La mostra di Mario Amura sarà visitabile al Cellaio dal 14 dicembre 2023 al 1° aprile 2024
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Oggi 14 dicembre 2023 è stata inaugurata al Cellaio, nel Real Bosco di Capodimonte, la mostra ‘Napoli Explosion’ di Mario Amura a cura del Direttore Generale Sylvain Bellenger.
‘Napoli Explosion’ è una mostra nella quale la fotografia,
la pittura, l’arte pirotecnica convergono in un solo e unico evento.È il regalo di Capodanno che il Museo di Capodimonte dona a Napoli.
Sylvain Bellenger
La mostra presenta 37 opere di grandi dimensioni del fotografo Mario Amura che in un progetto sviluppato in oltre 13 anni ha immortalato in veri e propri dipinti fotografici la festa di fuochi d’artificio che il popolo napoletano inscena attorno al Vesuvio nella notte di Capodanno.
Dice Mario Amura:
I napoletani esorcizzano la paura che il vulcano esploda, facendo esplodere di luce e colori tutto il golfo di Napoli.
Ogni anno, il 31 dicembre, salgo con una troupe formata da alcuni dei miei amici più cari sul Monte Faito, la montagna che si staglia sul Golfo di Napoli avendo di fronte il Vesuvio.
Da lì catturiamo questa sorta di esorcismo contro le forze inumane del vulcano, del destino. Il risultato, pur essendo, di fatto, un’opera di reportage fotografico è straordinariamente pittorico: i fuochi d’artificio diventano nebulose, animali, paesaggi stellari.
Dice Bellenger:
Quando mi hanno parlato di ‘Napoli Explosion’ non potevo immaginare la straordinaria relazione che l’autore aveva stabilito con la luce. La prima cosa che mi ha colpito è stata la gestazione durata oltre tredici anni.
Questa ossessione, questa determinazione, la costanza della ricerca di Mario Amura mi hanno davvero intrigato. Osservando le opere mi sono reso subito conto che il tema principale non era il Vesuvio, che appare nelle opere come un’ombra silenziosa, quanto la città sommersa da fuochi d’artificio capaci di trasformare la paura in gioia.
Questo è ciò che Amura ha voluto vedere, ma, nel tempo, il rapporto tra la fotografia e la pittura, il legame tra la fotografia e la luce è diventato il tema del suo lavoro.
Nelle fotografie di Amura viene sovvertito l’immaginario iconografico del Vesuvio simbolo di Napoli: mentre nelle gouaches e nei capolavori di Turner, Marlow, Volaire, Wharol è colorato della lava che lo inonda in Napoli Explosion, al contrario, il Vesuvio appare, appunto, come un’ombra silenziosa sommersa dall’esplosione dei fuochi dei festeggiamenti di Capodanno.
‘Napoli Explosion’ è un’opera autobiografica, un inno di Napoli a se stessa.
Salvatore Settis
Lo Storico dell’Arte, prof. Salvatore Settis, Presidente del Comitato Scientifico del Louvre, dice:
L’aspetto di ‘Napoli Explosion’ che colpisce di più è la sua coralità.
Durante la notte del passaggio al nuovo anno, la città di Napoli è popolata da migliaia, decine di migliaia, forse centinaia di migliaia di persone che fanno esplodere o vedono esplodere questi fuochi di artificio e non sanno che stanno contribuendo a un’opera pittorica.
Il curatore della mostra Sylvain Bellenger, dice:
Bisogna guardare a lungo queste immagini, immergersi in esse.
Il grande pericolo è che accechino. Sono così ricche, così brillanti, che è un po’ come fissare con gli occhi il Sole.Amura cattura il tempo della luce che finisce per essere il gesto della pennellata. L’effetto trasformativo della realtà messa in atto in ‘Napoli Explosion’ è tale da riaffermare con forza che la fotografia ha una propria zona immaginaria, una tale libertà immaginaria che non è nemmeno controllata dal fotografo.
Il fotografo può giocarci, ma è come il ceramista, non controlla i colori, non può controllare lo smalto della ceramica. È la cottura che determina la densità del colore. E la cottura è difficilmente controllabile.
È misurabile ma non è controllabile. Si ha quasi voglia di dire che la fotografia, la fotografia di Amura, è un’arte del fuoco, come la terracotta, come la ceramica.
La grande rivoluzione culturale del nostro tempo è collegata all’evoluzione della tecnologia. La digitalizzazione sta trasformando la nostra memoria, il nostro modo di pensare, il nostro modo di organizzare il linguaggio.
‘Napoli Explosion’ nasce nell’era dell’immagine digitale, ed è il nuovo millennio che celebra con dei fuochi d’artificio che potrebbero essere inventati, e che invece vengono fotografati.
E la cosa che più mi colpisce è che è l’arte più antica di cattura tecnica della realtà, la fotografia appunto, a dimostrarsi la più immaginifica.
Un po’ di date
1973
Mario Amura nasce a Napoli e vive prima a Potenza e poi a Torre Annunziata alle pendici del Vesuvio a Torre Annunziata. La finestra della sua camera da letto affaccia sul vulcano che diviene una presenza costante con la quale stabilisce un profondo legame.
2005
Mario Amura assiste all’esplosione dei fuochi di Capodanno dalla cresta alta del Vesuvio e intuisce che potrebbe esistere un legame tra il rito dei botti e i fuochi di Capodanno e la presenza di uno dei vulcani attivi più pericolosi al mondo. È come se i vesuviani esorcizzassero la paura di un’eruzione attraverso questo rituale scaramantico.
2006
Mario Amura assiste ai festeggiamenti di Capodanno dalla cima del Faito la montagna che si staglia sul golfo di Napoli di fronte al Vesuvio.
In quella notte, da quella prospettiva lo scenario che gli si apre dinanzi pareva sovvertire l’iconografia classica delle guache o dei capolavori di Turner, Wright, Marlow, Volaire, Warhol: il vulcano in eruzione colorato dalla lava che lo inonda. Il Vesuvio Gli appare come un ombra silenziosa, immersa in un paesaggio che pareva esplodergli attorno.
2010 – 2023
Dal 2010 Amura trascorre tutti i Capdodanni fotografando dal Faito l’esplosione dei fuochi nel Golfo di Napoli e che circondano il Vesuvio. Lo accompagnano i suoi più cari amici che diventano la Troupe di ‘Napoli Explosion’ – Claudia Ascione, Serenella Iovino, Serafino Murri, Maurizio Valsania e Christian Arpaia. I risultati sono tenuti segreti in attesa che il progetto si ritenga completato.
2023
Il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger viene a conoscenza del progetto e decide di promuovere l’allestimento della mostra ‘Napoli Explosion’ nella sala del Cellaio presso il Museo di Capodimonte.
‘Napoli Explosion’ – Documentario scheda
Durata: 19 minuti
Il documentario descrive il processo di creazione durato oltre tredici anni delle opere di ‘Napoli Explosion’.
Dice Mario Amura:
Per 13 anni sono salito alla mezzanotte di Capodanno sul Monte Faito, la montagna che si affaccia sul golfo di Napoli di fronte al Vesuvio per immortalare questa specie di rituale esorcistico che i napoletani inscenano per fugare la paura che il Vesuvio esploda.
Centinaia di migliaia di fuochi d’artificio che da quella lontana prospettiva diventano una tavolozza di colore unica che ho davanti per 10/15 minuti l’anno.
Lo accompagnano in questa avventura la sua compagna Claudia Ascione e da alcuni dei suoi più cari amici tra cui Chriustian Arpaia, Serenella Iovino, Serafino Murri, Gennaro Santamaria, Maurizio Valsania.
‘Napoli Explosion’ è tante cose ma è anche un inno a Napoli, un inno autobiografico della città a se stessa, se questa mostra avrà il successo che deve avere in una città come Napoli e se come io francamente mi auguro e considero non solo probabile ma certo, se questa opera girerà quest’opera può diventare un classico, può diventare un classico anche perché di ciò che è classico ha una caratteristica essenziale, ha una unicità di concezione, una unicità di forma, ha un modo di affrontare un aspetto contemporaneamente estetico e narrativo con delle modalità tecnologiche, oltre che concettuali molto particolari, molto innovative.
Io non conosco nessun lavoro che somigli in qualche modo a questo. Sarà un classico? Non lo so! Merita di esserlo? Io direi di sì.
Salvatore Settis – Storico dell’arte, Presidente del comitato scientifico del LouvreQueste immagini sono anche una ricapitolazione di tutti i movimenti che ci sono stati insieme alla terra, alle luci, ai suoni, ai colori, nei milioni di anni.
L’eruzione a cui rimandano è l’eruzione eterna del Vesuvio, è il Vesuvio eterno, è il Vesuvio che è eruttato ottocento anni fa, milleduecento anni fa, diecimila anni fa, centomila anni fa, prima ancora che ci fosse tutto quello che noi possiamo immaginare visibile, è un’eruzione nella quale sono scappati non le persone, ma i dinosauri, oppure niente, forse non c’era ancora nemmeno la vita.
Però contemporaneamente vediamo anche il futuro perché la terra attraverso queste immagini ridiventa stella e quindi si prepara di nuovo a una luminosità esplosiva. E questo racconto non può che essere racconto di luce.
Serenella Iovino – Filosofa – Docente di Italianistica North Carolina University
Bio Mario Amura
Mario Amura nasce a Napoli nel 1973. Il suo percorso di formazione ha inizio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia dove segue le lezioni del maestro Giuseppe Rotunno.
Dal 2000 al 2012 cura la fotografia di varie opere cinematografiche presentate nei più prestigiosi festival internazionali: Cannes, la Berlinale, la Biennale di Venezia. Nel 2003 riceve il premio dell’Accademia del Cinema Italiano David di Donatello con il cortometraggio Racconto di Guerra ambientato nella Sarajevo sotto assedio del 1996.
Dal 2005 lavora al progetto StopEmotion, con cui inizia la sua ricerca fotografica finalizzata alla frammentazione della linearità del tempo cronologico in picchi emozionali. Il Tempo ne esce purificato, smette di essere una misura, diviene un oggetto concreto la cui essenza è la visibilità delle emozioni.
Con la tecnica dello StopEmotion raccoglie materiale fotografico in Bosnia, in India e nella Cina rurale, in Cambogia, in Sri Lanka, in America Latina, in Inghilterra, in Francia.
I suoi progetti di reportage fotografico sono contraddistinti dalla necessità di maturare attraverso lunghissimi archi temporali.
Dal 2007 lavora al progetto ‘Fujenti’ tuttora in progress.
‘Napoli Explosion’ è un progetto iniziato nel 2010 e tuttora in progress.