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Inaugurata a Capodimonte retrospettiva dedicata a Mario Buonoconto



‘Di Androidi, Sirene e altre Storie – Mario Buonoconto. Retrospettiva’ in mostra fino all’11 luglio nella Sala Causa nell’ambito della rassegna Campania Teatro Festival

Ieri, 13 giugno, presso la Sala Causa del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Porta Grande, è stata inaugurata ‘Di Androidi, Sirene e altre Storie – Mario Buonoconto. Retrospettiva’, la prima esposizione che la città partenopea dedica al Maestro Mario Buonoconto.

Studioso ed artista versatile, pittore e scenografo, scomparso nel 2003, è stato ideatore di pregevoli lavori che permeano attorno alle tematiche dell’esoterismo e del simbolismo, come quello delle Sirene, ma anche a dell’incontro uomo – macchina con la serie degli Androidi.

La mostra è a cura dello scrittore Martin Rua e della pianista Maria Grazia Ritrovato, l’adorata moglie con cui “condivise amore, arte e conoscenza”, e con l’amichevole consulenza di Marciano Arte. Il progetto allestitivo è a cura di Vincenzo Pastore, mentre fotografie e catalogo sono di Yuliya Sanchenko.

L’occasione è stata galeotta e più che andare ad una mostra è stato come passare a salutare un caro e vecchio amico; infatti questo evento ha avuto la capacità di riunire affetti vicini e lontani, conoscenti, appassionati e semplici curiosi.

Ci siamo ritrovati tutti lì a commentare le poliedriche doti del Maestro, a raccontarci aneddoti e commentare i quadri esposti, sia perché l’arte di Mario è terribilmente attuale sia perché il suo fondere il sacro con il profano, il vecchio con il nuovo lo ha reso per sempre un passo più avanti rispetto all’epoca che realmente viveva.

Non una canonica inaugurazione di un evento culturale di ampio spessore, quindi, quanto un momento di condivisione d’intenti, di emozioni, di Bellezza. Empatia pura!

Meravigliosi tutti i lavori, ma un’attenzione particolare, a mio avviso, va data a tre dipinti: ‘Il cardinale Ruffo uccide la Libertà’, ‘La leggenda dei Templari’ e ‘Composizione: l’alchimista’, in cui Mario ha saputo fondere la visione Massonica all’arte, mettendo su tela significati spesso nascosti, ma che in questo caso trapelano attraverso ogni singola pennellata fino a renderli protagonisti assoluta dell’opera stessa.

L’esposizione, che resterà aperta fino all’11 luglio 2021, è stata allestita nell’ambito della rassegna Campania Teatro Festival grazie a Ruggero Cappuccio, Direttore del festival, che ha conosciuto ed apprezzato Mario Buonoconto questi curò la scenografia di tre suoi spettacoli.

In un raro e prezioso video, girato in occasione di una sua fortunata personale, ‘Taccuino esoterico e altre storie’, Mario Buonoconto illustrava alcuni quadri esposti oggi nella mostra del prestigioso museo napoletano.

Con quella verve che gli era così congeniale, e quasi a minimizzare il significato, definiva “pretesti pittorici” alcuni riferimenti massonici presenti su una delle tele, ma era un gioco da giullare iniziatico. I richiami alla tradizione ermetica, infatti, non sono stati mai semplici accessori nella vita del Maestro. E non lo sono mai stati quegli elementi che hanno spinto alcuni critici d’arte a definire “barocca” molta della sua produzione.

E così drappi, velluti, maschere, medaglie, se da un lato erano parte del suo stesso personaggio esuberante, dall’altro sono forme che nella sua “poetica” assumono gli orpelli esteriori di una società sempre più ubriaca di orge consumistiche e bisogno di apparire. E lui lo aveva già capito.

Realizzò molti lavori sul tema dell’esoterismo e del simbolismo, elementi massonici, frasi che richiamano alla fratellanza, opere ispirate alla tradizione misterica e alla cultura napoletana, arricchite da un paesaggismo fantastico e metafisico e da un’autentica, sacra devozione al corpo femminile.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo e di condividere con lui più di un’esperienza di vita vissuta, per chi ne ha sentito solo parlare, per chi è un fratello Massone, per tutti coloro che sono dei visionari e, come tali, non vengono presi mai troppo sul serio, l’invito a visitare questa mostra è quasi doveroso.

Foto Martin Rua

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.

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