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Il Museo di Casa Siviero riapre senza prenotazione nei fine settimana

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Casa Siviero Firenze


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8 il numero massimo di visitatori contemporaneamente presenti all’interno

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Riapre al pubblico il Museo di Casa Siviero. A dare il via libera alla ripartenza del piccolo museo regionale in lungarno Serristori, a Firenze è stato il Decreto legge del 18 maggio scorso che ha abrogato l’obbligo di prenotazione per la visita nel fine settimana dei musei che, come Casa Siviero, hanno meno di un milione di visitatori l’anno.

Casa Siviero è aperta al pubblico con il seguente orario, senza bisogno di prenotazione: sabato ore 10:00 – 18:00;
domenica ore 10:00 – 13:00;
lunedì ore 10:00 – 13:00.

Dal martedì al venerdì Casa Siviero è visitabile solo per piccoli gruppi, 4 – 8 persone, ed è necessaria la prenotazione, da inviare nella settimana precedente alla mail casasiviero@regione.toscana.it.

Nel rispetto del protocollo di sicurezza, per visitare la casa museo si deve sempre indossare la mascherina, misurare la temperatura e disinfettare le mani all’ingresso.

Indispensabile anche mantenere la distanza di sicurezza di almeno 2 metri rispetto ad altri visitatori non conviventi, rispettare il percorso di visita con entrata e uscita differenziate, entrata da Lungarno Serristori 3; uscita da Lungarno Serristori 1. Il numero massimo di visitatori contemporaneamente presenti all’interno è di 8.

Un po’ di storia
Casa Siviero è il museo che conserva gli ambienti, gli arredi e le opere d’arte legati alla Regione Toscana nelle volontà testamentarie di Rodolfo Siviero, il cosiddetto 007 dell’arte che dedicò la sua vita a riportare in Italia il patrimonio culturale illegalmente trafugato dal nostro Paese.

Si trova sul lungarno Serristori in un villino in stile neo-rinascimentale costruito negli anni Settanta del XIX secolo. Dopo vari passaggi di proprietà la casa fu acquistata nel 1919 dalla famiglia Castelfranco-Forti che ne fece un salotto culturale, frequentato da personaggi come De Chirico e Savinio.

Durante l’occupazione tedesca fu la base operativa del gruppo di partigiani che, sotto la direzione di Rodolfo Siviero, cercava di contrastare la razzia di opere d’arte da parte dei nazisti. Siviero lo acquistò al termine della seconda guerra mondiale.

Le opere qui conservate non sono quelle recuperate da Siviero nel suo lavoro ma sono invece quelle da lui acquistate privatamente. La raccolta comprende materiale archeologico di epoca etrusca e romana, dipinti e sculture di epoca medievale rinascimentale; mobili, ceramiche, arredi domestici ed ecclesiastici dal tardo medioevo all’Ottocento e un importante nucleo di opere novecentesche che Siviero acquistò da artisti suoi amici come De Chirico, Soffici, Manzù, Annigoni.

Gli ambienti mantengono lo spirito che lo stesso Siviero volle dare alla sua casa-museo per arricchire il patrimonio culturale fiorentino, sull’esempio di Horne, Bardini e Stibbert. Le stanze piene di suppellettili di epoca diversa, fanno comprendere la profonda passione di Siviero per l’arte.

La stessa passione con la quale egli svolse il compito di riportare in Italia ciò che era stato sottratto al patrimonio culturale nazionale. Ed inoltre l’aspirazione di Siviero di essere ricordato non solo come agente segreto dell’arte ma anche come uomo di cultura e profondo conoscitore di arte.

Una casa quindi da apprezzare per il valore delle opere che vi sono conservate, per il gusto antiquariale domestico in voga alla metà del Novecento, ma anche per il ricordo dei valori che ispirarono la vita di Siviero: la difesa, cioè, del patrimonio culturale come espressione inalienabile della identità di un popolo, il contrasto alla concezione nazista delle opere d’arte come trofeo da esibire nei musei e nelle case dei vincitori.