Home Rubriche Tra cielo e terra Iniziati e doveri

Iniziati e doveri

2227
Cyrano de Bergerac


Download PDF

Riflessioni sparse sugli obblighi collegati all’iniziazione

Sul concetto di iniziazione e contro-iniziazione ci siamo già soffermati.

Ci siamo tornati, quando abbiamo individuato nella grembiulite uno dei segni della degenerazione contro-iniziatica.

Ma un aspetto che forse non abbiamo sufficientemente trattato è quello dell’atteggiamento che un iniziato dovrebbe avere di fronte a soggetti o comportamenti che sono palesemente anti-iniziatici.

Ma facciamo un passo indietro.

Cosa o chi è un iniziato?

Se proviamo a fare riferimento alla definizione sul vocabolario Treccani della lingua italiana possiamo cominciare a farci un’idea.

s. m. (f. -a) [part. pass. di iniziare]. – 1. Chi è ammesso alla conoscenza e alla pratica di determinati culti religiosi mediante rito di iniziazione: solo gli iniziati ai misteri potevano assistere agli atti del culto; frequente (anche nelle accezioni che seguono) l’uso con la negazione: a tali riti erano esclusi i non iniziati. Per estens., chi è ammesso a partecipare all’attività di sette e società segrete.
2. fig. Chi già possiede una sufficiente conoscenza e familiarità in scienze, tecniche e studî molto specializzati: una conferenza, un dibattito che solo pochi i. hanno potuto seguire; usare un linguaggio da i., per iniziati, oscuro per eccessivo tecnicismo; problemi astrusi, incomprensibili ai non iniziati.
https://www.treccani.it/vocabolario/iniziato/

Ma siamo ancora lontani da quello che vogliamo intendere. Se ci ritroviamo per quanto riguarda l’accesso a conoscenze riservate, l’accento sui culti religiosi o il riferimento a sette o società segrete escluderebbero molte istituzioni iniziatiche, Massoneria compresa.

Parlare di iniziazione e restringere il campo è oltremodo riduttivo.

Le vie iniziatiche possono essere di diversa natura, come messo in evidenza da Steiner, che spesso citiamo nei nostri discorsi.

La conoscenza e il potere, che vengono conferiti all’uomo per mezzo dell’Iniziazione, non potrebbero, senza di essa, essere da lui acquistati, che in un lontanissimo avvenire – dopo molte incarnazioni – per tutt’altra via, e anche in forma affatto diversa. Oggidì, chi viene iniziato, sperimenta qualche cosa, che altrimenti non sperimenterebbe che molto più tardi, in condizioni completamente differenti.
Rudolf Steiner – L’iniziazione

L’iniziato è un privilegiato, in questo senso, una persona alla quale, per attitudine e perché ‘individuata’, viene data l’opportunità di accedere ad una conoscenza e ad un potere che altrimenti non sarebbero stati raggiunti che dopo molte incarnazioni.

Ma quali sono le conoscenze e il potere di cui parla Steiner?

Abbiamo già discusso sul rapporto tra uomini e potere, ma soprattutto tra Massoneria e potere.

Per un iniziato il Potere si identifica con la consapevolezza, che si traduce in libertà.

Se sono consapevole dei miei comportamenti, delle conseguenze che possono avere anche nei confronti delle persone che mi circondano, allora le mie scelte saranno autenticamente libere.

Che tipologia di conoscenza, invece, deve perseguire un iniziato?

Anche in questo facciamo riferimento a Steiner.

Ogni conoscenza che tu cerchi al solo fine di arricchire il tuo sapere, di accumulare tesori, ti fa deviare dalla tua strada; ogni conoscenza però, che tu cerchi per maturarti sulla via della nobilitazione dell’uomo e dell’evoluzione del mondo, ti porta avanti di un passo.
Rudolf Steiner – L’iniziazione

La conoscenza, come il potere, non coincide con quello ‘profano’.

Non sono conoscenze che fanno accumulare tesori, ma che nobilitano l’uomo e portano all’evoluzione del mondo.

Per il bene e il progresso dell’umanità, direbbe qualcuno.

Conoscenze e potere che, ovviamente, non sono alla portata di tutti, ma che, anzi, dovrebbero essere ‘protette’.

Perché esiste una legge naturale per tutti gli Iniziati, che li spinge a non negare a nessun vero aspirante la conoscenza che gli è dovuta. Ma vi è pure un’altra legge altrettanto naturale, che inibisce che venga comunicato alcunché della conoscenza occulta a chi non ne sia degno. E un iniziato tanto più è perfetto, quanto maggiore severità pone nell’osservare queste due leggi. La catena spirituale che abbraccia tutti gl’iniziati non è esteriore, ma le due leggi succitate formano solide grappe, che tengono   assieme le parti che costituiscono quella catena.
Rudolf Steiner – L’iniziazione

La perfezione iniziatica, per Steiner, si incarna nella severa osservanza di questo principio.

Ma cosa accade se, per svariati motivi, all’iniziazione accedono anche persone che non sono degne?

Se vengono ammessi soggetti già poco “attrezzati” per la civile convivenza, frustrati da fallimenti profani, da carriere meno che mediocri, scaturite, magari, da parentele dirette o acquisite, con voglia di rivalsa per essere stati magari bullizzati a scuola?

Se una qualsiasi istituzione iniziatica viene contaminata da stupidità e ignoranza?

Potremmo unire stupidità e ignoranza sotto il nome di incomprensione; ma il sopportare quest’incomprensione non significa che si debba giungere a concessioni di qualsiasi genere o rinunciare a rettificare gli errori a cui essa dà luogo: faremo anzi il possibile per evitare che si diffondano, il che è spesso uno spiacevole compito, soprattutto quando, di fronte all’ostinazione di certuni, si devono, ripetere cose che dovrebbe essere sufficiente dire una volta per tutte.
René Guénon – Iniziazione e realizzazione spirituale

Il discorso di Guénon è generico, ma andrebbe applicato, a maggior ragione, a contesti iniziatici.

Abbiamo parlato anche del concetto di tolleranza, individuando una forma debole ed una forte di tale virtù.

Ma fino a che punto un iniziato può tollerare che un’istituzione possa essere inquinata da ignoranza, fanatismo e ambizione?

Sempre Guénon parlava di contro-iniziazione.

La contro-iniziazione è da intendersi come una “iniziazione deviata e snaturata” che si pone nei confronti di questa come “una ombra invertita” tentando di costituirsi come potere alternativo, opposto a quello regolare, come una sorta di nuova autorità spirituale in grado di orientare gli eventi e le scelte umane.
René Guénon – Il regno della quantità e il segno dei tempi

Per cui, cosa dovrebbe fare, tanto per fare un esempio, il dge slong pha che si accorge che nel suo monastero ci sono spinte che mettono in dubbio gli stessi fondamenti del buddismo?

I Vangeli ci riportano un episodio, a nostro parere, molto significativo.

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Giovanni 2,13-22

Bisogna essere Cristo, per cacciare i mercanti dal Tempio?

O forse è Cristo stesso, il simbolo più alto dell’iniziato, così come era nell’idea del Principe Raimondo de Sangro nella sua revisione della Cappella Sansevero, per mezzo di quel capolavoro che è il Cristo Velato?

Si è veramente iniziati se si tollera la deriva dei propri principi nel proprio Tempio?

E può essere un alibi la probabilità che siano i mercanti a cacciare dal Tempio gli Iniziati?

Può far parte degli Iniziati, la vigliaccheria?

Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
Perché il Male ed il Potere hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità,
Farmi umile e accettare che sia questa la realtà?

Il Potere è l’immondizia della storia degli umani
E anche se siamo soltanto due romantici rottami,
Sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
Siamo i “Grandi della Mancha”,
Sancho Panza… e Don Chisciotte!
Francesco Guccini – Don Chisciotte

Può l’iniziato rinunciare ad un po’ di dignità per paura del potere?

Il potere con la p minuscola. Quello drammaticamente profano.

O ci si batte solo quando c’è la speranza di successo?

Que dites-vous?… C’est inutile?… Je le sais!
Mais on ne se bat pas dans l’espoir du succès!
Non! non, c’est bien plus beau lorsque c’est inutile!
– Qu’est-ce que c’est que tous ceux-là! – Vous êtes mille?
Ah! je vous reconnais, tous mes vieux ennemis!
Le Mensonge?

(Il frappe de son épée le vide.)

Tiens, tiens! – Ha! ha! les Compromis,
Les Préjugés, les Lâchetés! …

(Il frappe.)

Que je pactise?
Jamais, jamais! – Ah! te voilà, toi, la Sottise!

– Je sais bien qu’à la fin vous me mettrez à bas;

N’importe: je me bats! je me bats! Je me bats!
Edmond Rostand – Cyrano de Bergerac

Non è forse la peggior sconfitta tollerare la menzogna, il compromesso, i pregiudizi, la stoltezza?

La viltà!

N’importe: je me bats! je me bats! Je me bats!

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.