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In apertura dei 5 anni da morte di Ezio Bosso esce ‘The Hidden Room’

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Ezio Bosso - 'The Hidden Room'


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Preorder: 18/12/24. Uscita: 24/01/25

Riceviamo e pubblichiamo.

Si chiude nel primo quinquennale di Ezio Bosso il lungo percorso che ha impegnato gli Eredi Bosso, guidati dal nipote Tommaso, nella revisione, pubblicazione e registrazione di tutti gli inediti della sua intensissima parentesi di compositore per un totale di dieci titoli e tre album.
Un percorso complesso giacché Ezio amava lasciare le sue musiche aperte e quindi declinabili all’occasione in formazioni diverse, sempre pensate solo per la magia effimera dell’esecuzione dal vivo e mai per i posteri, futuro a cui Bosso non ha mai dato alcuna importanza né posto attenzione.

Dopo le prime pubblicazioni realizzate nella cerchia degli amici e collaboratori più stretti del Maestro, fra cui vale ricordare i fratelli David, Diego Romano e il Quartetto d’Archi di Torino, gli Eredi Bosso, oggi attivi con la neonata Associazione Ezio Bosso, hanno poi proseguito il lavoro per ampliare la cerchia dei musicisti italiani ed internazionali coinvolti nella sua musica, così da allargare la cerchia degli esecutori di lignaggio e qualità, oltre ai sodali di vecchia data come Sergej Krylov, Anna Tifu, Mario Brunello, Enrico Fagone fra i tanti.

Negli ultimi due anni poi, in questa logica di continua espansione naturale e dovuta del repertorio, gli eredi Bosso si sono prevalentemente affidati al gusto, all’intelligenza e alla cultura non solo musicale, del pianista di rara sensibilità Francesco Libetta, il quale nella sua personalissima ed originale ricerca dell’aura della musica dal vivo attraverso i secoli, ha trovato in Bosso uno sfidante banco di prova sia come performer sia come trascrittore ed oggi anche come direttore artistico di questa registrazione, della quale ha personalmente seguito ogni singola fase, dalla revisione delle partiture alla selezione dei cameristi fino alla collaborazione nella delicata scelta del suono insieme allo storico fonico di riferimento di Ezio Michael Seberich.

La famiglia Bosso racconta così la genesi prima di questi due brani importantissimi anche nella sofferta vicenda personale dell’artista:

Questo album si compone di due storie.

La prima risale al 2012, poco dopo la sua ‘alluvione personale’, come soleva chiamarla, che colpì Ezio nel 2011: parte da un intenso tramonto, di quelli primaverili con la luce filtrata dalle nuvole che colora il cielo di un intenso arancione e dal volo di un uccello che lo fece incondizionatamente perdere, fino a non rendersi più conto di quel gioco di colori.

Proprio da quel tramonto e da quel volo d’uccello nacque la oramai celebre ‘Following a Bird’.

Qui viene proposta nella sua versione originale per pianoforte e violino con l’aggiunta dei due tempi nati con essa, mai eseguiti prima, che completano l’opera ‘Unconditioned’.

La seconda storia nasce nel 2013 quando i suoi ‘passi’ non furono più gli stessi e dovette ‘imparare a correre’ con la musica: in quel periodo nella sua testa risuonarono tre note che si trasformarono poi in ‘tre tempi’, o meglio, ‘tre disegni’, per passi mancanti.

La composizione è dedicata ai Dervisci, dal persiano antico Darwish, i discepoli delle confraternite filosofiche islamiche i quali per il loro cammino di ascesi sono chiamati a distaccarsi dalle passioni mondane per raggiungere il cielo.

Attraverso le note Ezio descrive, nelle sue intenzioni, il percorso che porta il Derviscio ad un momento di riflessione e di abbandono delle cose terrene per dedicarsi solo ai testi sacri, ‘Silent Dialogues’, imparando quindi a procedere spiritualmente con un mantra dolce, ‘Sweet Mantra’, per un cammino interiore che si compie passo dopo passo, in un viaggio verso la maggiore comprensione di sé e del mondo che lo portano, infine, a radicare i piedi per terra e a guardare verso l’alto per elevarsi spiritualmente in una sfida mistica, ‘Majdhb’, dall’etimo antico di magia.

Il brano è stato eseguito solo una volta il 9 agosto 2014 nella rassegna ‘Time in Jazz’ di Paolo Fresu, che ringraziamo immensamente per aver condiviso la registrazione del concerto, più che fondamentale per questo album.

Quest’album chiude un ciclo iniziato due anni fa con la pubblicazione di ‘The Four Letters’ seguito l’anno successivo da ‘Emily Reel #15’ e dalla pubblicazione di ‘Lighting Bosso’ da parte del M° Libetta, uno dei più fini pianisti che abbiano eseguito la musica di Ezio e a cui saremo sempre grati.

E siamo onorati e felici che Francesco abbia di nuovo registrato sul ‘Fratellone’ assieme a Grazia, Luigi e Aylen con grande studio, dedizione e sacrificio in pieno stile Bossiano. Che questo sia l’ultimo album di inediti?

Ad oggi sì, ma Ezio ci ha abituato a tutto. Non si sa mai che da un cassetto salti fuori altro, perché come diceva Ezio, e come continueremo a ripetere tutti noi: ‘It’s Never Over’.

Francesco Libetta racconta così il lavoro svolto sulle ultime partiture aperte di Ezio:

Bosso concepisce la musica come un evento reale, qualcosa che accade in quel momento e in quel luogo, evento unico per ogni esecuzione e per ogni ascoltatore.

Le sue partiture non vogliono essere progetti astratti di strutture sonore, ma annotazioni che si riferiscono a un fatto sonoro concreto.

Coerentemente, nelle sue partiture Bosso ha sempre lasciato qualche cosa di aperto, su cui agiva in corso d’opera, concerto dopo concerto, o durante le registrazioni. Anche nel caso del Trio: la sua sola esecuzione dal vivo che è rimasta registrata differisce dalla pagina scritta in moltissimi dettagli, e nel terzo tempo si discosta dalla partitura per intere pagine.

Nella fedeltà allo spirito dal quale nascono queste musiche, valeva la pena di lavorare per recuperare le idee che erano state da Bosso aggiunte in occasione di quel concerto pubblico, e integrarle con quanto da lui già scritto nella partitura.

Questa musica deve essere flessibile, deve essere ‘indossata’ da chi la suona, e muoversi dei suoi gesti.

Ezio Bosso
The Hidden Room – The Last Pieces
Sonata No.1 For Violin and Piano ‘Unconditioned’
1. Adagio, Resonances 06:07
2. Allegro Molto, Like Unbreakable Desires 04:50
3. Dolcemente, Unconditionable, Following a Bird 09:07

Francesco Libetta: Piano
Aylen Pritchin: Violin
Trio No.2 ‘Three Drawings About Missed Steps’
4. Adagio, Silent Dialogues 06:28
5. Allegretto, Sweet Mantra 06:46
6. Finale, Allegro con fuoco, Majdhb 08:21

Francesco Libetta: Piano
Luigi Piovano: Cello
Grazia Raimondi: Violin
All music composed by Ezio Bosso between 2012 and 2014
Recorded on July 2024 at Kommende Lengmoos, Longomoso (BZ)
Recording Engineer, Editing and Mastering: Michael Seberich
Score Revision by Francesco Libetta
Francesco Libetta plays a Piano Steinway & Sons Model D. No. 582447
Piano Tuning and Preparation: Giulio Passadori for Passadori Pianoforti
Luigi Piovano plays an Alessandro Gagliano from 1710
Aylen Pritchin plays Francesco Gobetti from 1710
Grazia Raimondi plays an Giuseppe Gagliano from 1783
Direction and Executive Production: Tommaso Bosso
PR and Booking: Alessia Capelletti – a.capelletti@capelletti-moja.com
Design: Lorenzo Fantetti
Ezio’s Photos: Julian Hargreaves
Photos: Flavio Ianniello and Grazia Lissi
All Tracks © Buxus Edizioni srl

Biografie

Francesco Libetta

Per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», mentre per Le Monde de La Musique «l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica».

D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente». Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti.

Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie.

Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera ‘L’Assedio di Otranto’, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in CD.

«Libetta compositore è poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, già didatta per il Miami Piano Festival e ora a Martina Franca con la Fondazione Grassi. Francesco Libetta è Steinway Artist.

Luigi Piovano

Diplomato in violoncello e musica da camera sotto la guida di Radu Aldulescu, per anni è stato primo violoncello del gruppo Concerto Italiano, diretto da Rinaldo Alessandrini. Nel 1999 è stato scelto da Maurizio Pollini per partecipare al ‘Progetto Pollini’ al Festival di Salisburgo, alla Carnegie Hall, a Tokyo e a Roma.

Ha tenuto concerti da camera con artisti del calibro di Sawallisch, Chung, Lonquich, Lucchesini, Sitkovetsky, Kavakos, le sorelle Labeque. Dal 2005 suona regolarmente in duo con Antonio Pappano.

Si è esibito come solista con orchestre come Tokyo Philharmonic, New Japan Philharmonic, Accademia di Santa Cecilia, Seoul Philharmonic, Orchestre Symphonique de Montréal, con la bacchetta di direttori come Chung, Menuhin, Nagano, Pappano, Pletnev. È del 2020 il CD con le Sonate di Brahms in duo con Pappano.

Da oltre vent’anni è primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Suona un violoncello Francesco Ruggeri detto ‘il Per’, Cremona, 1692, messo gentilmente a disposizione da Francesco Micheli. Molto attivo anche come direttore d’orchestra, ha collaborato con solisti come Bacalov, Bollani, Brunello, De Maria, Lupo, Mingardo, Sitkovetsky e ha registrato per Naxos, Eloquentia e Arcana. Dal 2013 ha avviato una collaborazione stabile alla testa degli Archi di Santa Cecilia con i quali ha pubblicato sei album.

Fra i suoi impegni come direttore in questi ultimi anni, concerti sul podio di molte delle principali orchestre italiane e, all’estero, il debutto con la New Japan Philharmonic Orchestra e, nel 2022, con l’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo che lo ha immediatamente reinvitato per il marzo 2023 e il febbraio 2024. Nel 2022 ha debuttato anche sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Milano e ha diretto Tosca al Teatro Bellini di Catania.

Aylen Pritchin

«Aylen Pritchin è ovviamente dotato di qualcosa di speciale da dire e di una cultura musicale eccezionale» Bruno Monsaingeon
«Dobbiamo ammettere, dopo l’ascolto, che Aylen Pritchin è il futuro del violino e che ci stupirà con tutta la sua arte» ClassiqueHD
«L’esecuzione del Concerto per violino di Brahms è stata accompagnata dal violinista Aylen Pritchin. Si è trattato di una squadra musicale di prim’ordine […] Si fa fatica sentire questa musica suonata meglio ovunque» The Times

Aylen Pritchin è uno degli artisti più ricercati e versatili di oggi. Esegue un repertorio che spazia dalla musica antica a quella contemporanea, suonando su strumenti d’epoca e moderni. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Primo Gran Premio al Concorso Internazionale Long-Thibaud di Parigi (2014).

I momenti salienti della sua stagione 23/24 includono diversi debutti, tra cui con Orchestre de Chambre de Paris al Théâtre des Champs-Elysées (Saint-Saëns 3), WDR Sinfonieorchester Köln (Beethoven) con Maxim Emelyanychev e quello con Camerata Nordica in tounrée in tutta la Svezia (Mendelssohn, Vaughan Williams, Desyatnikov, Beethoven), poi Sinfonia Varsovia (Mendelssohn) con Barbara Dragan nell’ambito del Festival ‘Ma Région Virtuose’ a Nantes.

Altre collaborazioni includono i suoi ritorni all’Orchestra Il Pomo d’Oro (Mozart 3) con Maxim Emelyanychev e alla Taiwan Philharmonic Orchestra con Jun Märkl con il concerto per violino di Korngold a Taipei e Kaohsiung. Celebre musicista da camera, ha fatto il suo debutto al Just Klassik Festival di Troyes, Landshut Kammermusik Festival in Germania e il ritorno al Lockenhaus Chamber Music Festival in Austria tra gli altri. Nel marzo 2024, Aylen e Maxim Emelyanychev sono invitati in duo al Théâtre des Champs-Elysées con la produzione Jeanine Roze e impaginato con opere di Brahms, Dvořák e Grieg.

I punti salienti delle ultime stagioni includono collaborazioni di successo, fra cui Scottish Chamber Orchestra e il suo direttore principale Maxim Emelyanychev (Brahms), Orchestre National du Capitole de Toulouse (Prokofiev 2; Bruch 1), Royal Liverpool Philharmonic Orchestra (Saint-Saëns 3 ; Prokofiev 2), Armenian National Philharmonic Orchestra (Brahms), Orquesta Filarmonica de Gran Canaria (Schnittke 2), Osaka Philharmonic Orchestra (Stravinsky), Hiroshima Symphony Orchestra (Williams; Stravinsky), Hong Kong Sinfonietta (Mendelssohn). Altre collaborazioni includono l’Orchestra Il Pomo d’Oro sotto la direzione di Maxim Emelyanychev al Würzburg MozartFest (Mozart 3) e la Gunma Symphony Orchestra in Giappone (Mozart 5). Inoltre, Pritchin ha collaborato con direttori come Teodor Currentzis, Christian Arming, Yip Wing-sie, Shao-Chia Lü, Michiyoshi Inoue, Cornelius Meister, Yuri Simonov, Dorian Wilson, Mikhail Gerts, Shlomo Mintz, Olivier Ochanine e Valentin Uryupin.

Grazia Raimondi

Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio ‘G. B. Martini’ di Bologna diplomandosi in violino con il massimo dei voti e la lode sotto la guida di Giovanni Adamo. Successivamente ha seguito i corsi di perfezionamento con Franco Gulli, Diploma di Merito all’Accademia Chigiana di Siena, Salvatore Accardo, Corrado Romano, Maurice Raskin. Grazie alla borsa di studio ‘J. W. Fulbright’ di New York è stata allieva di Franco Gulli, violino, e di Rostislav Dubinsky, musica da camera, presso l’Indiana University in USA, dove ha conseguito l’Artist Diploma.

Ha vinto il 1° premio in diversi concorsi: Rassegna Nazionale di Vittorio Veneto, Concorso Nazionale di Violino ‘Ugo Conta Music Awards Hong Kong’ di Mantova, ‘Sibelius International Competition’ tenuto presso l’Indiana University, USA.

Nel 2012 ha debuttato come solista alla Carnegie Hall di New York ottenendo grande successo di pubblico e di critica e ha inaugurato il 44° ‘Newport Music Festival’. Festival musicale, quello di Newport, a cui è stata ripetutamente invitata a partecipare confermando il costante e notevole seguito alle sue esibizioni.

Ha effettuato concerti in Trio con Antonio Pappano e Luigi Piovano, ha suonato il Triplo Concerto di Beethoven con Giovanni Sollima e Olaf John Laneri, ha collaborato in musica da camera con Alberto Bocini, Maurizio Baglini, Dmitry Sitkovetsky, Francesco Di Rosa, Kevin Fitz-Gerald, Giuliano Mazzoccante, Aldo Orvieto; nell’ambito della musica contemporanea dal 2018 fa parte del ‘Ensemble Prometeo’ con cui ha formato un trio insieme a Michele Marelli, clarinetto, e Ciro Longobardi, pianoforte.

Ha tenuto diverse masterclass di violino e di musica da camera ai corsi internazionali di Akiyoshidai in Giappone, alla Silpakorn University in Thailandia e al Conservatorio Superiore ‘Adolfo Salazar’ in Spagna ed è stata ospite presso la Southern Louisiana University e la Louisiana State University per Masterclass e concerti.

Ha svolto un’intensa attività solistica e cameristica in prestigiosi teatri e sale da concerto come Teatro alla Scala di Milano, Concertgebouw di Amsterdam, Royal Albert Hall di Londra, Grossen Musikvereinsaal di Vienna, Philharmonie di Monaco, Teatro Colon di Buenos Aires partecipando a numerose riprese televisive e a molteplici incisioni, tra cui le Sei Sonate di Rossini in Quartetto per l’etichetta Tactus.

Ha fatto parte di complessi come ‘I Solisti Veneti’, ‘I Virtuosi di Roma’ e ‘New European Strings Orchestra’. Si è esibita in Giappone in concerti di musica da camera con le prime parti della Tokyo Philarmonic Orchestra e come Primo violino della Tokyo Philarmonic Chamber Orchestra e della Hyogo Pac Orchestra con Yutaka Sado ad Osaka.

Ha ricoperto il ruolo di Primo violino solista dell’orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia dal 2003 al 2009, poi è stata Primo violino Solista dell’Orchestra da camera di Padova e del Veneto, dei Musici Aurei, con cui ha inciso le ‘Quattro Stagioni’ di Vivaldi (Eloquentia), Primo violino ospite dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana e dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, attualmente è Primo violino Solista della Camerata Strumentale Città di Prato e Primo violino ospite dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. È titolare della cattedra di Violino presso il Conservatorio ‘G. B. Martini’ di Bologna.