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Il Natale dell’infanzia

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Il Natale dell'infanzia


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Il profumo delle caldarroste ancora fumanti sul tavolo, l’odore delle bucce di mandarini lasciati nel piatto, pentole e pentolini che riscaldano le varie pietanze della giusta stagione invernale: ognuna di queste immagini, ognuno di questi antichi sapori, è un rimando a quello che oggi definisco “il Natale dell’infanzia”.

Quando la tua altezza supera di poco il tavolo della cucina tutto ti appare in una visione prettamente “lucida”. Il tuo sguardo è rivolto con curiosità alle stelle di quel cielo a cui ti rivolgerai in futuro, inviandogli ogni tuo sospiroso respiro.

L’attesa delle scatole da regalo, la preparazione degli addobbi per la casa: tutto, ogni cosa, inizia a risplendere di una luce particolare, che sembra discendere da un autentico vibrato di grazia”.

E adesso, che mi ricordo di quei momenti, del calore e dell’amore vero e incondizionato lasciato da chi purtroppo non è più presente nella materia comune, mi viene di fare un balzo dentro il mio essere e cercare di intuire me.

Ed è così che mi sento figlio; e nuovamente mi sento padre; e so di essere tutto ciò che ho voluto e desiderato: sento la mia anima bruciare come seta nel fuoco e percepisco il mio spirito, nel suo dimensionale e perpetuo presente, ad attenderla come il più fedele e innamorato degli sposi, al solo fine di saggiare l’integrità della sua conoscenza, dell’esperienza nell’umana materia.

Il freddo mattutino; le prime spruzzate di neve sui monti vicino casa; il suono delle zampogne dei suonatori di strada in lontananza; il fumo sprigionato dai caminetti delle ville che portano nell’aria il calore del focolare domestico: tutto questo c’è sempre stato, ma se lo ricordo come quando visualizzavo e ascoltavo ognuna di queste immagini, ognuno di questi suoni, quando ero alto poco più di un tavolo, allora tutto assume una nitidezza e una valenza diversa, qualitativamente superiore.

Il ricordo dell’amore puro non ha eguali: l’autenticità dei momenti vissuti intorno all’importanza del Natale, durante l’infanzia, è di valore inestimabile.

È un bagaglio di conoscenza che porti sempre con te; ed è per questo che ti sembra quasi di percepire la carezza sul volto da parte della più amorevole delle madri; oppure, la sicura pacca sulla spalla di un padre, che ti ha amato nell’ombra del suo silenzio: tutto ti appare nitido e chiaro, come mai lo era stato prima.

L’anima non dimentica mai l’amore ricevuto: e il Natale dell’infanzia” è il mezzo con cui la sposa eletta dello spirito lo trae fuori dai meandri dell’antica memoria.

A volte basta un solo tinnito per riportare alla luce l’autenticità di un ricordo, che donandoti un genuino sorriso, ti restituisce alla profondità dell’amore.

E così inizi a camminare; percorri i sentieri delle immagini spirituali custodite nelle segrete della tua mente; scivoli per la rapide del tuo cuore; strappi via la fuliggine dalle stanze che non frequentavi più sin da quando l’infanzia ha ceduto il testimone all’età adulta: lì, in quello spazio indefinito, dove il tempo torna nel suo perpetuo presente, ti orienti verso te stesso, in un’unica direzione, al centro di te.

E, soltanto allora, in quel preciso istante e in quel perfetto punto di te, che ritorni in armonioso equilibrio e non sai solo guardare, bensì riesci anche a vedere.

Il tuo sguardo ritorna vivido e lucente e nessun altro può più derubarti della “pace” che hai dentro: la speranza si rinvigorisce e nuove strade si aprono innanzi a te: attraverso il “Natale dell’infanzia” puoi cosi tornare a baciare la Vita.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".