Olio su tela, cm.70×50
… guardava con occhi dolenti… rivolta sì, nella mia direzione, ma avviata ad interrogare un oracolo immaginario, oltre le mie spalle… e poi… se ne rimase lì… in attesa di un plausibile responso alla propria surreale domanda, formulata “mutamente”… compresa ed al tempo “compressa” perché “impazzava” dentro di sé… divincolandosi come in una “cripta” dalle pareti di pietra, senza liberatorie “uscite”… apnea… pensiero senza fiato… spazio senza atmosfera… tutto era in quello sguardo perduto… in un viaggio silente, che sembrava essere senza ritorno…
…e … ancora… sì… proprio noi ci destiamo, pronti a lottare, sperando di aggiungere giorni più proficui al nostro solare vivere… pronti a far valere in esso, il diritto irrinunciabile ad esistere… ed ogni volta… la guardiamo in viso quella nostra Condizione Umana, varcando temerariamente il confine che separa i progetti sognati dalla più “cruda” Realtà… precipitando, perché violentemente attratti dalla sua forza di gravità.
Cerchiamo di atterrare… addolcendo il nostro contatto con la terra, in un volo planare… controllando, concitati e con rapide occhiate, i dati ed i protocolli di governabilità indicati negli strumenti, sulla “consolle” di comando del nostro ideale “velivolo esistenziale”, il giusto allineamento con la linea d’orizzonte.
Angoscia… per una linearità “controvertita”… antitetica a se stessa!
Era dunque questo, il motivo? Non capire più il senso lineare di un appuntamento con l’Archetipo generativo divenuto nei millenni, evento lustrale, capace di mondare in noi le scorie nocive attaccatesi nella quotidiana lotta per la sopravvivenza.
Cosa non troviamo più in noi?
Forse quel senso nel quale possiamo ergerci, stabilendo con l’orizzonte il disegno “aureo” dell’incrocio solare, che ripartisce la giusta posizione da assumere di fronte agli Elementi.
Dimmi… era dunque questa, l’origine di quella tua preoccupata fissità?
Un motivo che ora… si rivela in quel dissesto dell’immagine… provocato da un ennesimo divieto, imposto proprio da quell’Orizzonte divenuto, d’improvviso, “traverso”, lo stesso “Limes”, che nell’Ordine Naturale delle “Cose”, separa la distesa del mare a noi visibile dal suo lato nascosto e che, nelle visioni delle menti avventurose, ne alimenta il Mito… ora, invece, oltre che da una albagica “volontà d’imperio”, quell’interrogativo viene sbeffeggiato anche dall’assolutismo autonomo del Cielo, Elemento sì, mutevole, che, per sua naturale condizione, non necessita di alcun livellamento, per le creature del suo Regno… ma… per altri, vengono però a mancare proprio quegli allineamenti che sono anche il “lenimento” di alcuni stati penosi del Pensiero introspettivo che potrebbero essere utili ai suoi probabili, temerari, umani trasvolatori.
Quindi… ancora non superata è quell’angoscia… ed il “Pathos” generalista nel mondo digitale interroga di ognuno l’Ego incerto… oramai aduso a “corazzarsi”, paludandosi con i suoi presuntuosi stereotipi… ed il plagio è di questo particolare costume, il “massimo comun diffusore”… un tentativo velleitario in cerca d’innalzamento, quindi, di una più eroica nobilitazione… che vorrebbe, “falsando le carte”, configurarsi nell’Io…
Sì… ora lo vedo!
È un riflesso nei tuoi occhi che proietta nei miei la stessa identica visione… insieme a te lo vedo quel mare “traverso”… vedo natanti allineati per il rimessaggio, all’imbarcadero… come incollati sul verticale arenile… e, a biancheggiare come panni stesi, altre barche sul mare, che incrociano gli aerodinamici ed ascensionali deltaplani… ed ogni vela, nell’Aria e sull’Acqua marina la scorgo sospinta da un particolare e… personale vento… lo osservo tutto questo, mentre si affaccia alla visione, un Sole già “vestito” di rosso… esso si muove “rutilante”, in cerca di un punto geografico che ne definisca la rotta, per rientrare in quella direzione sempiterna, del suo quotidiano tramonto.
E… quel mare… che ora ci appare così alieno al nostro pensiero, ancorato ad una remota Memoria è forse, in questa visione, una nuova e disperata concezione di quella malata determinazione che ci sottrae attraverso un nuovo dirigismo subliminale, anche il suo godimento naturale… presentandola come una dimensione pericolosa, contaminata e contaminante, con i suoi capovolgimenti alienanti e continui, atti a limitare i passi di quella libertà… di quel diritto che credevamo definitivamente conquistato e che, invece, prima pian piano ed ora più lestamente, stiamo perdendo!
Ma comunque noi Siamo e… nonostante tutto… continuiamo a essere, mentre persiste la rovinosa erosione della nostra dignitosa eredità esistenziale… e della nostra Volontà… ormai ridotta, tramutata sostanza labile, in allotropico confine.
Tutti noi… l’Umanità di un mondo sempre più disumanizzante, siamo le figure che da sempre l’Arte, la Pittura interroga e che ora anch’io, cerco di definire…
… come in un caleidoscopio… azzurrognole evanescenze incorporee, si fondono, sovrapponendosi nello spazio di un dipinto, esse, in fondo, cercano di trovare il giusto “baricentro” sul quale stabilire un più solido assetto… nel quale ricomporre il dialogo tra l’Integrità e l’Essenza, in un equilibrio risanato, nella materia energetica del mondo, con la possibile speranza di mantenere nel giusto conto le idee e la preziosità dei loro sogni e… infine… reclamarli… “appollaiati” come sono, già da una lunga e paziente attesa… negli scaffali del Cielo!
Autore Vincenzo Cacace
Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.
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