Home Rubriche Tra cielo e terra Il simbolismo occulto di ‘Led Zeppelin IV’

Il simbolismo occulto di ‘Led Zeppelin IV’

1963
Led Zeppelin


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Jimmy Page e Jeff Beck sono amici ancor prima di suonare assieme negli Yardbirds, uno dei gruppi più avventurosi della British Invasion. Nel 1966 Jimmy vede spesso Jeff e gli dà una mano per “Beck’s Bolero” in compagnia, fra gli altri, di Keith Moon alla batteria e John Paul Jones al basso.

Gli incontri vanno alla grande, al punto tale da far venir voglia ai ragazzi di metter su un progetto musicale. Moon sentenzia che la band “would go over like a lead balloon”, “volerà come una mongolfiera di piombo”, che è un modo per dire fiasco totale.

No, un “lead Zeppelin”, un dirigibile di piombo, corregge John Entwistle, il bassista degli Who presente alle registrazioni. Quel gioco di parole rimane nella testa di Page, quando, due anni dopo, i New Yardbirds diventeranno i Led Zeppelin…

Pochi capolavori nella storia della musica in generale e della musica rock in particolare sono permeati di una simbologia esoterica paragonabile a quella presente in ‘Led Zeppelin IV’. È un’opera complessa, un vero e proprio tour de force dell’Occultismo ricco di significati velati da allegorie che si dipanano dalla copertina dell’album al suo brano più rappresentativo ‘Stairway to Heaven’, passando per un altro capolavoro quale ‘Battle of Evermore’.

Poco sembra affidato al caso, anche la presenza di altri brani in lista che pare abbiano poco o nulla da raccontare in termini di simbologia. Responsabili di questa pietra miliare della musica rock, campione assoluto di vendite nonostante pezzi dall’impegnativo significato allegorico, furono Jimmy Page e Robert Plant.

I due leader dei Led Zeppelin erano veri cultori dell’occultismo e nei testi e nella complessa organizzazione dell’album dimostreranno conoscenze esoteriche superiori a quelle loro accreditate fino ad allora.

Anzi. Il problema che si pose dopo il clamoroso successo fu quello di ridurre ed addirittura banalizzare, contro ogni ragionevole e profana evidenza, quanto di interessante e geniale era stato da loro costruito. Page e Plant rischiarono di diventare vittime del successo della loro opera; negarne o storpiarne il significato fu l’inevitabile tributo da pagare a masse di fan, musicofili e giornalisti d’assalto e a schiere di predicatori e complottisti.

In realtà, Jimmy Page iniziò ad interessarsi all’occultismo fin dall’età di 15 anni e proseguì con la lettura dei testi di Alister Crowley fino a diventare, probabilmente, un membro dell’Ordo Templis Orientis, OTO, organizzazione iniziatica basata sulle teorie dello stesso Crowley, oggetto di un’ammirazione piuttosto diffusa in quel periodo, figura, infatti, nella copertina di ‘Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band’ dei Beatles, che si estese fino all’acquisto della villa di Boleskine, per un po’ di anni utilizzata in modo più sobrio e commerciale come bed&breakfast, e di numerosi oggetti posseduti dal celebre occultista, abiti, libri e rituali.

Tuttavia, poche sono le tracce di Crowley nei Led Zeppelin quali il suo motto ‘Do what thou wilt’ stampato sulla copertina di un’edizione del III album, un’immagine del 1940 dello stesso occultista sulla cover per ‘In Through the Outdoor’ e, inoltre, il suonare in alcuni casi la chitarra con un archetto da violino, Crowley sosteneva in ‘Magick’ che il violino fosse tra gli strumenti preferenziali dei maghi durante le evocazioni, rivolgendosi, con esso, verso i quattro punti cardinali.

Nel 1976 Page aprì a Londra, in Kensington High Street, una libreria dedicata all’occultismo la ‘The Equinox Booksellers and Publishers’, ispirandosi all’opera di Crowley ‘The Equinox of Gods’ a detta dello stesso Page

perché non esiste a Londra una sola libreria che proponga una buona collezione di libri di occultismo ed ero arrabbiato perché mi era quasi impossibile rinvenire testi che desideravo e che parlassero di queste discipline.

Della libreria riuscì ad occuparsene e rimase aperta per circa dieci anni, periodo nel quale riuscì a proporre un vasto catalogo su occultismo, esoterismo e magia e ristampe a numero limitato delle opere di Crowley, alcune identiche agli originali anche nella copertina rivestita di lana di cammello.

A differenza di Jimmy Page e John Paul Jones, Robert Plant proveniva, come John Bonham, dalla provinciale Birmingham, in cui imperava essenzialmente la cultura hippie. L’interesse di Plant nei riguardi di Crowley e dell’occultismo era decisamente minore rispetto, invece, agli scritti di J.R. Tolkien. Alla fine degli anni ’60 i suoi romanzi venivano considerati come elementi essenziali per cultura hippie che riconoscevano negli hobbit i caratteri di un’ideale società legata alla terra e alla sua coltivazione. Plant era un ammiratore di Tolkien già prima di creare i Led Zeppelin, tanto da suonare nella band Obstweedle, erroneamente individuata anche come Hobstweedle, e chiamare, poi, il suo cane Strider, dal signore degli anelli Aragon.

Numerosi sono i brani in cui emergono riferimenti agli scritti di Tolkien tra i quali ‘Ramble On’, con attinenze alla Terra di Mezzo, ‘Misty Mountain Hop’, un monte della Terra di Mezzo, e ‘The Battle of Evermore’, che mescola mitologia Celtica, sembra siano presenti somiglianze tra l’inno nazionale irlandese e le liriche del brano, e narrativa di Tolkien.

Lo studio della mitologia e dell’occultismo celtico costituisce l’altra essenziale fonte di ispirazione di Plant ed in particolare a Lewis Spence e al suo libro ‘Magic Arts in Celtic Britain’, ‘Le arti magiche nella Britannia celtica’.

Una prima influenza sulla stesura successiva di ‘Stairway to heaven’ sarebbe dovuta proprio alla recente lettura di questo libro con nessi riguardanti, ad esempio, la ‘Regina di Maggio’, May Queen, i “pifferai”, pipers, ed il “trambusto nella siepe”, bustle in your hedgerow’.

Il passaggio “nei miei pensieri ho visto anelli di fumo fra gli alberi”, “In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees” potrebbe riferirsi al poema di William Wordsworth ‘Tintern Abbe’, … and wreaths of smoke I Sent up, in silence, from among the trees! 

Autore Alfonso Oriente

Alfonso Oriente, nato a Napoli il 13/06/1965, è Professore di Reumatologia e Riabilitazione Reumatologica presso l'Università Federico II di Napoli. Ha compiuto ricerche in campo immunologico per diversi anni presso la Johns Hopkins University negli Stati Uniti. Appassionato di esoterismo, letteratura, musica rock e jazz, considera il suo vero hobby riuscire a scrivere di queste cose insieme.