Per denunciare la repressione del regime
Le proteste iraniane continuano, dopo che diverse città iraniane hanno assistito a manifestazioni notturne che sono continuate fino all’alba di domenica.
Dalla città di Saqez, nella regione del Kurdistan iraniano, luogo di nascita di Mahsa Amini – uccisa dalle torture per mano della polizia “morale” iraniana – centinaia di iraniani hanno manifestato contro la repressione e l’uso della violenza da parte delle forze di sicurezza nazionali.
Anche la città di Sanandaj, nella provincia del Kurdistan iraniano, ha assistito a manifestazioni, durante le quali i dimostranti hanno chiesto la fine degli arresti e delle violenze.
Proteste di massa si sono svolte anche nella città di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, contro la continua repressione dei contestatori da parte delle forze di sicurezza che hanno lanciato slogan contro il regime in Iran ei suoi servizi di sicurezza.
Le proteste, la cui repressione ha portato alla morte di almeno 83 persone, sono esplose dopo l’annuncio, il 16 settembre scorso, della morte di Amini, una curda iraniana di 22 anni, deceduta tre giorni dopo il suo arresto per aver violato il rigido codice di abbigliamento iraniano.
Sabato 1° ottobre fuori dall’Iran sono state indette manifestazioni in diverse città del mondo in solidarietà con il movimento di protesta scatenato dalla morte di Amini.
Contestazioni si sono svolte a Los Angeles a sostegno delle proteste in Iran.
Decine di migliaia sono anche scesi in piazza sabato a Montreal e in altre città canadesi, tra cui Vancouver, Toronto e la capitale Ottawa, in solidarietà con le proteste in Iran. A Montreal, un gran numero di donne si è tagliata i capelli in segno di protesta. Una folla di oltre 10.000 persone portava striscioni con la scritta “Giustizia” e “No alla Repubblica Islamica”.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.