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Il bambino e il filosofo

Il bambino e il filosofo


I primi passi verso la conoscenza filosofica

Lasciate che i bambini vengano a me!

ebbe a dire Gesù e certamente non era il tipo che dicesse qualcosa tanto per dirla.

I bambini non sono ancora contaminati dai pregiudizi, non conoscono il razzismo, per esempio, e hanno, come tutti i filosofi, una curiosità insaziabile.

Inoltre, rimangono affascinati da ogni nuova scoperta, tanto che Gaarder, nel suo libro ‘Il Mondo di Sofia’ così si esprime:

Per i fanciulli, il mondo, con tutto quel che offre, è qualcosa di nuovo, di stupefacente.

Non è così per tutti gli adulti, la maggior parte dei quali percepisce il Mondo come un fatto ordinario. I filosofi rappresentano una nobile eccezione. Un filosofo non è mai riuscito ad abituarsi del tutto al Mondo che, per lui, continua ad essere assurdo, sì, enigmatico e misterioso.

I filosofi e i bambini hanno in comune questa importante capacità. Potremmo ben dire che il filosofo conserva la pelle delicata di un bambino per tutta la vita.

Per le menti ancora incontaminate dei bambini è più facile apprendere l’arte filosofica, è più semplice stimolare in loro nuove visioni, poiché non hanno ancora preconcetti, non sono attaccati alle idee precostituite degli adulti e possono più velocemente osservare il Mondo da molteplici prospettive.

Il tempo, però, scorre molto velocemente e ritardare l’educazione filosofica può mettere i bambini nelle stesse problematiche degli adulti, derivanti dall’incapacità di osservare la Vita e gli avvenimenti da diverse angolazioni.

Non c’è niente di peggio che un giovane depresso.

Un adulto che vede solo nero, difficilmente lo potremo convincere del contrario, mentre il bambino, nonostante debba imparare celermente che l’esistenza è piena di insidie e di pericoli, ha tutte le opportunità per riconoscere che non esiste solo il dramma della vecchiaia, della malattia e del decadimento, bensì anche la gioia di respirare a pieni polmoni quel che vive giorno, dopo giorno.

Da piccoli, sono gli altri a prendere le decisioni ma, da grandi, dovranno decidere da soli, con la loro testa e, se non impareranno a gestirla fin dalla più giovane età, finiranno per delegare qualcun altro al posto loro.

Si lasceranno condizionare e manipolare, poiché non in grado di valutare persone, cose e avvenimenti in piena autonomia.

La filosofia, per i bambini, può diventare un formidabile strumento per potenziare le loro capacità; potrà aiutarli ad affrontare le fragilità e gli errori, prendendo coscienza che, ogni fallimento, può essere trasformato in un’esperienza che rafforza e rinvigorisce anziché avere come unico risultato la depressione e lo scoraggiamento.

Il tempo fugge implacabilmente e, proprio per tale ragione, i fanciulli devono apprendere il più presto possibile a pensare, riflettere, ponderare e decidere con la propria testa.

Una delle lezioni primarie che tutti dovrebbero apprendere, fin da piccoli, è la capacità di riconoscere la differenza tra fatti e supposizioni personali.

È facile perdere la distinzione fra opinione e conoscenza. Quando ciò accade tocca a coloro che conoscono la differenza chiarirlo entro i limiti delle loro capacità.
El-Ghazali filosofo Sufi del dodicesimo secolo

Ci sono conoscenze che derivano dai fatti, poi ci sono le opinioni soggettive e, infine, i giudizi, che verificano le ragioni e decidono la scelta migliore possibile.

Se mi chiedono:

Oggi fa caldo?

devo prima di tutto sapere che il termine “caldo” è un concetto meramente soggettivo.

In termini oggettivi posso solo rifarmi alla temperatura – quanti gradi ci sono oggi? – perché la percezione del caldo è del tutto personale e può variare da persona a persona.

Posso certamente esporre la mia opinione in proposito:

Io ho molto caldo!

Ma potrei anche fare un paragone con la temperatura di altri Paesi, oppure ancora con quella dello scorso anno e parlare di caldo in termini relativi.

È importante saper distinguere tra fatti, opinioni e giudizi valutativi.

I fatti sono indiscutibili ed hanno a che fare con la conoscenza oggettiva, mentre le opinioni sono discutibili e soggettive.

Qualunque cosa venga detta, un’opinione ripetuta per migliaia di volte non si trasforma in una verità accertata senza la prova dei fatti.

Qualcuno potrà obiettare che si può dubitare di tutto, e questo è senz’altro vero, ma si può mettere in dubbio un fatto oggettivo dimostrato, solo partendo da prove che dimostrino il contrario, non dalle opinioni poiché, diversamente, ci appelleremo solo a fumose ipotesi e considerazioni.

Questi concetti andrebbero spiegati in tutte le scuole anche i più piccoli.

È molto grave che ci siano infatti molti adulti che, pur essendo diplomati o laureati, non sappiano dialogare e trattare gli argomenti con lo stesso criterio.

Se ci sono molti adulti che ancora si lasciano fuorviare dalle bufale e dalle false verità è solo perché fin da piccoli non sono stati educati alla filosofia, alla logica e al pensiero critico.

E qui mi rivolgo alle mamme, ai genitori e a tutti gli educatori; non permettete ai vostri bambini di crescere con l’incapacità di valutare se ciò che incontreranno sarà vero o falso, a rischio della loro salute fisica e mentale.

Per quale motivo dici di sapere una cosa?

Perché te l’hanno raccontata tante volte così, sempre uguale?

O forse perché l’hai sentita alla televisione?

L’hai letta su Internet?

Magari perché l’ha detta una persona che ti è simpatica?

Oppure qualcuno che è bravo a parlare e a convincere le persone?

L’ha detta un politico o uno scienziato di cui hai molta stima?

Se queste sono le ragioni per cui dici di sapere qualcosa sappi che, ancora, non puoi essere certo di nulla.

Conoscere significa essere in grado di sostenere una tesi con argomenti che non si lasciano turbare da ragionamenti di pancia i quali, al momento possono apparire veri ma, in seguito, vengono abbattuti dalle argute obiezioni.

Conoscere non vuol dire nemmeno lasciarsi affascinare dalla retorica di chi usa espressioni affettive.

La mamma dice:

Fuori piove tesoro mio!

E sicuramente ne è convinta; magari però lo dice mentre sta lavorando al computer da un’ora e, da quel momento, non ha più guardato fuori dalla finestra. Non ha nessuna intenzione di ingannarti, essendo tua madre, ma potrebbe sbagliarsi anche se ti vuole bene perciò, per sapere se ha detto una cosa vera, avendo notato che la mamma è molto indaffarata, darai tu un’occhiata fuori dalla finestra per verificare se quel che ha detto sia ancora vero oppure no.

La filosofia nasce distinguendosi subito da chi affronta argomenti credendo di conoscerli o, peggio ancora, da chi li usa per ingannarci, magari sollecitando i nostri sentimenti e le emozioni di pancia.

Sono certo che tutti i genitori desiderano tenere lontani i propri figli dal potere occulto delle persuasioni e, per fare ciò, occorre abituarli, fin da piccoli, a portare argomenti a giustificazione delle loro tesi ma, sopra ogni cosa, a saper cogliere le contraddizioni di coloro che vorranno convincerli per un proprio vantaggio.

Ci sono argomenti che sembrano lisci e scorrevoli solo perché sanno mascherare i paradossi e le contraddizioni ed è bene che i bambini imparino, giocando, a smascherarli, di modo che, da grandi, sappiano bene come difendersi.

Se ci sono tanti truffatori che usano abilmente la parola e che ingannano perfino gli adulti è perché questi ultimi non hanno ricevuto un’attenta educazione al linguaggio.

Occorre perciò iniziare dalla più tenera età utilizzando i modi più consoni al bambino, cioè la creatività, la fantasia e l’immaginazione.

È un aspetto educativo da non trascurare, tanto quanto quello etico e civico, giacché come ebbe a dire Pitagora:

Educate i bambini e non sarà più necessario punire gli uomini!

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.

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