Il miraggio della realtà nel deserto delle fake news

Una tragica sparatoria ha sconvolto un comizio di Donald Trump, lasciando dietro di sé vittime e un ex Presidente fortunatamente illeso.

Questo evento drammatico, che in un Paese normale avrebbe unito la nazione nel lutto e nella riflessione, si è invece trasformato nell’ennesimo atto di una tragicommedia sempre più surreale.

Hashtag come #falseflag e #staged sono diventati virali, elevando queste teorie a ‘trending topic’. Mentre altri social network hanno cercato di arginare la disinformazione, X sembra averla amplificata, fedele alla politica di ‘libertà di espressione’ tanto cara al suo proprietario, Elon Musk.

Non è un caso che circolino voci su una possibile collaborazione futura tra Musk e Trump, in caso di rielezione di quest’ultimo.

Questo fenomeno mette a nudo le contraddizioni della nostra era digitale. X, brandendo lo stendardo della libertà d’espressione, si trasforma in un’arena per il circo mediatico delle teorie cospirative.

Non si tratta solo di un fallimento tecnologico, ma di un sintomo di una società sempre più polarizzata e disorientata.

Il tragicomico che ne scaturisce è evidente: nell’era dell’informazione pilotata o illimitata, ci aggrappiamo alle narrazioni più fantasiose e infondate.

È il riflesso di una crisi esistenziale collettiva, dove la complessità del mondo reale viene ridotta a trame cospirative, rassicuranti nella loro assurdità.

Ma sarebbe ingenuo pensare che il problema sia confinato a una sola parte politica. Dall’altra parte del quadro troviamo Joe Biden, che fatica a mantenere la lucidità nelle sue apparizioni pubbliche.

La sua evidente decadenza cognitiva non è solo un problema personale, ma un simbolo dell’incapacità del Partito Democratico di rinnovarsi e offrire una leadership credibile.

In questa America, dove le sparatorie sono più frequenti delle strette di mano e i leader sembrano usciti da un’opera di Ionesco, una vera minaccia viene trasformata in spettacolo social.

Ma non è forse questo il vero ‘false flag’? Distrarci con teorie del complotto e figuranti politici mentre il tessuto sociale si sfilaccia sotto i nostri occhi?

Trump da un lato e l’establishment democratico dall’altro, sono facce diverse della stessa medaglia di un sistema in declino. Promettono libertà, grandezza, cambiamento, ma offrono solo miraggi mentre il deserto dell’incertezza e dell’irrealtà avanza.

In un’epoca in cui la verità è diventata un concetto fluido, manipolabile a piacimento, dobbiamo chiederci: stiamo davvero cercando la verità, o solo conferme alle nostre paure e pregiudizi?

La risposta a questa domanda potrebbe definire non solo il futuro dei social media, ma anche il destino della democrazia e del nostro senso di realtà condivisa. Il vero complotto, forse, è la nostra volontaria cecità di fronte a queste dinamiche perverse, indipendentemente dallo schieramento politico.

È giunto il momento di svegliarci dal sonno della ragione, prima che i mostri che genera diventino troppo reali per essere ignorati. È ora di esigere una politica che vada oltre le caricature e affronti i veri problemi della società.

Solo così potremo sperare di ricostruire un tessuto sociale ormai logoro e spaccato e ritrovare un senso di valori condivisi, fondamentali per il futuro della democrazia.