Una emozionante conversazione sulle finalità e le attività dell’associazione di beneficenza, sita nel cuore di Napoli
Nell’elegante Palazzo Mira, in via Santa Lucia n. 110, a Napoli, al piano terra, è ubicata l’associazione Prosperity APS, senza scopo di lucro, che, da statuto, persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, mediante lo svolgimento, in favore di associati, familiari o terzi, di attività di interesse generale, avvalendosi, in modo prevalente, dell’attività di volontariato dei soci.
Il loro motto è ‘I diritti dei bambini un dovere di noi adulti. Non restiamo a guardare…’
Non è certo la prima volta che veniamo in contatto con questa splendida realtà, la quale, in special modo durante la pandemia da Covid-19, è stata un faro di Luce per tanti, mostrando che piccoli ma significativi slanci di generosità ed altruismo, come l’elargizione di beni di prima necessità agli indigenti, sono un contributo importante per lavorare al bene e al progresso dell’umanità.
Le finalità che persegue sono molteplici, ma hanno tutte al centro l’individuo, con l’obiettivo di educare ai sentimenti e all’etica dei legami, per mettere in essere azioni vere, non limitandosi ad astratte posizioni di principio, cercando di realizzare quel diritto alla felicità, auspicato da ciascuno, che nasce dalla quotidianità, a partire da condizioni di vita dignitose, assistenza e garanzia sociale.
Nello specifico si occupa di: diffondere la conoscenza del patrimonio culturale, storico, tecnico e sociale delle arti tessili, del tappeto orientale e delle discipline correlate; promuovere corsi di formazione o amatoriali sulle tecniche tessili di base o artistiche; organizzare incontri tematici condotti da soci o da specialisti e corsi aperti al pubblico; favorire scambi culturali nelle attività tessili; realizzare pubblicazioni e mostre a carattere prevalentemente didattico, anche con la collaborazione con istituzioni ed enti pubblici e privati; programmare viaggi culturali e conoscitivi.
Prosperity APS esercita attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuata, mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, attraverso la richiesta di donazioni, lasciti e contributi di natura non corrispettiva – per finanziare le proprie attività di interesse generale e nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il pubblico.
Incontriamo il Presidente, Luigi Magliocco, titolare di Luigi Magliocco Tappeti, che, ci delinea un quadro roseo e di collaborazione fraterna, ribandendo che al mondo esistono sì brutture, ma vengono contrastate, ogni giorno, con azioni fattive di persone perbene, che vogliono solo strappare un sorriso a chi ha il cuore gravato da dolori, privazioni e preoccupazioni.
Nel testimoniarci la sua esperienza si commuove e ci commuove più volte. In fondo, dice, occorre provare a riportare l’universo in equilibrio e non servono gesti eclatanti, basta solo porgere la mano a chi ha più bisogno, portando un po’ di serenità e conforto nella sua vita.
Appena arrivati facciamo un giro nei locali dell’associazione. Un accogliente ingresso con a destra tre grandi stanze, coloratissime e piene di calore, senza porte divisorie, ricche di suggestivi quadri e splendidi tappeti, dove ci sono una sorta di sala registrazione e un piccolo palco per le esibizioni, che racchiude anche un telone per videoproiezioni.
Tante le sedie a disposizione per il pubblico che si intrattiene anche solo per godere della reciproca compagnia. E, in sottofondo, la soave musica e il dolce canto di alcuni soci che stanno provando dei brani in cui si esibiranno pochi giorni dopo.
Il corridoio, dall’ingresso, conduce prima all’angolo bar, quindi alla toilette e, infine, all’ufficio del Presidente, con una piccola parete di tufo a vista, scavata proprio nel Monte Echia. Ci accomodiamo appunto nell’ufficio, che ci garantisce l’intimità necessaria per dedicarci alla nostra chiacchierata.
Luigi, com’è nata l’associazione, da quando esiste e di cosa si occupa?
L’associazione, tecnicamente, è nata nel 2019, ma ci pensavo da tanti anni. Ho iniziato il commercio nel settore del tappeto nel 1986; i primi 10 anni li ho dedicati al lavoro e mi sentivo rivolgere con frequenza la domanda se dietro questo settore si nascondessero storie di sfruttamento minorile.
Ogni volta che provavo ad indagare, chiedendo agli esportatori, ricevevo risposte vaghe in merito, finché, nel 1995, appresi dell’omicidio di un bambino pachistano, Iqbal Masih, venduto dai genitori ad un fabbricante di tappeti, che lo teneva in schiavitù con altri coetanei.
Il piccolo si era ribellato ed era fuggito, mettendo in atto un processo di liberazione collettiva, da cui, poi, è nato un movimento.
Sono quindi venuto a conoscenza di un attivista indiano, Kailash Satyarthi, premio Nobel per la Pace nel 2014, che aveva fondato l’associazione Rugmark, trasformata, successivamente, in GoodWeave, quella che appunto seguiamo, che organizza laboratori controllati per dare un’opportunità ai bambini e alle loro famiglie, così che il loro sostentamento sia assicurato.
Ai genitori insegnano un mestiere, ai figli offrono percorsi formativi con scuole e laboratori di istruzione.
Da subito è stato un successo. Sono passati tanti anni e, con l’aiuto di molti produttori di tappeti del Nepal, Afghanistan, Pakistan, oggi siamo ad un ottimo livello.
Questo, però, non mi bastava. Oltre l’acquisto dei loro tappeti, per fare qualcosa di più concreto, ho dato vita a Prosperity.
L’associazione nasce proprio per avere la possibilità di organizzare serate, raccolte fondi, iniziative varie che, comprando tappeti e facendo donazioni, possono supportare sia GoodWeave, sia dare una mano a chi è più vicino a noi.
Fino a prima della pandemia, vendendo prodotti di lusso a famiglie benestanti, non mi ero reso conto che esisteva anche un altro mondo, vicinissimo a me, in cui vigono provazioni e disagi quotidiani anche sui beni di prima necessità. Purtroppo, finché non ci si scontra con delle crude realtà, sembra vada tutto bene.
Mentre era in atto l’emergenza sanitaria, invece, per rendermi utile, mi sono caricato di un’iniziativa, cominciando a raccogliere soldi per sopperire alle carenze alimentari di alcuni poveri del napoletano che mi erano stati indicati da persone fidate.
Con quei fondi, e grazie al prezioso aiuto dei miei figli e di amici sensibili a questo genere di tematica, ho acquistato e distribuito centinaia di pacchi alimentari. Qualcuno, forse, ne ha anche approfittato, ma molti, ne avevano veramente necessità. In cambio chiedevo solo una copia della carta d’identità, perché devo comunque giustificare ai miei soci come spendo i fondi dell’associazione.
Ho toccato con mano tante realtà complesse, nascoste, che sembra non esistano, perché, nella nostra società capitalistica e consumistica siamo distratti dalla materialità, senza, invece, badare all’essenza, e l’uomo è messo in secondo piano. Certo, non possiamo risolvere ogni problema, ma abbiamo il dovere morale di agire, per cambiare qualcosa, fosse anche solo una giornata di chi ha bisogno di aiuto.
Abbiamo anche supportato 25 alunni dell’IC ‘Giovanni XXIII’ di Sant’Antimo, su preziosa segnalazione della Dirigente scolastica, di alcuni docenti amici fraterni e di un parroco.
Sul sagrato di una chiesa, garantendo le distanze di sicurezza per evitare il contagio, abbiamo consegnato pacchi alimentari alle famiglie, che sono state accolte in orari diversi, garantendo, così, l’assoluto anonimato.
Un paio di settimane dopo eravamo a Napoli nella Fondazione ‘a Voce d’ ‘e creature di don Luigi Merola per coadiuvare il coraggioso prete nell’azione di solidarietà, prevenzione e salvaguardia della legalità, affidandogli alimenti per gente dell’Arenaccia.
Abbiamo poi acquistato e distribuito circa 300 calze della Befana per minori di due case famiglia di Casandrino e pantofole e pigiami a ragazze madri, che, all’inizio erano piuttosto diffidenti.
Non dimenticherò mai l’emozione provata quando una di loro, la più reticente, una decina di minuti dopo aver preso il vestiario destinato a lei, con uno slancio di estrema generosità, ha voluto ricambiare il nostro dono, regalandoci un suo cioccolatino, forse l’unica cosa che possedeva.
O quando abbiamo visto piangere bambini che avevano avuto un semplice pezzo di cioccolata, che chissà da quando non mangiavano! O ancora, la gratitudine di una mamma emozionata dalle grida di gioia dei suoi piccoli, che avevano appena ricevuto delle leccornie. Sono soddisfazioni incredibili, che ti scaldano il cuore.
Ecco perché che è nata questa nuova costola di Prosperity, in cui mettiamo tutte le nostre energie. Naturalmente, questo non è sufficiente. Vorrei dedicare più tempo alla beneficenza, ma, si sa, la vita è fatta anche di altro.
Lavoro, responsabilità familiari, impegni vari assorbono gran parte del nostro tempo, eppure, ognuno deve fare la sua parte. Restare indifferenti, ignorando le miserie del prossimo non ci rende esseri degni di stare al mondo, altrimenti siamo passati su questa terra solo per un bene materiale.
Altra problematica che vuole affrontare Prosperity è quella del distanziamento social – non sociale – social! Internet è un grande mezzo, risolve molte problematiche, mediche e di vivibilità, ci aiuta in vari aspetti del quotidiano, ma ci ha reso distanti.
La nostra società, soprattutto la meridionale, era già improntata all’individualismo, che ha stravolto il nostro modo di vivere, e i social l’hanno evidenziato.
Siamo, soprattutto, un gruppo di amici, anche di età diverse, con gli stessi ideali, che ha ancora voglia di incontrarsi, confrontarsi, imparare e migliorarsi, cosa che, credo, potrebbe farci rimanere ancora con i piedi per terra.
I soldi servono, è innegabile, ma non devono diventare la base su cui fondare tutto. Costruire sulle amicizie, cosa tra l’altro molto complessa, farsi una buona reputazione, come persona e come lavoratore, è quello che conta davvero.
Che tipo di attività mettete in essere?
Una volta vendevo solo tappeti, ora organizziamo mostre di pittori amici e conoscenti, più o meno affermati, non con l’intento di vendere i quadri, ma di dimostrare che l’Arte, la Bellezza, possono ancora aiutarci a vivere bene.
La musica è un’altra forma di Bellezza a cui non possiamo rinunciare; gruppi di musicisti volontari si esibiscono, ma, prim’ancora, si divertono e ci fanno divertire.
Teniamo corsi di yoga e di benessere psico-fisico. Il maestro, che è uno dei soci, Guglielmo De Martino, è l’ideatore di una delle scuole di pensiero più accreditate del settore dedicato al benessere e alle medicine tradizionali, il metodo MES, Movimento Energetico Spirituale, un sistema complesso composto di una didattica specifica per spiegare e capire i maggiori modelli sviluppati dall’uomo nei millenni, nell’ambito della salute, dallo yoga alla medicina tradizionale cinese, dai Chakra ai Meridiani energetici e ai Punti Marma e Tsubo.
Siamo pensando di inaugurare un torneo di burraco, dato che ci sono degli iscritti appassionati del gioco, e corsi di inglese, lingua importantissima con cui ci cimentiamo ogni giorno.
Una nostra socia è docente di antropologia all’Università Federico II e con lei abbiamo ideato una serata interessantissima, parlando del tappeto in Oriente e in Occidente. Il coinvolgimento dei presenti è stato totale; erano tutti molto affascinati ed incuriositi.
Vorremmo inaugurare dei cortoforum, intavolando discussioni ed approfondendo vari aspetti della Settima Arte.
A questo proposito, registi e sceneggiatori che volessero prendere in considerazione il nostro spazio per proiettare le proprie opere saranno i benvenuti.
Quali sono le modalità per associarsi?
Basta compilare con i propri dati una domanda di partecipazione, in cui ci si impegna a rispettare le disposizioni statutarie vigenti e le delibere degli organi sociali costituiti, che viene valuta dal Consiglio direttivo e, se non ci sono problemi di sorta, il richiedente viene accolto.
La quota associativa è di trenta euro annue, a copertura dei costi di gestione; è quell’obolo che serve a mettere in campo tutte le iniziative, che, naturalmente, per i soci non sono a pagamento. L’ingresso, poi, per gli stessi, è libero.
Il corso di yoga prevede una retta, ma senza quota d’iscrizione, coperta dalla tassa annuale. È prevista una lezione a settimana, con due turni, mattutino, il giovedì alle ore 10:00, e pomeridiano, il martedì alle ore 17:30.
Non escludiamo di metterne in preventivo una serale, se dovessimo raggiungere un numero orientativo di 10 partecipanti.
Vorremmo fare delle azioni di aiuto tra soci, una formula ‘socio tra i soci’: ognuno mette a disposizione la propria professionalità con una scontistica per gli altri membri di Prosperity.
Alcune sono già attive. Ad esempio, il direttore di un teatro ci ha proposto una campagna di abbonamenti ridotta del 10%. Lo stesso ha fatto un restauratore di mobili antichi. Una dottoressa specializzata in endocrinologia è in procinto di dare la propria disponibilità. Ovviamente aderisco anche io, con sconti su manutenzione e vendita dei tappeti.
Carlo Cordua, amico da quando eravamo ragazzi, pittore nostro socio, definito ‘l’ultimo pastellista’ e ‘il maestro del blu’, ha disegnato dei bozzetti da cui abbiamo realizzato delle pashmine d’autore in chiffon, molto eleganti e particolari; non si tratta dei soliti foulard che si vedono in giro, ma di una sorta di opere di serigrafia. A breve faremo il lancio pubblicitario e il ricavato delle vendite, al netto dei costi, sarà devoluto all’associazione.
Per incentivare la lavorazione del tappeto in Nepal, due pittori amici, tra cui proprio Carlo, hanno dipinto due tele da cui, con l’ausilio dell’associazione GoodWeave, abbiamo creato due tappeti fatti a mano in Nepal, che si possono ammirare nel nostro spazio espositivo.
Sono esibiti insieme alle foto che mostrano come si è arrivati a creare il tappeto, mediante un rendering, la preparazione delle lane, del telaio e, infine, la certificazione di GoodWeave.
Quali gli obiettivi per il prossimo anno?
Il 2024 sarà l’anno cruciale. Vorremmo cercare di fare un calendario di eventi ed aumentare il numero di soci, per canalizzare le forze e non disperderle. Una serata importante la vorremmo programmare per marzo, istituendo la I edizione del Premio Meo, dedicato ad un docente universitario nostro socio che ci ha lasciato a marzo scorso.
Sarà una borsa di studio per i ragazzi con portatori di handicap del Centro SInAPSi dell’Università Federico II di Napoli, dedicato agli studenti che si sentono esclusi dalla vita universitaria a causa di disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o difficoltà temporanee.
Come secondo premio, invece, pensiamo ad un corso di formazione professionale di yoga, tenuto, sempre, da De Martino, tra l’altro autore di alcuni libri sui temi dello sviluppo spirituale ed energetico dell’essere umano e sulla crescita spirituale.
Per l’autunno, insieme a personalità del Tribunale dei Minori, abbiamo in mente un convegno contro lo sfruttamento del lavoro minorile, per sensibilizzare la società civile su tali problematiche in Italia e all’estero.
Tutte le nostre iniziative sono promosse tramite i nostri canali social Facebook e Instagram, mentre, a breve, sarà online il nostro sito Internet.
Invito tutti coloro che vogliono rendersi utili a venirci a trovare, associandosi, proponendoci iniziative, segnalandoci situazioni delicate in cui poter intervenire, facendo donazioni, sostenendoci con il 5×1000, mettendo a disposizione se stessi, le proprie competenze, il proprio tempo, le proprie idee, rimboccandosi le maniche, insieme a noi, per aiutarci a cambiare in meglio il futuro dei piccoli più sfortunati.
Perché, ricordiamoci, i diritti dei bambini sono un dovere di noi adulti. Non restiamo a guardare…
Maggiori informazioni
Brochure Prosperity APS
Domanda di ammissione a soci Prosperity APS
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.