Per reprimere i manifestanti. Sono giovani tra i 25 e i 30 anni che hanno lasciato l’aeroporto di Baghdad attraverso la sala VIP accompagnati da due iraniani
Mentre le autorità iraniane continuano a reprimere le proteste in corso nel Paese dalla metà del mese scorso, in seguito all’uccisione della ragazza curda Mahsa Amini, i media iraniani hanno rivelato che lunedì 31 ottobre un aereo noleggiato ha trasportato 150 militanti, probabilmente della Mobilitazione popolare e di Hezbollah, da Baghdad alla città di Mashhad, nel nord-est dell’Iran, per reprimere i manifestanti.
Il canale “Iran International” ha citato i testimoni oculari dicendo che gli uomini armati, di età compresa tra i 25 ei 30 anni, indossavano uniformi speciali e trasportavano borse nere e hanno lasciato l’aeroporto di Baghdad attraverso la sala VIP accompagnati da due iraniani. Ha anche chiarito che nessuno poteva avvicinarsi agli uomini armati mentre si trovavano in aeroporto.
Ciò avviene mentre proseguono le manifestazioni serali nella capitale, Teheran, tra gli slogan ‘Morte al dittatore’. I dimostranti sono anche scesi in piazza nella città di Dehlran, nel sud-ovest dell’Iran, cantando slogan come ‘Morte a Khamenei’ e ‘Quest’anno è l’anno del sangue… il leader cadrà’.
I giovani di Teheran hanno lanciato nuovi appelli a manifestare in tutti i quartieri della capitale oggi da mezzogiorno fino a sera, con lo slogan ‘Aspetta la vendetta… che verrà da te più velocemente di quanto ti aspetti’.
L’Iran è teatro di proteste senza precedenti dal 16 settembre, data della morte della donna curda di 22 anni, Mahsa Amini, appena 3 giorni dopo il suo arresto da parte della polizia morale. Si tratta di una delle sfide più importanti per le autorità e i leader religiosi al potere dalla rivoluzione del 1979.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.