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Iran: le proteste si estendono a nuove città

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Date alle fiamme le immagini di Khamenei durante manifestazioni notturne a Teheran, Isfahan, Baluchistan, provincia di Fars e Kish Island

Le proteste in Iran entrano oggi nella loro quarta settimana. Manifestazioni notturne si sono svolte in diverse città iraniane, in particolare nella capitale, Teheran, a Shiraz e Kish Island, oltre al Baluchistan e Sanandaj, mentre i dimostranti hanno dato fuoco ad annunci pubblicitari con la foto del leader supremo Ali Khamenei ad Ahwaz.

Le contestazioni sono scoppiate anche nelle strade di Kish, la principale destinazione turistica dell’Iran. Mercoledì notte 5 ottobre i rivoltosi hanno cantato “Morte al dittatore” dai tetti, dai balconi e attraverso le finestre in varie corsie di Teheran, mentre la strada principale per la città di Karat Sarbaz in Belucistan è stata chiusa con rinnovate proteste notturne.

A Sanandaj, la capitale del Kurdistan iraniano, sono stati accesi dei falò nelle strade in preparazione delle manifestazioni notturne.

Le proteste sono scoppiate in Iran dopo l’uccisione della giovane donna, Mahsa Amini, originaria della città curda di Saqqaz, nel nord-ovest dell’Iran, deceduta il 16 settembre, tre giorni dopo il suo arresto da parte della “polizia morale”. La sua morte ha alimentato la rabbia nel Paese per diverse questioni, comprese le restrizioni alle libertà personali e ai codici di abbigliamento rigorosi per le donne.

Oltre alla crisi vivente ed economica di cui soffrono gli iraniani, pesano le rigide regole imposte dal regime e dalla sua struttura politica in generale.

Le donne hanno svolto un ruolo di primo piano in quelle proteste e i manifestanti hanno brandito il velo e li hanno bruciati. Le manifestazioni che hanno travolto decine di città nelle ultime settimane sono le più grandi da quelle contro i prezzi del carburante nel 2019.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.