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Industria 4.0. De Felice a Parigi all’OCSE per il B20

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Fabio De Felice


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Il capitale umano e le competenze digitali hanno un ruolo chiave per realizzare la ‘digital revolution’

Riceviamo e pubblichiamo.

Il capitale umano e le competenze digitali hanno un ruolo chiave per realizzare la ‘digital revolution’.

Lo ha dichiarato Fabio De Felice nel corso della sessione organizzata in occasione del Forum dell’OCSE del B20, il business forum delle “Confindustrie” e dei business leader collegato al G20 in programma a Parigi oggi, 28 maggio, e domani.

De Felice è il fondatore di Protom Group SPA, PMI d’eccellenza a cui quest’anno Confindustria ha assegnato il “Premio Imprese per Innovazione” ed è attualmente in concorso, per la categoria Industria e Servizi, per il Premio dei Premi riconoscimento istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su mandato del Presidente della Repubblica.

Nata nel 1995, nel 2017 Protom ha avviato il suo percorso all’interno di Elite, il programma di Borsa Italiana e Confindustria per le imprese ad alto potenziale, per supportare il suo percorso di crescita legato a innovazione e internazionalizzazione.

Con cuore operativo in Italia a Milano e Napoli, uffici in Francia e Brasile, Protom è un’azienda di consulting e system integration che punta ad essere per i propri clienti un “change manager” in grado di fornire prodotti e servizi che possano supportarli nella progettazione e nella realizzazione di cambiamenti strategici.

Spiega De Felice:

Rispetto alle Recommendation sviluppate nel 2017 dal B20 Germany quest’anno un ruolo centrale è stato assunto dal tema delle competenze digitali.

Relativamente ad esse, è stato rilevato da un sondaggio della European Commission, che ad oggi il 44% della popolazione europea non possiede le skill di base.

Si tratta di un segnale allarmante, che va immediatamente affrontato attraverso l’implementazione di importanti investimenti sul capitale umano e sulla formazione.

Esiste un gap e si può superarlo solo agendo in maniera parallela su due versanti. Da un lato, è necessario operare sui giovani, nuove leve del mercato del lavoro, per le quali l’acquisizione di competenze digitali dovrà diventare parte del percorso di formazione scolastica, sin dalle elementari. Dall’altro lato ci si dovrà concentrare sull’aggiornamento di skill e competenze per chi già lavora.

È questa una tematica di vitale importanza, dirimente rispetto alla possibilità di ridurre ineguaglianze sociali e disoccupazione.

La conversione e l’aggiornamento delle competenze, pertanto, dovranno essere rivolte primariamente a chi ne ha più bisogno: le piccole e medie imprese, i disoccupati e chi vive in aree rurali o caratterizzate da importanti barriere infrastrutturali.

È inoltre da sottolineare come i processi di digitalizzazione costituiscano uno strumento di empowering economico e sociale in special modo per le donne, per le quali l’acquisizione di nuove competenze può giocare un ruolo chiave nell’affermazione professionale.

Relativamente al tema della Industria 4.0, superata la fase di definizione delle nuove tecnologie abilitanti e dei miglioramenti infrastrutturali, ci si va sempre più concentrando sulla necessità da parte dei governi di predisporre gli incentivi adeguati per l’implementazione di questo che è stato definito come un nuovo ecosistema produttivo.

Particolare attenzione, inoltre, è stata data alla dimensione della condivisione, sia in termini di informazioni, soprattutto in ambito cybersecurity, sia in termini di standard internazionali da applicare in maniera univoca.