Non vogliamo rivelarvi altro sul primo libro di Miriam Spizzichino: vi lasciamo all’intervista.
Come nasce il tuo primo libro “Le malattie del nostro mondo”?
Nasce dalla voglia di raccontare alcuni problemi che continuano ad esistere nella nostra società. Problemi “sociali” molto spesso ignorati, ma sentiti. Problemi che potrebbero riguardare qualsiasi persona accanto a noi: un amico, un parente, un collega. Problemi che portano all’esasperazione e infine, nei casi più rilevanti, al suicidio. Se ne sente parlare spesso al telegiornale o sui quotidiani locali, ma nessuno fa mai qualcosa concretamente. Una volta passata la notizia, anche il “velo di indignazione” scompare e questo è vergognoso.
Chi è il destinatario del libro?
Giovani e adulti. I giovani perché sono il nostro futuro e spero che questo libro possa essere un “monito”. Noi non siamo quello che la società ci impone di essere. Gli adulti perché, secondo me, anche i più grandi sono ancora in tempo per rimediare. Basterebbe tagliare alla radice il problema. Sarà che vengo da una scuola con indirizzo per i “Servizi Sociali”, ma ho sempre optato per il rispetto reciproco al di là di una qualsiasi diversità. Non mi sono mai presa gioco di un portatore di handicap, non ho mai urlato insulti ad un ragazzo gay. Invece ci sono persone che lo fanno e considerano tutto questo “normalità”. Tra gli adolescenti, un fenomeno molto diffuso è quello del bullismo, piaga che molto spesso sfocia nel suicidio della vittima e nelle lacrime ipocrite del carnefice. Io vorrei porre fine a tutto questo e il mio esordio letterario vuole essere un piccolo contributo per spingere alla riflessione attraverso dei racconti brevi.
Quali sono le difficoltà di pubblicare per un autore emergente?
Le difficoltà sono tante, a partire dalle “prese in giro”. È capitato anche a me. Una volta finito il libro, ho inviato il file a diverse case editrici e la prima a rispondermi è stata quella che sembrava più “professionale” (non farò il loro nome). Mi chiamano dicendo che il libro è piaciuto molto e vorrebbero pubblicarlo, io acconsento e loro concludono che mi avrebbero mandato una “bozza di stampa” e il contratto di collaborazione. Ovviamente tutto gratuitamente. Peccato che all’arrivo del pacco, verso la fine del contratto, trovo che in caso di accettazione avrei dovuto pagare 1200 euro… Pazzesco! La mia determinazione nel voler comunque pubblicare questo libro mi ha portato a buttarmi nel mondo dell’autopubblicazione, che con costi nettamente inferiori mi ha permesso di realizzare questo mio sogno nel cassetto.
Il tuo libro è edito da “youcanprint.it”, una casa editrice che dà ampio spazio al l’autopubblicazione. Negli ultimi anni questo fenomeno ha garantito visibilità agli autori emergenti, rappresentando talvolta una valida alternativa ai canali editoriali tradizionali.
Ebbene sì. Il mio incontro con loro mi ha portato molta fortuna! Sono professionali, sempre disponibili e gentili. Mi hanno seguito passo passo nella pubblicazione del libro, lasciandomi libera di decidere tutto. Consiglio ad ogni autore emergente di non buttarsi subito nelle grandi case editrici, ma di partire da loro che sono un buon punto di inizio. Danno molta visibilità agli autori e ho saputo che qualcuno è riuscito ad arrivare alle case editrici tradizionali come Feltrinelli, etc. Insomma, un buon trampolino di lancio e sono molto felice della mia scelta!
In attesa che il tuo libro venga distribuito e che finalmente possiamo leggerlo, ci parli dei contenuti? Di quali malattie del nostro mondo parli nel libro?
Le malattie di cui parlo riguardano i disturbi alimentari, la solitudine degli anziani, l’autolesionismo, il bullismo nei soggetti disabili, la discriminazione razziale, l’incomunicabilità e le sue conseguenze, la violenza sulle donne e la lesbo-fobia. Ho raccontato otto storie vissute nel silenzio, otto storie che potrebbero appartenere a chiunque.
La tua esperienza nel mondo giornalistico confluisce nel libro? Il tuo libro ha un taglio giornalistico?
No, il mio libro non ha un taglio giornalistico. La mia esperienza nel mondo giornalistico mi ha ispirato perché mi ha messo in contatto con tante realtà diverse tra loro, ma non confluiscono in maniera diretta. Preferisco dividere il giornalismo dalla scrittura. La Miriam giornalista deve cercare di essere il più “impersonale” possibile, mentre la Miriam scrittrice cerca di esternare ogni sua emozione, ogni sua sensazione per donarla ai lettori. Sono due mondi che non potranno mai convergere contemporaneamente e cerco sempre di distinguerli.
“Le malattie del nostro mondo” sarà distribuito anche in versione e-book?
Sì, credo molto nelle potenzialità dell’editoria digitale, anche se tra un e-book e un libro cartaceo… preferisco di gran lunga la seconda opzione! Per entrambi i casi ho voluto tenere una fascia di prezzo bassa (il cartaceo viene 10,00 euro, mentre l’e-book 2,99) per renderlo “alla portata di tutti”.
Carmelo Cutolo
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.