Il Potere e le sue radici spirituali

Il nostro mondo appare sempre più frammentato da conflitti, divisioni e profondissimi squilibri.

In questo scenario caotico, è cruciale volgersi alle radici etiche e spirituali delle grandi civiltà per trovare una via verso un futuro più armonioso per l’Umanità.

I principali centri di potere globale sono oggi strutturati come sistemi oligarchici in cui ristrette élite detengono la maggior parte dell’influenza economica e politica, strettamente integrate con i governi istituzionali, i poteri economici dei rispettivi Paesi e le aree di influenza geopolitica.

Eppure, ciò che realmente fa la differenza è quanto queste élite rimangano fedeli agli antichi insegnamenti sapienziali e alle cosmologie delle loro culture.

Prendiamo ad esempio gli USA e la Cina.

Gli Stati Uniti, pur avendo un ricco patrimonio di tradizioni spirituali native americane, da loro stessi aggredite e in gran parte annientate, e influenze di varie filosofie e fedi, sono oggi una nazione fortemente secolarizzata, la cui classe di potere appare largamente distante dai principi etici universali.

L’intero blocco occidentale e atlantista americano, per quanto potente, rappresenta solo un miliardo di persone su una popolazione mondiale che sfiora gli 8 miliardi di individui.

La Cina, d’altro canto, pur avendo vissuto tragici periodi rivoluzionari di distacco dalle sue antiche radici filosofiche e spirituali, rimane tutt’oggi profondamente plasmata e influenzata dagli insegnamenti del Taoismo e, soprattutto, del Confucianesimo.

Questi, per secoli, hanno forgiato i valori cinesi di armonia, ricerca dell’equilibrio cosmico e microcosmico.

Se le élite del Dragone sapranno rimanere fedeli a questa millenaria eredità di moderazione, umiltà e “Costante Mezzo” confuciano, la Cina potrebbe effettivamente rappresentare un elemento di saggezza e stabilità in un mondo sempre più lacerato da conflitti, crisi economiche, guerre e carestie.

L’Europa si trova oggi ad un bivio di fronte a questo scenario.

O le sue nazioni convergeranno e riscopriranno il proprio straordinario patrimonio culturale ed etico delle radici greco – romane, della filosofia neoplatonica rinascimentale, dell’illuminismo e delle sue grandi tradizioni spirituali, esoteriche e filosofiche, riuscendo finalmente ad alzare una voce autorevole di civiltà sul pianeta.

Oppure, il Vecchio Continente si rassegnerà ad essere una semplice appendice dell’egemonico Occidente atlantista americano, lasciando che siano inevitabilmente le millenarie sapienze orientali a offrire all’umanità nuove e imprescindibili prospettive per ricondurla su un sentiero di maggiore equilibrio, sviluppo sostenibile e armonia.

In un mondo lacerato da conflitti senza fine, dissanguato da crisi economiche cicliche, sopraffazioni e distruzioni dell’ambiente naturale, le civiltà che hanno conservato un legame viscerale con le proprie antiche radici spirituali incentrate sui valori dell’umiltà, del rispetto per la natura, della ricerca dell’equilibrio tra interiorità ed esteriorità, pur tra mille contraddizioni, sembrano essere le uniche in grado di fornire quella guida e quella visione d’insieme indispensabile per condurre questa umanità fuori dal vortice autodistruttivo in cui è precipitata.

L’Occidente deve ora riscoprire le sue nobili origini universalistiche o accettare di rappresentare solo una breve parentesi in un pianeta che prima o poi sarà inevitabilmente chiamato a riabbracciare l’antica saggezza millenaria delle grandi civiltà orientali.