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I sei referendum per la ‘Giustizia Giusta’

Giustizia Giusta


Chiunque può aderire alla campagna, partito, organizzazione o persona fisica

Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito nel panorama nazionale è l’unico partito politico che non ha mai agito per la tutela di interessi di parte e mai è sceso a compromessi di sorta sulla tutela dei diritti umani; mai ha accettato di rimanere in silenzio ed inerte davanti agli sfregi dei principi costituzionali.

Ed è sufficiente leggere lo Statuto per apprezzare vieppiù l’alto senso etico e la nobiltà dei valori e dei principi ivi sacralizzati e che racchiudono decenni di storiche battaglie per l’affermazione e la supremazia dei diritti civili.

Oggi il PRNTT è impegnato, con altre forze politiche, a raccogliere le firme necessarie alla presentazione dei referendum, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, per la riforma della giustizia; il tutto nella più sana tradizione radicale che vede i singoli militanti impegnati a tutelare e diffondere i diritti fondamentali della persona e la ‘giustizia giusta’ è uno dei capisaldi di una società democratica e davvero libera dal giogo partitocratico che, da sempre, costituisce il vulnus che va contrastato.

I quesiti referendari sono:

1. Riforma del CSM
Si propone l’abrogazione dell’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto nel CSM, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura, che impone, di fatto, a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritti. Si ripristinerebbe la legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura; ciò consentirebbe di avere votazioni che mettono al centro il magistrato e le sue qualità personali e professionali e non più gli interessi delle correnti o, peggio, il loro orientamento politico.

2. Responsabilità diretta dei magistrati
Si propone l’introduzione della possibilità di chiamare direttamente in causa il magistrato, il cui comportamento illecito ha procurato un danno; ciò farebbe considerare i magistrati alla pari di tutti i funzionari pubblici. La finalità è quella di responsabilizzare taluni magistrati, preservarne l’onorabilità di corpo, scongiurando esclusivamente gli abusi, le azioni dolose ovvero le gravi negligenze.

3. Equa valutazione dei magistrati
Si propone il riconoscimento anche ai membri “laici” – avvocati e professori universitari in materie giuridiche – dei Consigli giudiziari – organismi territoriali che deliberano sulla valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati – di partecipare attivamente a detta valutazione.

4. Separazione delle carriere dei magistrati
Si propone che il magistrato scelga all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

5. Limiti agli abusi della custodia cautelare
Si propone di lasciare in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi, abolendo la possibilità di procedere alla privazione della libertà personale in ragione di una possibile “reiterazione del medesimo reato”, motivazione utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare, molto spesso senza che questo rischio esista veramente.

6. Abolizione del Decreto Severino
Si propone l’abrogazione del Decreto Severino, cancellando così l’automatismo che prevede l’incandidabilità, ineleggibilità e decadenza per parlamentari, rappresentanti di Governo, Consiglieri regionali, Sindaci ed Amministratori locali in caso di condanna, restituendo ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Questa è la proposta referendaria del Partito Radicale le cui battaglie proseguono nel solco da sempre tracciato da Marco Pannella, di cui Leonardo Sciascia diceva:

È il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge e della giustizia.

Ora il testimone è nelle mani di Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, che sostiene, con la giusta e ferma determinazione:

Questa è l’occasione storica per far legiferare i cittadini visto che c’è un blocco parlamentare che dalla metà degli anni 70 impedisce ogni riforma, che nel 1986 ha tradito il voto degli italiani sulla responsabilità civile dei magistrati.

Autore Umberto Limongelli

Umberto Limongelli, avvocato cassazionista, esperto in diritto bancario e societario. Già componente della Commissione Diritti Umani del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli; socio e probiviro della Camera degli Avvocati Civili di Napoli; Consigliere Generale e componente della Commissione Giustizia del Partito Radicale; Consigliere di Amministrazione della Centro di Produzione SpA - Radio Radicale

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