Oggi vi invito a fare un viaggio nella storia e nel mito: un’evocazione di terre e di simboli che vibrano nelle profondità dell’animo umano.
Immaginatevi un giorno senza tempo, all’aurora dei giorni, quando Roma era ancora un sogno tra le nebbie del Tevere e i colli fatali. Lì, in un canneto, due neonati piangevano, abbandonati.
Ma dal bosco ecco emergere lei, una Lupa, furtiva e maestosa. Afferra tra le sue fauci quei piccoli corpi nudi e indifesi. Potrebbe divorarli, invece li conduce con delicatezza nella sua grotta e li nutre con dolcezza protettiva. Da cacciatrice diventa madre, l’istinto animale si trasfigura in ‘Amor’. Il nome segreto e palindromo di Roma.
I gemelli divini, Romolo e Remo, sono anche il segno di questo passaggio tra barbarie e civiltà. Roma, con la celebre statua bronzea in Campidoglio, esprime scopertamente tale contraddizione o complementarità: potenza e ferocia ma anche maternità e accoglienza. Una città aperta, dove il sacro e il profano, l’umano e la natura coesistono senza annullarsi.
E da qui il mistero dell’augurio “In bocca al lupo!” Quando ci si preparava ad una prova ardua, quando si partiva per viaggi sconosciuti, si evocava il lupo come spirito protettore. Un richiamo all’energia selvaggia ed istintiva che dimora in noi, perché ci donasse coraggio e astuzia.
“Crepi il lupo!”, replicavano alcuni, come esorcismo magico. Meglio tener lontana quella ferocia che ci atterrisce!
Ma altri preferivano rispondere “Viva il lupo!”, riconoscendo che senza quell’impeto originario neanche le imprese eroiche sarebbero possibili. Occorre dunque armonizzare la bestia interiore, non rinnegarla.
E voi da che parte state? Temete il lupo come pericolo da sconfiggere o lo accogliete come stimolo vitale?
Forse la verità sta nel mezzo, nell’equilibrio sapiente tra impulsi opposti. Bisogna governare le proprie pulsioni senza reprimerle. La civiltà ci rende umani, ma siamo umani anche quando ascoltiamo le voci profonde della Natura.
In conclusione, la nostra reazione all’augurio “in bocca al lupo” rivela se percepiamo il lupo solo come una minaccia da eliminare, oppure come parte integrante del nostro Io, la cui energia selvaggia e vitale può essere nostra alleata se accettata e ben canalizzata.
Ecco la mia piccola riflessione per celebrare nostro “fratello lupo” e gli archetipi immortali del nostro spirito.
A voi la scelta finale: temere la forza oscura o cavalcarla come potente energia!
In bocca al lupo, cari lettori!
Autore Raffaele Mazzei
Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.
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