Il 28 ottobre all’Accademia dell’Alto Mare giornata di studi in onore dell’Ufficiale medico della Regia Marina, precursore della scoperta della penicillina
Riceviamo e pubblichiamo da MARICOMLOG di Napoli.
Il prossimo venerdì 28 ottobre 2022, alle ore 10:30, presso la sala convegni dell’Accademia dell’Alto Mare, con ingresso dalla Base Navale di via Acton, avrà luogo una giornata di studio dedicata alla figura dell’Ufficiale medico della Regia Marina Vicenzo Tiberio, noto per essere stato un attento studioso del potere chemiotattico e battericida di alcuni estratti di muffe, il cui lavoro sulla connessione funghi-antibiotici precorreva la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming.
Ne ricorderanno la brillante figura di medico, ricercatore scientifico e di valente militare, l’Ammiraglio ispettore capo Giuseppe Abbamonte, comandante Logistico della Marina Militare, l’Ammiraglio ispettore capo Riccardo Guarducci, Capo del Corpo Sanitario della Marina Militare, il professore Gennaro Rispoli, Direttore del Museo delle Arti Sanitarie di Napoli, Giulio Capone e Anna Zuppa Covelli, diretti familiari di Vincenzo Tiberio.
Modererà i lavori il giornalista Massimo Milone.
Al termine della giornata di studio, l’infermeria presidiaria alle dipendenze del Quartier Generale Marina di Napoli, ubicata all’interno della base navale partenopea, sarà intitolata al medico Vincenzo Tiberio con lo scoprimento di una targa in sua memoria.
Approfondimenti
Vincenzo Tiberio nacque a Sepino (CB) nel 1869 e visse per molti anni ad Arzano, in provincia di Napoli. Dopo aver condotto i primi studi nella città natale e quelli liceali nel capoluogo molisano, nel 1893 conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Napoli. Proseguì i suoi studi in ambito universitario, dando alle stampe molti lavori monografici che descrivevano le sue sperimentazioni.
Nel 1895 anticipò la scoperta degli antibiotici: egli notò che la presenza di muffe nell’acqua del pozzo del cortile della sua casa di Arzano, proteggeva dalle infezioni gastrointestinali, che invece si presentavano quando il pozzo veniva ripulito.
Attribuì quindi alle muffe un potere battericida ed espose le sue conclusioni nella pubblicazione ‘Sugli estratti di alcune muffe’, che tuttavia all’epoca non ottenne alcuna attenzione, osservazioni analoghe furono poi compiute da Fleming negli anni 30 e la scoperta degli antibiotici portò il medico inglese, con Howard Florey e Ernst Chain che seppero svilupparne le applicazioni, al conferimento del premio Nobel nel 1945.
Nel 1896 scelse la carriera militare ed il primo gennaio di quell’anno fu arruolato in qualità di ‘Medico di seconda classe’ nella Regia Marina. Fu spesso imbarcato ed impegnato in molte missioni all’estero dove si dovette confrontare con varie epidemie di malaria e di vaiolo che riuscì sempre a fronteggiare egregiamente. Rientrato in Patria, proseguì i suoi studi che furono divulgati attraverso la stampa di altre pubblicazioni scientifiche.
Nel 1904 fu promosso Capitano Medico e nel dicembre del 1908, a seguito del tragico terremoto di Messina, fece parte del team sanitario che fu imbarcato su una nave ospedale che lo Stato Maggiore della Regia Marina inviò appositamente nella città siciliana, a bordo della quale si distinse per professionalità ed abnegazione.
Inviato successivamente in Libia, proseguì i suoi studi focalizzandoli sulle patologie tropicali ed il tifo, riuscendo a salvaguardare la comunità italiana di stanza a Tobruk grazie ad una efficace campagna di vaccinazione antitifica, da lui caldeggiata.
In virtù di questo brillante successo fu promosso Maggiore Medico. Tornò in Italia nel 1914 per dirigere il Gabinetto di Batteriologia ed Igiene dell’Ospedale Militare di Venezia, quindi, il primo gennaio dell’anno successivo, fu chiamato a svolgere il medesimo incarico a Napoli, presso l’Ospedale Militare della Regia Marina a Piedigrotta.
Una settimana dopo, a soli 45 anni, nella città partenopea fu stroncato da un improvviso infarto che privò la comunità scientifica italiana e la Regia Marina di un valente clinico, dotato di arguzia e grande professionalità. Nel 2015, il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’Università del Molise è stato ufficialmente intitolato a Vincenzo Tiberio.