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Inferno e Paradiso

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Inferno e Paradiso


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Ho imparato che non intendo più impiegare tempo a sprecare il mio tempo; ogni singolo secondo della mia vita, ogni attimo ha il suo preciso valore per il ventre della Volta Celeste in cui ritornerà e da dove è effettivamente partito.
Ogni uomo, ogni donna impiega anni a dibattersi fra due stadi mentali: inferno e paradiso; dicono che il primo generi paura e disperazione, mentre il secondo gioia e gaudio; io non ci credo, non più come un tempo, non adesso che ho definitivamente staccato dai miei occhi spirituali l’ultimo velo che restava della mia ingenuità.

Ho conosciuto la morte di chi ho amato e la sofferenza che ha comportato per il mio cuore, per il mio essere uomo, per la mia essenza spirituale, ritenendo che quello fosse l’inferno eppure, col tempo, ho scoperto che proprio quell’inferno del mio passato si è mutato in gioia per il mio presente.

Nessun essere umano su questo piano fisico possiede l’eternità; quale infinita consolazione per l’anima prima e per lo Spirito in attesa poi possiede il dono della morte corporale: siamo eterni certo, ma non per questo mondo, non per la materia, non per il nostro involucro corporeo.

Proprio lui, il corpo, è l’unico mezzo che abbiamo per fare questa esperienza che decidiamo di espletare nella Dimensione Spirituale da cui proveniamo.

La nostra carne ci dona emozioni che variano dal dolore alla gioia, dalla sofferenza alla serenità; viviamo per amare, per donarci, per comprendere la nostra reale identità; questo è il viaggio che intraprendiamo ogni volta che decidiamo di vivere un pezzetto di eternità in questo mondo fisico per evolverci e perfezionarci, innanzi agli occhi di quel Dio che ci ha donato il libero arbitrio.

Non esiste inferno, non esiste paradiso, ma esistiamo noi stessi col nostro inferno e col nostro paradiso; ogni scelta che compiamo ci porta cambiati a quella successiva, e così per tutto quanto il tempo che restiamo in vita e assaporiamo il sapore dolce e amaro del suo contenuto immortale.

Ognuno è chiamato a bruciare di Spirito; ognuno ha l’opportunità di godere del proprio corpo e di tutto ciò che esso può avvalorare nella nostra vita terrena.

Ho imparato a camminare sulle rinunce, ma adesso è giunto il momento di raccogliere i fiori di Conoscenza che l’esperienza vera e reale comporta; il senso di sé è da riscoprire in ogni singolo attimo che questa vita fisica ci concede e ci mette a disposizione; nulla di tutto ciò va sprecato o buttato via per ordine della paura o per le sue consorelle frustrazione e apatia.

Oggi rammento alcuni ricordi della mia infanzia; adesso ripenso ai primi istanti di questa vita e mi rendo conto che quell’origine me la porterò dentro per sempre, in ogni posto, in ogni luogo, in ogni incontro fino al momento esatto in cui mi sarò nuovamente congiunto con me stesso.

Quando il sole risplende sul proprio volto, non bisogna voltarsi dall’altra parte, bensì goderne e assaporarne il fragore naturale e spirituale; quando la pioggia bagna il nostro capo, non è utile rifugiarsi, ma bere il senso reale di quelle lacrime di cielo che ci ricordano da dove veniamo e dove ritorneremo.

La prima persona che devo imparare a perdonare è me stesso; perdonarmi di tutto, perdonarmi del nulla, perdonarmi per i giorni di paura, perdonarmi per ogni respiro che non ho naturalmente restituito all’Universo.

Io perdono me stesso e tutto quanto il mio vissuto e così mi affaccio nuovamente al mondo, con una speranza nuova che ristora il mio cuore, la mia mente, la mia Scintilla Divina.

E sono inferno e sono paradiso, e sono tutto ciò che la mia vita mi offre e mi consente di scoprire e di godere, perché ognuna di queste cose, ogni emozione, ogni persona, ogni incontro mi conduce verso me stesso.

Guardo il mare, respiro il vento, mangio la terra che calpesto e mi riscaldo al cuore del sole: oggi so chi sono, oggi mi riconosco, oggi mi perdono ancora una volta per questo giorno, per questa ora, per questa mia Vita.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".