Apprendista
Il cammino cominciò, sin dal primo ingresso nel tempio, con la deambulazione che squadrava l’ingresso dentro le viscere del Mondo. Poi la prima geometrizzazione del corpo, il primo segreto, mi svelò la potenza di un segno d’ordine: la mano a squadra sotto la gola. Per indicarmi la conoscenza e il dominio di quel centro sottile.
La parola doveva “prepararsi a sgorgare” da un cuore purificato e da una mente svuotata da nodi e proiezioni emotive. Infine, nel tempo propizio, ho parlato. Ho ri-scritto il primo frammento della parola perduta. Qualcuno mi ha ascoltato. Il pollice del Maestro mi ha toccato tre volte l’indice. La lettera sacra “Hè” è risuonata, come un colpo di martello sulla prima pietra. Boaz ha illuminato la via. Un impensabile passaggio si è aperto. Erano passati tre lunghi anni.
Compagno
Il numero cinque è il numero che più ricordo. Cinque dita, cinque passi. Cinque fiamme di stella. Tre più due. Dispari e pari che s’intrecciano nell’equilibrio incidente di un piano.
Ero uomo. Ero uomo? Ho risposto a delle domande, ho ricevuto nuove risposte. Insieme ai rudimenti della scienza sensibile. Ho capito che l’armonia è il timbro segreto della Creazione. E che tanta geometrica armonia doveva essere animata e unificata dalla fiamma della sapienza. Così sono rientrato nel mio cuore.
Il mio Animus cercava l’Anima. Ho visto Iside allattare Horus. E con Horus tutta la terra. Anch’io, androgino, ho afferrato il mio seno sinistro con la mano ad artiglio per effondere doni al Creato. Poi ho camminato. Il passo era un ritmo regolare e asimmetrico. Come di danza. Come di serpente. Solo così sarei potuto entrare nel mondo intermedio. L’energia continuava a ruotare intorno al chakra del cuore. Assunsi una posizione a swastika. Tutto sbocciò e si svelò. Credetti di intuire l’intelligenza del Grande Architetto dell’Universo. Forse vidi la Stella Fiammeggiante.
Maestro
Il maestro è lo Spirito. Hiram è morto, come il mio cuore. Quanta tristezza. E come mi sento smarrito. Confuso. Quest’orgoglio ha spezzato la mia vita. Credevo di poter cambiare il cuore ai malvagi. Agli invidiosi. Era solo un delirio di superbia e d’onnipotenza.
Quelli che ritenevo amici, Fratelli, e assurdamente pretendevo di redimere, mi hanno tradito. Ma era una congiura annunciata. Mi colpirono a morte. Mi macellarono come un capretto colpendomi il cuore, la gola, la testa. I miei centri sottili si chiusero. Le mie membra si sfogliarono a pezzi e caddero nel cosmo non più trattenute dalla forza di gravità. Caddi morto in un sonno sepolcrale. Nel buio umido e infinito sentivo odore di terra. Poi dopo un istante lunghissimo una radice d’acacia spinosa mi attraversò il ventre.
Fu l’amore dei Fratelli, i loro toccamenti a farmi risorgere. A risvegliare in me l’intelletto. Questa volta profondamente intriso d’Amore. Il mio vero sé richiamò, uno ad uno, i pezzi sparpagliati. Ero tornato tutt’uno con me stesso. La mia storia personale era una cicatrice incancellabile, ma mi sentii più libero, più felice. Più consapevole. Disteso tra squadra e compasso ero un ponte tra cielo e terra. Ora il mio compito era semplicemente lasciar fluire liberamente dentro di me l’energia della Luce, ed espanderla in tutto il Creato.
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.