Nel silenzio della notte, quando le ombre si allungano e i confini tra i mondi si assottigliano, sorge una domanda ancestrale: può il male, quella forza primordiale che alcuni saggi considerano preesistente alla creazione stessa, essere destinato all’oblio?
Immaginate un universo in cui le tenebre non sono più l’antitesi della luce, ma una fase transitoria di un ciclo cosmico più vasto. Un mondo dove anche l’oscurità più profonda è destinata a dissolversi, come nebbia al sorgere del sole.
Eppure, nella saggezza millenaria dei rabbini, echeggia un’intuizione inquietante: e se il male fosse parte integrante del tessuto stesso della realtà, un elemento primordiale tanto quanto il bene?
Questa prospettiva ci pone di fronte a un enigma cosmico di proporzioni vertiginose.
Ma cosa succederebbe se, in un futuro remoto o forse imminente, assistessimo al crepuscolo di queste ombre?
Se il male, come ogni altra manifestazione dell’esistenza, fosse soggetto alla legge del cambiamento e della trasformazione?
Contempliamo per un istante questa possibilità: un universo che si purifica gradualmente, dove le forze dell’entropia e della distruzione si attenuano, cedendo il passo a una nuova armonia cosmica.
Non si tratterebbe di una vittoria del bene sul male nel senso tradizionale, ma di una trascendenza di entrambi i concetti verso una realtà più elevata e integrata.
Questo scenario ci riporta alle visioni di Philip K. Dick, dove la realtà stessa è in continua evoluzione, plasmata dalle nostre percezioni e dalle nostre azioni. O alle cosmogonie lovecraftiane, dove forze al di là della nostra comprensione modellano il destino dell’universo.
Ma attenzione: non stiamo parlando di un’utopia ingenua o di un paradiso artificiale. Il crepuscolo delle ombre potrebbe rivelarsi un processo lungo e tortuoso, forse doloroso. Potrebbe richiedere una trasformazione radicale della coscienza umana e cosmica.
In questo viaggio verso la luce, ogni essere senziente diventerebbe un alchimista, impegnato nella Grande Opera di trasmutazione universale. Ogni atto di compassione, ogni gesto di comprensione, ogni sforzo verso la conoscenza contribuirebbe a dissolvere le ombre, non solo nel mondo esterno, ma soprattutto dentro di noi.
Perché, in ultima analisi, non è forse dentro di noi che si combatte la vera battaglia tra luce e ombra? Non sono i nostri cuori e le nostre menti i veri campi di questa guerra cosmica?
E se così fosse, allora il crepuscolo delle ombre diventerebbe un processo intimo e personale, una sfida quotidiana che ognuno di noi deve affrontare. Un invito a guardare nei nostri abissi interiori, a confrontarci con i nostri demoni, non per sconfiggerli, ma per integrarli e trascenderli.
In questo scenario, il male non morirebbe nel senso convenzionale del termine. Piuttosto, si trasformerebbe, evolverebbe, forse si dissolverebbe nel Non-duale.
Autore Raffaele Mazzei
Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.
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