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Il cammino sulle acque: lo Spirito che trascende la materia

Il cammino sulle acque


Nelle profondità dei testi sacri giace un tesoro di Conoscenza occulta, accessibile solo a coloro che hanno abbracciato il Sentiero dell’Iniziazione.

Un tale mistero è racchiuso nell’episodio evangelico in cui Gesù cammina sulle acque del mare di Galilea.

Per l’occhio profano, questo racconto potrebbe sembrare un semplice miracolo fisico, una dimostrazione del potere divino del Nazareno sul regno materiale. Eppure, per gli Iniziati alle dottrine esoteriche, esso rappresenta un’allegoria ricca di significati simbolici e di verità metafisiche trascendenti.

Le acque, nell’antico linguaggio dei misteri, sono un’immagine dello stato fluido e instabile della manifestazione materiale, degli impulsi ciechi e caotici della natura non illuminata.

Camminare sulle acque equivale, dunque, a trascendere la sfera grossolana dell’esistenza fenomenica, il Samsara, e sottomettere e dominare le forze istintive e passionali che trattengono l’essere umano in uno stato di schiavitù spirituale.

Il Verbo Incarnato, il Cristo Cosmico, è l’Archetipo perfetto dell’Essere che ha realizzato questa vittoria iniziatica. La Sua coscienza, radicata nell’Unità divina, rimane imperturbabile di fronte alle tempeste dell’illusione mondana. I Suoi Piedi poggiano saldi sulla superficie fluttuante delle passioni trascese, dell’ego dissolto.

Per l’Iniziato che intraprende il Cammino, questa parabola diviene così una mappa, un codice che illustra le tappe del percorso interiore. Prima di poter “camminare sulle acque”, egli deve affrontare e trascendere le proprie paure, i desideri egocentrici, i condizionamenti e gli attaccamenti terrestri che lo tengono ancorato ai bassi lidi dell’esistenza.

Solo allora, quando lo Spirito avrà conquistato la propria sovranità sulla Materia, gli sarà possibile solcare gli oceani dell’Essere e giungere alle sponde dell’Illuminazione.

La Via, però, è ardua e ricca di ostacoli. Come i discepoli impauriti dalla tempesta sul mare di Galilea, l’aspirante all’Iniziazione sperimenterà spesso il dubbio, la tentazione di abbandonare il Sentiero. Ma la Luce del Cristo interiore sarà sempre lì a guidarlo, a tendergli la mano nei momenti di scoraggiamento.

Poiché, come il Divino Maestro, ogni Essere umano racchiude in sé la scintilla immortale in grado di operare la trasmutazione alchemica della coscienza e dell’intera natura.

In questa prospettiva iniziatica, il “cammino sulle acque” diviene, dunque, il simbolo supremo del compimento spirituale, dell’apoteosi mistica oltre i limiti angusti dello stato umano condizionato.

Attraverso il crogiolo della Gnosi, la personalità limitata deve essere arsa per far emergere la Luce increata che risiede al centro del proprio Essere.

Ecco il segreto disvelato del Sacro Testo. Non già una violazione delle leggi naturali, ma un’Ascesi metafisica, una rigenerazione totale dell’esistenza, che consente all’Iniziato di “camminare sulle acque” turbinose dell’Illusione e dell’Ignoranza.

Una Realizzazione che la Tradizione Perenne dell’Umanità ha sempre custodito e tramandato come la più alta vocazione del “conoscitore”.

Autore Raffaele Mazzei

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