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Il viaggio è un’impresa

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Questa rubrica nasce dal piacere di raccontare i miei piccoli viaggi e attraverso essi il sentire il Viaggio.

Il viaggio come impresa, è l’impresa. L’impresa della chanson de geste. L’impresa di una vita fatta di attimi concatenati, legati tra loro che creano la strada su cui si sviluppa, cresce , muta il cammino del nostro andare.

Il viaggio nasce con noi. Col concepimento del nostro essere. Da sempre l’uomo ha avuto la necessità di spostarsi, di muoversi da un luogo ad un altro. La stanzialità ha represso questo bisogno fino al subconscio. È la repressione di quel viaggio antico che oggi ci fa essere insofferenti. Dei pigri insofferenti al nostro stato di esseri divenuti immoti. Quest’insofferenza allora esplode. Il viaggio ci riporta al nostro stadio di nomadi canalizzando l’irrequietezza Chatwiniana come in un disegno del sogno che, attraverso la metamorfosi di cammini reali, realizza l’immaginario.

Torniamo ad essere nomadi viaggiatori, scopritori ed esploratori di realtà sempre nuove. Torniamo volta per volta ad essere accumulatori di emozioni impressive. Possiamo percorrere ogni giorno la stessa strada, ma ogni volta sarà un luogo nuovo, modificato da un luogo ambientale, esterno, e un luogo emozionale, interno, che saranno di  volta in volta diversi perché mutevoli. La loro unione darà vita a un luogo nuovo.

“Il viaggio deve esse avventuroso”, scriveva Chatwin  commentando Stevenson, per stimolare la produzione di adrenalina e da qui tenere “vivo” il cervello. Non credo ci sia bisogno dell’avventura per tenerci vivi, serve riaccendere la curiosità.

Un viaggio in autobus che ogni giorno si fa per andare a lavoro  potrebbe sembrare noioso, ma è un buon modo per iniziare la riaccensione. Quello stesso autobus a quella stessa ora può farci scoprire volti, intravedere le storie che celano. I finestrini rivelano un mondo sempre nuovo. La curiosità porta a scorgere e questo stimola riflessioni, idee, pensieri che danno struttura al Nostro Viaggio. Questo di per sé è un luogo esterno, la curiosità è il suo luogo interno che si strutturano poi nei nostri pensieri. L’andare, quindi il viaggio, non deve però, essere concepito unicamente come fisico, per quanto sia esterno.

Ogni notte sogniamo. Un uomo che prega. Un uomo che medita. Tutti questi compiono un viaggio. Immaginiamoci prendere una mela. Potremmo iniziare un viaggio? Potrebbe la nostra curiosità stimolare il viaggio con una mela? Potrebbero così il viaggio e la curiosità strutturarsi nei nostri pensieri? Credo proprio di sì! Basta decidere che strada percorrere. Tutti viaggi possibili, tutti viaggi che possono essere scorti e intrapresi.

È qui che sta la grandezza del viaggio, nella libertà in potenza che racchiude, come quando diventa arte, in ogni sua forma e sfaccettatura. Arte che libera creando il viaggio.
Il viaggio è il bisogno intimo dell’essere di libertà.
È il bisogno. È la necessità. È la grandezza della vita. È il desiderio. È potenza. È la libertà.

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Autore Fabio Picolli

Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!