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Intervista a Camperio Ciani: Covid, inutili pareri di nani e ballerine

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Andrea Sigfrido Camperio Ciani


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Decisi i toni del professore dimissionario: dietro parvenza medica l’intento di eliminare gli oppositori al pensiero unico

La lettera al proprio Rettore del Prof. Andrea Sigfrido Camperio Ciani, Ordinario presso l’Università degli Studi di Padova, negli ultimi giorni è al centro del dibattito sul Green Pass, soprattutto per quanto riguarda le restrizioni inerenti alla scuola.

La riportiamo integralmente.

Collega Rettore, (non uso superlativi per ciò che segue), io sottoscritto prof Andrea Camperio Ciani, professore ordinario di codesta libera Università degli studi di Padova, avendo appreso dal decreto rettorale dell’obbligatorietà della tessera Green pass per svolgere lezioni, dichiaro formalmente, a lei, e per conoscenza al ministro dell’Università Maria Cristina Messa ed al Ministro della Sanità Roberto Speranza, che avrò l’onore e la dignità di rimettere davanti a lei il mio Green pass, accettando la sua dimissione dall’insegnamento dei miei corsi di ‘Evolutionary psycology’, ‘Genes mind and social behavior’, e ‘Animal and human behavior’, e la radiazione della mia cattedra di insegnamento quale professore ordinario, e sospensione dell’intero stipendio. Io mi prendo la responsabilità di ciò che affermo e aspetto il suo decreto di radiazione da codesta Università di Padova.

Sottolineo che in un’Università libera quale credevo fosse, l’appartenenza a tessere di partito, fasciste o di Green pass fossero avulse, dato lo spirito libertario e democratico che credevo ci appartenesse. Sono fiero pronipote del prof. Costanzo Zenoni, che rinunciò alla cattedra di Anatomia all’Università di Milano per non aderire al partito fascista. Antenati patrioti, eroi e pensatori, mi avevano illuso che l’università avesse appreso principi di libertà e democrazia, vedo che così non è e me ne assumo le responsabilità. Mi rifaccio al patto sociale di Hobbs – aggiunge -, che più di trecento anni fa sanciva quanta libertà il cittadino dovesse abdicare allo Stato e quanta tenersela. Dichiaro che in nome della libertà individuale, per tutti i no vax che non condivido ma tollero insieme a testimoni di Geova, ed ai timorosi, o male informati, ritengo che discriminarli sia opera liberticida ed oscurantista. Sono quindi fiero di rimetterle il mio mandato ed attendo il suo decreto di licenziamento.

Viva la libertà qualunque essa sia.

Ma se il suo nome solo in questi giorni è diventato conosciuto ai più, in ambito accademico, invece, è noto agli addetti ai lavori per le sue ricerche, ma anche per le battaglie portate avanti per i diritti umani, per la difesa della libertà in ogni sua forma.

Lo abbiamo sentito telefonicamente per approfondire la sua posizione.

Ne è venuta fuori una cordiale conversazione, in cui il Professor Camperio Ciani si è espresso, spesso con toni anche forti, sulla gestione della pandemia in Italia, sul Green Pass, e non solo.

Ha ricevuto una risposta alla sua lettera dal Rettore?

Le Poste Italiane vanno piano… non ho ricevuto risposta alcuna da parte del Rettore Rizzuto, nonostante il clamore mediatico che ha suscitato.

Lei è vaccinato?

Sì, io e la mia famiglia lo siamo. Ho anche il Green Pass, eppure non l’ho usato oggi, ho preferito mangiare fuori dalla pizzeria, nonostante piovesse.

Se il Rettore avesse dato a me e ai miei colleghi una scelta, del tipo “se siete vaccinati insegnate in presenza, se non lo siete lo fate in FAD”, allora avrei accettato. Equivarrebbe a dire “se hai la patente guidi l’auto, altrimenti vai in bicicletta”, e va benissimo, sono d’accordo.

Altro discorso è affermare “se non hai la patente o la tessera fascista, ti licenzio e ti tolgo lo stipendio”. Questo non va assolutamente bene.

Lei ne fa, quindi, un discorso di libertà; il Green Pass usato in maniera discriminatoria?

Certamente. La cosa che stupisce è che l’Università, che dovrebbe essere la sede delle giovani idee, dell’irredentismo, dell’uguaglianza, dell’inclusione, delle libertà è invece diventata la sede prona ai servizi di politici che nulla capiscono di medicina.

Ricordo ai medici il loro giuramento di Ippocrate, con il quale hanno cominciato la loro professione, dicendo che giurano di assistere vinti e vincitori, dunque vaccinati e non vaccinati, vax e no-vax. È lo stesso voto che ha prestato Gino Strada con EMERGENCY.

La stessa distinzione vax e no-vax è riduttiva. Ci sono molte persone che hanno fatto altri vaccini, ma sono diffidenti a quelli anti-Covid, che hanno un’utilità e degli effetti collaterali abbastanza controversi. Anche in questo caso dovrebbe essere piena libertà del singolo vaccinarsi o meno. Che ne pensa?

Vorrei che concludesse le mie affermazioni in virgolettato scrivendo: “Viva la libertà, qualunque essa sia. Qualunque!”

Stiamo parlando di un problema sanitario e con la scusa delle falsità mediche si sono fatti fuori gli ebrei, i Down, gli afroamericani, gli omosessuali, i dementi, i diversi. Lei capisce che questo è un discorso che si nasconde dietro ad una parvenza medica, ma è ideologico, serve per eliminare chi si discosta dal pensiero unico.

Sono un genetista, mi occupo di virus, di distribuzione dei geni. Un mio lavoro, pubblicato in un articolo nel maggio 2020 sugli omosessuali ha fatto il giro del mondo e le mie ricerche sulla genetica degli omosessuali e della selezione socialmente antagonistica, hanno consentito alla Corte Suprema dell’India di depenalizzare l’omosessualità, conferendo diritti civili, libertà ed inclusione a 60 milioni di individui. Non credo che lei conosca uno psicologo che, da solo, con un piccolo gruppo di studenti ha potuto cambiare la vita, in maniera radicale, a così tante persone.

Se si cerca il mio nome su Google, si trovano tutte le pubblicazioni degli ultimi 20 anni, tese a dimostrare che l’omosessualità è genetica, non è un vizio, e che la Chiesa e gli anglosassoni hanno torto. Questa battaglia ha avuto esito di libertà per milioni di cittadini non solo in India ma in tutte le nazioni in cui vigeva il diritto anglosassone, che perseguitava con 10 anni di carcere gli omosessuali. E 10 anni di prigionia in India equivalgono ad una condanna a morte, perché nessuno sopravvive.

Mi sono sempre battuto, da 40 anni a questa parte, per le minoranze, per i diritti civili, per l’ambiente, per la conservazione delle foreste contro il riscaldamento climatico, soltanto che le mie ultime esternazioni su Facebook in cui confrontavo il Covid con il riscaldamento globale, sono state censurate in 20 minuti.

Durante le mie lezioni del maggio di quest’anno dicevo che il virus sarebbe andato a scomparire, mentre l’innalzamento dei mari e la desertificazione sarebbero continuati, affliggendo milioni e milioni e milioni di individui che non hanno voce, eppure me l’hanno censurata!

Non sono il signor qualunque, porto avanti queste posizioni da 40 anni. I miei genitori, i miei nonni, mi hanno educato in questo modo. Per me è ben poca cosa dimettermi davanti ad un problema di libertà così grande e così fascista. Non mi importa niente. Andrei, con tutti i miei amici, sulle barricate a difendere questa idea. Se altri vengono con me, andiamo tutti insieme, finché non diranno “basta”.

Se tutti i miei colleghi dicessero “io straccio il Green Pass” con chi farebbe lezione il Rettore? Se gli studenti lo stracciassero, a chi si farebbe lezione?

Assurdo, poi, che gli studenti che non hanno il Green Pass non possano fare gli esami a distanza! Che senso ha dal punto di vista medico?!

L’unica cosa vera è che chi si vaccina non muore e che chi non lo fa può morire, con lo 0,2% di probabilità. È una scelta del singolo, una scelta di libertà, insindacabile, ma chi non si vaccina non fa morire chi si è vaccinato! Cosa hanno da lamentarsi allora i vaccinati?

Chi si vaccina, come ho fatto io, non deve temere le varianti. Cosa diciamo ai fumatori e agli alcolisti? Quante sono le persone che muoiono per ipertensione, per tumore ai polmoni perché fumano? Cosa facciamo loro? Togliamo loro la patente, la tessera fascista, impediamo loro di intasare le terapie intensive?

Lei si occupa anche di etologia e di comportamenti. Uno degli aspetti che probabilmente è stato molto sottovalutato riguarda le conseguenze psicologiche sulle nuove generazioni. Qual è la sua posizione?

Mi ha dato l’occasione di spiegare una cosa che dico durante le lezioni ai miei studenti. I vaccini sono invenzioni dell’uomo moderno. La Spagnola è sparita in due anni, non grazie alle mascherine, ai vaccini o alle cure, perché non ce n’erano, ma è sparita facendo sesso e mettendo al mondo bambini. Sappiamo benissimo che i bambini, finché hanno il timo, conservano un sistema HLA molto suscettibile a difendersi da un virus. Non c’è un bambino che sia morto di Covid, perché non poteva. E questo si sa dai tempi della Peste; i virus, nei minori, non si sviluppano, quindi la soluzione non è l’isolamento sociale, ma il contatto sociale. Le nuove generazioni si disinteressano del Covid, sarà per loro un’influenza come tutte le altre.

Tutti i virus che hanno invaso l’uomo non uccidono – herpes, papilloma virus, raffreddore, influenza – convivono con lui, perché se lo facessero, ucciderebbero il cavallo con cui corrono e si riproducono, se uccidessero l’ospite questo non farebbe le goccioline, perché i morti non respirano.

Non è difficile da capire. Eppure, i nostri politici non ci arrivano, non sono in grado di comprenderlo, perché legati ad interessi economici che stanno dietro al Covid stesso.

Gli stessi medici che vanno in TV sono “terapisti intensivi”, ricevono i malati quando sono terminali; è come chiedere ad un benzinaio, mentre si sta facendo il pieno alla macchina, che ne sarà delle risorse petrolifere del mondo. Il suo lavoro è semplicemente rifornire di carburante l’auto, non può sapere della distribuzione delle risorse petrolifere. Non è sua competenza.

Quindi, intervistare nani e ballerine come noti politici di differente estrazione, è esattamente come chiamare in causa il benzinaio su una questione di cui non è assolutamente in grado di discutere, perché esula dal suo campo. Le persone che sono adeguate, invece, sono i genetisti, gli epidemiologi e gli statistici matematici che si occupano di socialità; tutti gli altri devono stare zitti ed obbedire, nella loro libertà, ma non hanno il diritto di parola. Non è che uno vale uno.

Io sono uno scienziato, studio da 40 anni, pubblico su riviste internazionali, lavoro solo con dati empirici, non indosso semplicemente un camice durante un’intervista televisiva, come fanno alcuni, per visitare i malati terminali. È arrivato il momento che tutti insieme si riconosca che questi personaggi sono solo degli ebeti.

Viva la libertà, qualunque essa sia. Qualunque!

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.