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Il buon cristiano – Parte seconda

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Il buon cristiano


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Come scegliere la propria saggezza, senza aver frequentato le altre?
Pico della Mirandola

Grande rilievo esoterico ha assunto, nel corso del tempo, la letteratura apocalittica, in particolare il Libro della Rivelazione, più noto come il Libro dell’Apocalisse, redatto da un certo Giovanni dell’isola di Patmos, anch’esso non a caso attribuito in maniera pseudo-epigrafica all’apostolo Giovanni.

Nel corso della storia, molti mistici ed esoteristi hanno studiato l’Apocalisse per scoprirne significati nascosti e profetici. Alcuni ritengono l’opera come una mappa simbolica del cammino spirituale dell’umanità, con ogni visione rappresentante fasi di purificazione e illuminazione.

Per questo, Giovanni di Patmos fu visto come un mistico, che ha ricevuto rivelazioni divine, e il suo scritto è spesso interpretato in chiave allegorica, cercandone significati più profondi nel simbolismo descritto.

Ordini come i Rosacroce e certi movimenti gnostici hanno interpretato l’Apocalisse come un testo di iniziazione spirituale. La tradizione legata alla figura del suo autore, sovrapponendola a quella dell’omonimo Giovanni Battista, ha determinato l’evoluzione di un’impostazione teologica chiamata, col senno di poi, ‘giovannea’, che, rispetto alle altre ‘scuole cristiane’, intendeva affrancarsi maggiormente dal ritualismo giudaico di origine mosaica, attingendo a sorgenti culturali ellenistiche ispirate al neoplatonismo ed allo stoicismo.

Lo stesso Paolo di Tarso, non a torto considerato il vero fondatore del Cristianesimo confessionale, nelle sue epistulae ricorre sovente a termini e ad immagini care al patrimonio misterico ellenico, adattandole alle esigenze del nuovo culto.

L’esoterismo cristiano è spesso associato anche a movimenti come il Cristianesimo gnostico e la teosofia cristiana. Il Cristianesimo gnostico è una delle correnti più antiche dell’esoterismo cristiano, risale ai primi secoli dopo Cristo, combina elementi del Cristianesimo con idee filosofiche e religiose del mondo ellenistico e si è sviluppato principalmente, tra il II e il III secolo d.C., ad Alessandria d’Egitto, centro cosmopolita dell’Impero Romano, dove coesistevano diverse scuole teologiche pagane, cristiane ed ebraiche.

Gli gnostici credevano in una conoscenza salvifica, o “gnosi”, che permetteva di trascendere il mondo materiale e connettersi con il divino. Il termine “gnostico” deriva dal greco gnōsis, che significa “conoscenza”.

Non si tratta di una conoscenza qualsiasi, ma di una forma di sapere diretto, intimo e mistico, una rivelazione interiore, che avrebbe permesso all’individuo di trascendere il mondo fisico e raggiungere la divinità.

Per gli gnostici, il mondo materiale era visto come un luogo di prigionia, governato da un demiurgo malvagio, e solo attraverso la gnōsis era possibile liberarsi da questa trappola.

Numerosi testi gnostici, come il Vangelo di Tommaso o il Vangelo di Maria, offrono interpretazioni alternative degli insegnamenti di Gesù, sottolineando un percorso di illuminazione interiore e di risveglio spirituale.

Questi volumi, pur essendo stati esclusi dal canone biblico ufficiale, sono di fondamentale importanza per comprendere la diversità e la ricchezza delle prime correnti cristiane.

Gli gnostici distinguevano tra il Dio supremo, spesso chiamato il Pleroma, la pienezza, e il Demiurgo, un’entità inferiore responsabile della creazione del mondo materiale, corrotto ed imperfetto. La salvezza era raggiunta attraverso la conoscenza segreta, che liberava l’anima dal mondo fisico.

Alcuni dei testi principali includono il Vangelo di Tommaso, il Vangelo di Filippo e il Vangelo di Giuda. Questi scritti offrono visioni alternative della vita e degli insegnamenti del Messia.

Invece, la teosofia cristiana è un movimento che cerca di unire le dottrine mistiche e spirituali del Cristianesimo con le filosofie esoteriche di altre tradizioni religiose, che si è sviluppato principalmente in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.

La teosofia cristiana pone un’enfasi particolare sulla figura di Sofia, la sapienza divina, spesso vista come un principio femminile della divinità. Promuove l’idea che esista una saggezza universale condivisa tra tutte le religioni e che il Cristianesimo contenga verità esoteriche accessibili attraverso l’introspezione e la meditazione e che ogni individuo può sviluppare una connessione diretta con il divino attraverso pratiche spirituali e l’auto-purificazione.

Non acquisisco la mia conoscenza dalle lettere e dai libri, ma la posseggo entro me stesso, poiché il cielo e la terra con tutti i loro abitanti, e inoltre Dio stesso, sono nell’uomo.
Jakob Bohme 

Questi movimenti esoterici all’interno del Cristianesimo mostrano come le tradizioni spirituali possano evolversi ed interconnettersi, offrendo diverse vie per esplorare il divino.

Sarebbe probabilmente impossibile assegnare una data precisa al cambiamento che fece del Cristianesimo una religione nel senso proprio della parola e una forma tradizionale diretta indistintamente a tutti.

In ogni caso, è certo che esso fosse già compiuto all’epoca di Costantino e del Concilio di Nicea, di modo che quest’ultimo dovette solo “sanzionarlo”, se così si può dire, inaugurando l’epoca delle formulazioni “dogmatiche” destinate a costituire una presentazione puramente exoterica della dottrina.

Naturalmente, ciò avvenire senza qualche inevitabile inconveniente, poiché racchiudere in tal modo la dottrina in formule nettamente definite e delimitate rendeva molto più difficile penetrarne il significato profondo, anche a coloro che ne erano realmente capaci.

Inoltre, le verità di ordine più propriamente esoterico, le quali erano per loro stessa natura fuori della portata della maggioranza, non potevano più essere presentate se non come “misteri” nel senso che la parola ha assunto comunemente; agli occhi della gente comune esse non dovevano tardare ad apparire come qualcosa che era impossibile comprendere o, addirittura, che era vietato cercare di approfondire.

Inconvenienti che, tuttavia, non erano tali da potersi opporre alla costituzione del Cristianesimo in forma tradizionale exoterica o ad impedirne la legittimità, dato l’immenso vantaggio che, da un altro punto di vista, doveva risultarne per il mondo occidentale.

D’altra parte, se il Cristianesimo in quanto tale cessava con ciò di essere iniziatico, permaneva ancora la possibilità che sussistesse, al suo interno, un’iniziazione specificamente cristiana per l’élite che non poteva limitarsi al solo punto di vista dell’exoterismo e rinchiudersi nelle limitazioni inerenti a quest’ultimo. Esamineremo più avanti l’argomento.

Occorre tener conto, d’altra parte, che tale mutamento nel carattere essenziale e nella natura stessa del Cristianesimo, spiega perfettamente perché, come dicevamo all’inizio, tutto ciò che l’aveva preceduto sia stato volontariamente avvolto dall’oscurità, e come, anzi, in tale situazione, le cose non potessero andare in modo diverso.

È in effetti evidente che la natura del Cristianesimo originario, in quanto essenzialmente esoterica e iniziatica, dovesse rimanere totalmente ignorata da coloro che erano ora ammessi nel Cristianesimo, diventato exoterico.

Di conseguenza, tutto ciò che poteva far conoscere o anche soltanto sospettare quel che il Cristianesimo era stato ai suoi inizi, doveva essere ricoperto da un velo impenetrabile.

Non tocca a noi ricercare con quali mezzi ciò fu ottenuto; questo sarebbe piuttosto il compito degli storici, se pure venisse loro in capo di porsi la questione, che, del resto, resterebbe insolubile, non potendo, in un caso del genere, far riferimento a “documenti”  esistenti; in questa sede ci interessa soltanto constatare la cosa e capirne le vere ragioni. O la vera ragione di tutto. La sua origine.

In simili condizioni, e contrariamente a quel che potrebbero pensare gli appassionati di spiegazioni razionali, le quali sono però sempre superficiali e “semplicistiche”, non si può assolutamente attribuire questo “oscuramento” delle origini ad un’ignoranza troppo evidentemente impossibile in coloro che, anzi, dovevano essere tanto più coscienti della trasformazione del Cristianesimo poiché vi avevano preso parte, in modo più o meno diretto.

Allo stesso modo, secondo un pregiudizio abbastanza diffuso nei moderni, che attribuiscono troppo volentieri agli altri la loro propria mentalità, non si può pretendere che si trattò di una manovra “politica” ed interessata.

Al contrario, la verità è che tale “occultamento” fu rigorosamente richiesto dalla natura stessa delle cose, affinché, appunto, in conformità con l’ortodossia tradizionale, per il giovamento del buon cristiano, fosse mantenuta la distinzione profonda tra le due sfere, l’exoterica e l’esoterica.

Il centro del mondo è esattamente dove tu sei.
Talmud 

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.