Quando occorrono parole che devono toccare anche il cuore
Ne ho letti molti di libri con ammirevoli spiegazioni inerenti alle tematiche psicologiche, ma alcuni di essi mi hanno lasciato con una sensazione di scheletricità espositiva, priva di anima.
Pagine di prigionia schematica.
Per quanto sia appassionato di saggistica, non nego che in alcuni romanzi sia possibile trovare descrizioni di stati psicologici che rendano maggiormente l’idea di quanto accade nella psiche umana.
Prendiamo per esempio il romanzo incompiuto di Carmelo Samonà ‘Casa Landau’ il quale descrive il decadimento mentale con parole che toccano il cuore:
“Immagini un angelo caduto” le disse lentamente “non per superbia, ma per un errore del caso. Conserverà la bellezza delle sue origini, la parola alata, i movimenti fatui; i suoi occhi nasconderanno un mistero, il suo corpo sarà fragile come un cristallo.
Ma è un angelo caduto; dunque, una creatura anomala, dolorosa e goffamente sublime.
È umana? Certamente è composita, e dunque è anche umana, ma fra i propri simboli rimarrà sola e sperduta e sarà punita e reietta”.
Che altro aggiungere?
Studiare i testi filosofici, psicologici e sociologici aiuta moltissimo a comprendere il mondo, questo è assodato, ma credo anche che possiamo capire le persone che soffrono attraverso quello che scrivono, le poesie, le pagine dei diari quotidiani, dove annotano le loro buie atmosfere, torturate dalla paura di non riuscire più a vedere il sole.
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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