo della polizia morale e al capo della l’Organizzazione Basij.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.