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‘Inferno 1860’, di Marco Lapegna

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'Inferno 1860', di Marco Lapegna


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Autore: Marco Lapegna
Titolo: Inferno 1860
Editore: Rogiosi Editore

ISBN: 978-88-6950-399-3
Anno pubblicazione: 2020
Edizione: I
Prezzo: €18,00
Pagine: 400

Il 1860 è senz’altro un anno di transizione. Un periodo di attesa che segna la frattura in quel delicato equilibrio tra un potere ben radicato all’interno del Regno delle Due Sicilie, impersonato nella famiglia dei Borbone, e l’avvento di un progetto comune, legato alla sempre più entusiasta adesione di molte parti della popolazione del Regno alla costruzione di un’Italia unita.

Il 1860 è quindi un’era di mezzo nella quale gli equilibri del potere diventano sempre più sfocati, tra il tentativo del potere costituito di ingraziarsi il volere del popolo attraverso un meccanismo amministrativo e burocratico assai vicino al clientelismo, pur di non sollevare gli inferociti animi di una popolazione nel Meridione ormai insofferente, ed invece la consapevolezza che un nuovo ordine sociale sta prendendo la ribalta sulla penisola italiana.

È in questo quadro così complesso, quasi sospeso tra una realtà storica assai sedimentata, ormai prossima a scomparire e la diffusione sempre più capillare degli ideali mazziniani, che nella città di Napoli si consuma un duplice omicidio: vittime un’anziana venditrice ambulante e la moglie di un famoso giudice napoletano.

Questo è lo scenario che fa da sfondo al secondo romanzo di Marco Lapegna, ‘Inferno 1860 – Un noir napoletano’, edito da Rogiosi nell’ambito della collana Rosso&Nero.

Nel libro, Lapegna affida le indagini all’ispettore di primo rango della polizia borbonica Gaetano Casagrande, trovandosi quest’ultimo nell’arduo compito di capire il nesso omicida tra l’uccisione di un’anziana signora del popolo e un’aristocratica donna napoletana all’interno dell’appartamento di uno dei giudici più famosi del Tribunale di Napoli.

Le indagini verranno, infatti, a complicarsi proprio a causa del fragile contesto storico in cui le vicende sono ambientate, dovute al ripristino della Costituzione del 1848 da parte dei Borbone che sancirà non solo la libertà per i pericolosi detenuti, che la regia polizia aveva provveduto ad incarcerare, ma ad estromettere questo stesso corpo di sicurezza pubblica da qualsiasi incarico di sorveglianza e di repressione.

È in questa circostanza che l’autore sottolinea, attraverso una documentazione storica particolarmente ricca di rimandi ai reali accadimenti di quel periodo, la creazione di un nuovo sistema di sicurezza collettiva in Meridione, che vedrà proprio nella figura di quei detenuti, liberati a seguito dell’Atto Sovrano, l’arrivo di un nuovo sistema camorristico che si renderà alternativo al potere pubblico.

Questo vuoto di potere viene a crearsi quando re Francesco II tenta di calmare gli animi più accesi del popolo napoletano: processo sapientemente documentato da Lapegna grazie ad una meticolosa ricostruzione storica.

L’interesse che suscita il romanzo è dato dai numerosi aspetti dicotomici che l’autore pone di fronte al lettore: da un lato il racconto storico, dall’altro un giallo da risolvere.
Da un lato il tentativo dei Borbone di mantenere il potere nel Regno, dall’altro la costruzione ormai prossima di un’unità nazionale.

Il libro riesce a equilibrare correttamente queste anime diverse, apparentemente lontane, che l’autore racconta con un ritmo narrativo che interessa e appassiona, portando avanti ora il procedimento storico dell’anno 1860, ora le vicende dell’ispettore nell’ambito di una Napoli che si rende sempre più facinorosa, con una polizia ormai completamente indigesta.

Interessante la caratterizzazione del protagonista Casagrande, personaggio con un rigoroso senso del dovere. Condurrà, infatti, fino alla fine le indagini, nonostante le complicazioni portate dai vertici del corpo della regia polizia e la costrizione alla fuga per evitare compromissioni con i nuovi equilibri di potere che si andavano creando in quei giorni.

Per quanto riguarda l’elemento prevalentemente giallista del romanzo, Lapegna stimola l’attenzione attraverso una scrittura che descrive con gradualità e coerenza narrativa gli accadimenti delle ricerche, nonché svelando nuovi retroscena dietro alla figura di un giudice, proprietario della casa in cui avviene il delitto e marito di una delle due vittime, solo apparentemente integerrimo e tutt’altro che estraneo a logiche di giustizia assai opinabili.

‘Inferno 1860’ è un noir napoletano che affianca all’approfondimento delle fonti un singolare caso di omicidio, rendendosi per questo lettura ideale per chi ama la Storia e gli intrighi polizieschi.

Autore Francesco Gaudiosi

Francesco Gaudiosi è un dottorando in Diritto Internazionale all'Università della Campania "Luigi Vanvitelli". Insieme alla ricerca scientifica, porta avanti come giornalista pubblicista un blog teatrale intitolato "Il Corriere del Teatro", giornale di informazione teatrale che raccoglie tutte le recensioni da lui realizzate nelle recenti stagioni teatrali.