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Insediamenti templari in Calabria

Templari - disegno di Daniela La Cava

Templari - disegno di Daniela La Cava



Le tracce del passaggio dei Cavalieri del Tempio di Salomone

Guerrieri leggendari, miti senza tempo, un corpo militare che non ha avuto uguali nella storia. Ma da dove nasce questo mito realmente esistito?

Intorno ai monaci guerrieri, aleggiano tanti misteri, così potenti da essere indissolubilmente legati alla leggenda del Santo Graal!

Ma perché fu istituito quest’ordine che si attivava così vivamente contro la sacralità della vita concepita del cristianesimo?

I Templari o Cavalieri del Tempio di Salomone furono il primo ordine monastico cavalleresco della storia, grazie al loro fondatore Ugo de Payen che, insieme ad altri 6 compagni d’arme, lo istituì per difendere i pellegrini in viaggio per le Terrasanta.

Dopo altri ne cominciarono a nascere o a sposare la causa militare, pur mantenendo l’originale aspetto ospitaliero e assistenziale come i Cavalieri di Malta.

Contrariamente a quanto si pensa però, i templari, non erano insediati solo in Outremere o in Francia ma il loro potere si estendeva a tutti i confini fino allora conosciuti, creando una rete così fitta da essere temuti perfino dai re. Proprio questo potere, al disopra di quello monarchico, sarà causa del loro declino.

Infatti, quando il re di Francia Filippo IV detto “Il Bello” ricevette un categorico rifiuto alla richiesta di ammissione, questi si risentì così tanto da ordire una pena esemplare che si concluse con il rogo dei cavalieri.

L’esecuzione, avvenuta il venerdì 13 ottobre del 1307, aggiunse alla scia di leggende che da sempre li affianca anche una maledizione legata al venerdì 13.

Tra i luoghi scelti per i loro approdi e insediamenti riveste un luogo importante anche la Calabria, sia per motivi legati alla geografia del territorio, in quanto ponte naturale tra oriente e occidente e numerosi affacci nel mediterraneo, sia per le numerose costruzioni di edifici, tombe, epigrafi, strade ecc., dove tutt’oggi tracce dei loro misteri troneggiano superbi, muti nel loro secolare silenzio, che invano tempo e mano umana hanno cercato di cancellare.

Lo stupore iniziale deve lasciar spazio alla consapevolezza che per molto tempo la Calabria ha vantato attenzioni e dominazioni da parte di popoli provenienti da luoghi lontanissimi dove poter far fiorire la loro cultura.

Paesi che a lungo hanno imposto la loro presenza finché il fato, non si è nuovamente scagliato contro la loro memoria come una maledizione che si rinnova: era il 1783, l’anno che la terra tremò devastando l’intera regione, un cataclisma più devastante del terribile terremoto del 1908 che si abbatté tra Reggio e Messina, ma questo fu talmente intenso da radere al suolo interi comuni, e con essi testimonianze architettoniche, iconografiche e archivistiche che quei territori custodivano.

In seguito al cataclisma questi luoghi furono per lungo tempo abbandonati ma, nonostante lo scorrere dei secoli, ancora oggi trasmettono la desolazione di quel tragico evento contro cui nulla poteva essere fatto…

Località come Umbriatico, Montauro, non a caso soprannominata la Rennes de Chateaux Italiana, Malvito di Pauciuri e molti altri sono testimoni ciechi di un orrore che ha spezzato secoli di storia e di gloria.

Ma cosa si nasconde dietro i ruderi di queste piccole località calabresi, ancora brulicanti di vita?

L’elenco è lunghissimo, paralleli che si intrecciano come se d’improvviso ci catapultassimo dentro una trama in stile Dan Brown, dove storici e ricercatori devono improvvisarsi dei moderni Poirot, armati di un grande acume e dello spirito d’avventura e coraggio che distingueva un nobile cavaliere del Graal da un volgare tombarolo a caccia di reliquie.

Registri vaticani riportano nomi, proprietà e documenti inoppugnabili sulla presenza templare il tutto il territorio regionale, e con loro simboli e dogmi che da sempre sono associati a quest’ordine.

Elencarli tutti richiederebbe più parole di quanto un semplice articolo possa contenere, mi limiterò perciò ai luoghi descritti, invitando i lettori a ripercorrere le tracce di un antico ordine che venne sciolto perché inflessibile di fronte all’avidità e la superbia di uno stolto re.

Autore Daniela La Cava

Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".

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