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‘Interno Abbado’ all’Argot Studio

'Interno Abbado'


In scena a Roma dal 5 all’8 dicembre

Riceviamo e pubblichiamo.

Va in scena dal 5 all’8 dicembre all’Argot Studio di Roma ‘Interno Abbado’, spettacolo scritto e diretto da Andrea Baracco, con Giandomenico Cupaiuolo, musiche dal vivo Edoardo Petretti.

E se un giorno, senza alcun segno premonitore, la quotidianità, l’ovvio e (in) naturale scorrere del tempo domestico, assumesse, di colpo, tratti insopportabili e urticanti? Esplodesse, insomma, senza che, in apparenza, niente e nessuno si sia ingegnato per provocare il disastro, senza uno straccio di artificiere che abbia innescato alcun ordigno.

Solo l’improvviso, irreversibile, precipitare degli eventi; una specie di pozzo nero che inghiotte tutti quegli ‘affetti’ che fino ad un momento prima erano stati morbidi cuscini, reti di protezione, ed ora, invece, solo lame ben affilate e arnesi contundenti.

La nausea, l’asfissia, la pelle che si fa dura, il corpo incandescente, non riuscire più a tollerare ciò che fino a poco prima era cornice necessaria della propria esistenza.

Essere vittima di una specie di ‘folgorazione’, presi nella trappola di una lucidità estrema e illuminante , in cui ogni contraddizione, ogni ombra della propria vita, di colpo, emerge con una violenza tanto dirompente quanto evidente. Ed allora è impossibile far finta di non aver visto.

Andrea Baracco annota:

Un telefono… Un uomo vestito da donna… Un organetto che suona melodie popolari.. Il dialetto pugliese… Dei fiori finti… Dei santini di Padre Pio… Il rumore di una bocca essiccata dall’arsura…

Rosa Abbado ha smarrito il proprio uomo e non riesce più a dormire; il telefono squilla e un appuntato si aggira frenetico per le scale della questura di Foggia; una donna inattesa ed ‘algida’ bussa alla sua porta e la osserva forte, ma così forte, che quasi la spoglia con gli occhi.

Una vita trascorsa fino a quel momento più a nascondersi che a mostrarsi, più a far dimenticare di sé che a lasciare il segno della propria esistenza, d’improvviso, si trasforma, per un banale e fortuito incidente, in una giostra di paradossali avvenimenti che finiranno per metterne a nudo gli aspetti più nascosti e indicibili.

Senza indugiare, allora, la signora Abbado, svela il proprio corpo martoriato e candido, in un ultimo, definitivo, ricongiungimento con l’altra parte di sé.

Argot Studio
Via Natale del Grande, 27
00153 Roma RM

Per info e prenotazioni: bit.ly/Biglietteria_ArgotStudio

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