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Intelligenza artificiale e usarla senza sapere: gli smart contract

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Sai che ogni giorno usi l’Intelligenza artificiale e che questa tua scelta fa perdere posti di lavoro?

Quando decidi di usare una cassa automatica al supermercato, stai interagendo con un sistema che registra ciò che acquisti e monitora: dai prodotti passato allo scanner, fino al pagamento.

L’AI controlla il funzionamento, riconosce gli errori, come dimenticare di passare un prodotto, e si assicura che la transazione avvenga in modo fluido. Questi sistemi non sono altro che una versione pratica e quotidiana di un fenomeno molto più grande: gli smart contract.

Gli smart contract sono accordi automatizzati che funzionano su una blockchain, un registro distribuito che garantisce trasparenza e sicurezza. In termini semplici, sono come programmi informatici che eseguono automaticamente le condizioni di un contratto quando vengono soddisfatti determinati requisiti.

Altro esempio?

Un acquisto online: il pagamento potrebbe essere rilasciato automaticamente al venditore solo dopo che la spedizione è stata confermata. Nessun intermediario, nessun ritardo.

Come alla cassa automatica, dove l’Intelligenza artificiale controlla che tutto sia corretto, gli smart contract si assicurano che le transazioni avvengano in modo sicuro e conforme agli accordi, senza bisogno di supervisione umana.

Tuttavia, mentre l’esperienza al supermercato può sembrare semplice, gli smart contract aprono scenari molto più complessi, che coinvolgono non solo il commercio ma anche il settore immobiliare, la finanza e persino la gestione di intere catene di approvvigionamento.

L’automazione del controllo riduce i margini di errore e velocizza i processi e il potenziale di questi strumenti è enorme, ma come per ogni tecnologia, bisogna essere cauti: poiché gli smart contract operano automaticamente, è essenziale che siano progettati in modo preciso e sicuro. La loro efficacia dipende da come vengono programmati e da quanto siano chiare le istruzioni che devono eseguire.

Chi si occupa di redigere e gestire questi contratti deve garantire che non vi siano falle o condizioni ambigue, poiché una volta attivati, non è possibile modificarli senza il consenso di tutte le parti coinvolte.

In definitiva, la prossima volta che utilizzerete una cassa automatica, ricordatevi che state osservando solo la punta dell’iceberg dell’automazione dei processi. Gli smart contract rappresentano il futuro di molte transazioni, riducendo la necessità di intermediari e aumentando la fiducia tra le parti.

E come ogni innovazione, richiedono regole chiare, buona programmazione e, soprattutto, avvocati che sappiano come garantirne l’efficacia e la sicurezza.

Ma altri settori saranno toccati da questo sistema e la nostra esistenza dipenderà ancora più dalla tecnologia. Ne trarremo vantaggi, ma sarà tutto positivo?

Un settore a cui potrebbero trovare applicazione è quello immobiliare.

Tradizionalmente, per acquistare una casa o affittare un appartamento, ci si affida ad un intermediario, come un agente immobiliare o un notaio, per verificare i termini dell’accordo e le condizioni di pagamento. Con gli smart contract, questo processo potrà essere completamente automatizzato.

Il contratto potrà essere programmato per trasferire automaticamente il titolo di proprietà una volta ricevuto il pagamento, e tutto sarà trascritto in automatico al catasto. Potrebbe essere anche un modo per risparmiare sui costi, magari evitando il notaio.

Questi esempi, se da un lato mostrano l’enorme potenziale degli smart contract nell’efficienza e nella riduzione dei costi, dall’altro evidenziano il rovescio della medaglia: la progressiva perdita di posti di lavoro legati a funzioni amministrative e intermediarie.

Professioni come quella dell’agente immobiliare, del notaio o dell’amministratore logistico potrebbero vedere una riduzione della domanda, man mano che la tecnologia prende il sopravvento su compiti che prima richiedevano l’intervento umano. Intanto chi corre i primi maggiori rischi sono le cassiere del supermercato.

In questo scenario, il compito delle aziende non si limita ad implementare le nuove tecnologie in modo efficiente, ma include anche la gestione etica del cambiamento, cercando di ricollocare o riqualificare il personale per evitare che la trasformazione digitale lasci dietro di sé una scia di disoccupazione non mitigata.

Autore Gianni Dell'Aiuto

Gianni Dell'Aiuto (Volterra, 1965), avvocato, giurista d'impresa specializzato nelle problematiche della rete. Di origine toscana, vive e lavora prevalentemente a Roma. Ha da sempre affiancato alla professione forense una proficua attività letteraria e di divulgazione. Ha dedicato due libri all'Homo Googlis, definizione da lui stesso creata, il protagonista della rivoluzione digitale, l'uomo con lo smartphone in mano.