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I graditi doveri di un Massone

Massone


Prontuario di reciprocità per sedicenti fratelli

Una delle cose che spesso sfuggono della Massoneria, è che si tratti di un Ordine Iniziatico.

Sul concetto di Iniziazione, ci siamo ampiamente soffermati in un precedente articolo.

Scritto a cui rimandiamo chi voglia approfondire.

In questa sede ci limitiamo semplicemente a riprenderne una citazione.

Perché questo caos possa cominciare a prendere forma e ad organizzarsi, è necessario che gli sia comunicata una vibrazione iniziale dalle potenze spirituali che la Genesi ebraica designa come gli Elohim; questa vibrazione è il Fiat Lux che illumina il caos, e che è il punto di partenza necessario per tutti gli sviluppi ulteriori; dal punto di vista iniziatico, questa illuminazione è precisamente costituita dalla trasmissione dell’influenza spirituale di cui abbiamo parlato.

Così, in virtù di questa influenza, le possibilità spirituali dell’essere non sono più la semplice potenzialità che erano prima; esse sono diventate una virtualità pronta a svilupparsi in atto nei diversi stadi della realizzazione iniziatica.
René Guénon – Considerazioni sulla Via Iniziatica

Essere Massoni significa essere iniziati.

Significa che al caos del nostro Spirito viene trasmessa una vibrazione, una mutazione.

Un Fiat Lux che ci apre alla virtualità della realizzazione iniziatica.

La Massoneria non è un’associazione culturale.

Se quello che vogliamo fare è parlare di arte, letteratura, cultura in senso ampio, ci sono migliaia di meravigliosi circoli che lo fanno.

Che non prevedono l’Iniziazione.

Se siamo portati ad aiutare il prossimo, se quello che vogliamo fare è sostenere le persone più deboli, indigenti, come diversamente abili, come gli ammalati, possiamo andare a fare volontariato alla Croce Rossa, alla Caritas, possiamo militare in una delle moltissime associazioni piccole o grandi che fanno filantropismo.

Nemmeno per questo si viene iniziati.

Se si vuole portare aiuto alle vittime di catastrofi naturali, che siano terremoti, alluvioni o frane, ci si può affiliare alla Protezione Civile.

Anche in questo caso non serve essere iniziati.

Se quello che vogliamo è avere una rete per sostenere i nostri affari o raggiungere obiettivi lavorativi e sociali ci sono tantissimi gruppi che lo fanno; in primis i partiti.

E, per tutto questo, non solo non c’è bisogno di essere iniziati, ma lo si dovrebbe rigorosamente evitare.

Il Potere che un Massone dovrebbe cercare non è quello misurato in scalate sociali o dagli zeri del conto in banca.

Quando Guénon parlava di realizzazione si riferiva ad altro.

Anzi, tornando ai partiti, ci sarebbe da chiedersi quale sia il motivo di tanta avversione nei confronti della Massoneria.

Perché alcuni, da statuto, non li ammettono, in spregio a quella che è la libertà di associazione sancita dall’Art. 18 della Costituzione?

Ma se io a casa mia sono libero di non fare entrare chi mi sta antipatico, è assolutamente inconcepibile che lo stesso accada nelle istituzioni pubbliche, che alla Costituzione dovrebbero rigidamente e scrupolosamente attenersi.

Abbiamo una nostra risposta a queste domande, ma sarà argomento di un altro scritto.

Infine, se si ha tempo libero da impegnare e non si è portati per il sociale, ci sono un sacco di alternative possibili.

Ascoltare musica, leggere, guardare la televisione, giocare a carte fuori ad un bar, imparare gli scacchi, comprare una consolle per videogames.

Andare sui social a fare il creatore di contenuti digitali, che oggi, a meno che si produca veramente qualcosa di valido, ed è raro, è semplicemente un modo dolce per dire amenità, provando a non rientrare subito nella folta schiera degli imbecilli di cui parlava Eco.

Essere Iniziati è un’altra cosa, e non tutti sono adatti.

Anzi, per molti la realizzazione resta solo virtuale, non si compie mai davvero.

Ma se per quelli che sono definiti profani, la confusione può essere compresa, si fa più fatica a capire che cosa ci facciano in ordini iniziatici coloro ai quali questa semplice distinzione non è evidente.

Eppure, almeno in Massoneria, le cose vengono immediatamente messe in chiaro:

Siccome nessuno vuole imporvi obblighi che non conoscete, la saggezza di questa Assemblea ha deliberato di dirvi quali saranno i vostri doveri, se sarete ammesso fra noi. Il primo è quello di percorrere incessantemente la Via iniziatica tradizionale per il vostro perfezionamento interiore.
Rituale di iniziazione

Il primo obbligo di un Massone è quello di percorrere incessantemente la Via iniziatica tradizionale.

Lampante.

Per il resto ci sono le bocciofile.

E, subito dopo, arriva il primo suggerimento di quello che deve essere il comportamento di un Massone.

Il secondo è di praticare la Virtù, di soccorrere i vostri Fratelli, di alleviare le loro disgrazie e di assisterli, con i vostri consigli e col vostro affetto. Queste virtù, che nel mondo profano sono considerate qualità rare, sono per noi soltanto il compimento di un dovere gradito.
Ibidem

Il Massone, innanzitutto, pratica la Virtù, il cui senso era stato chiarito poco prima dal Venerabile.

La Virtù, che secondo l’etimologia significa Forza, è la capacità di adempiere, in ogni occasione, ai doveri del proprio stato, nei confronti della Società e della Famiglia. Essa si esercita con disinteresse e non si arresta né davanti ai sacrifici né davanti alla morte.
Ibidem

Ed un dovere del Massone è quello di assistere i propri Fratelli.

Un Gradito Dovere.

Alleviare le loro disgrazie.

Assisterli, con consigli e affetto.

Se si vivono come un peso le richieste di soccorso dei Fratelli non si è Massoni.

È una regola evidente quanto elementare.

Anzi.

Anche nella profanità quello che si fa alla propria famiglia, ai propri fratelli, ai propri amici, non è vissuto come un peso.

Se il conforto offerto ad un amico è un peso si è pessime persone.

Anche da profani.

Se partiamo dal presupposto che i Massoni sono Fratelli che si sono scelti, come comportamento diventa ancora più grave.

Un Massone deve vivere tutto questo come un Gradito Dovere.

Un Massone che ha avuto la fortuna, anche se esclusivamente per propri meriti, non per il cognome, per le porte aperte di famiglia o per altri meccanismi, di occupare un ruolo sociale rilevante ha solamente più responsabilità nei confronti dei Fratelli che si rivolgono a lui, sempre nel limite di quanto legale e di quanto decente.

Sempre nel limite di richieste cortesi e motivate. Ovviamente non vanno assecondati capricci o pretese pretestuose.

Lo si fa con affetto e nel massimo riserbo.

Il Massone fa beneficenza nel totale anonimato, non ha bisogno di ostentare la sua Carità.

Nemmeno c’è bisogno che chi ne beneficia sia al corrente della provenienza.

Lo fa per migliorare se stesso e per il bene e il progresso dell’umanità.

Spesso anche l’aiuto al Fratello viene fatto in modo anonimo.

Perché non possa sentirsi in debito.

Perché non sia influenzabile.

Per garantire la sua integrità.

Cosa accadrebbe se questi si dovesse trovare a dover votare per una qualsiasi carica quando c’è tra i candidati qualcuno che ti ha aiutato nel momento del bisogno?

Non potresti essere tentato di votarlo anche se non lo ritieni la scelta migliore?

Soccorrere un fratello non è certamente da considerare un titolo di merito, in questo senso.

Il Massone che aiuta i propri fratelli non compie nessun atto meritevole.

Anzi, possiamo considerare gravemente colpevole aiutare un Fratello perché ci si attende qualcosa in cambio.

Diventerebbe solo un mero calcolo utilitaristico, degno della peggiore profanità.

In alcuni frangenti, invece, non è possibile che l’aiuto resti anonimo.

Sono i casi, ad esempio, in cui ci si rivolge ad un Fratello perché sappiamo che è quello in possesso delle competenze per aiutarci.

Fosse solo per formattare il computer, o per compilare un modulo.

Non importa.

Si dice sempre che in Massoneria non si ringrazia.

Spesso, anzi, capita che sia chi soccorre a ringraziare.

Esagerato?

Forse.

Ma quando ci si rivolge ad un Fratello gli si riconoscono, innanzitutto, delle qualità umane.

Per un vero Iniziato è più difficile chiedere che dare.

Dare permette di adempiere al proprio gradito dovere di Massone.

Dare disinteressatamente permette di elevarsi.

Per chi ci crede, aiutare senza aspettarsi nulla in cambio genera un credito Karmico.

Si sceglie qualcuno a cui chiedere perché gli si riconosce quella maturità esoterica tale da far pesare meno l’atto di richiedere.

Perché, magari, ci si aspetta un sorriso rassicurante e un abbraccio consolatorio, anche virtuale, ad accompagnare il soccorso.

Così come deve essere.

Se il presunto fratello accoglie come una seccatura la richiesta di aiuto, allora meglio desistere.

Non è un iniziato.

L’errore è stato ammetterlo.

Se, invece, al primo contrasto, magari pretestuoso, viene rinfacciato l’aiuto dato?

In quel caso siamo di fronte a qualcuno che sta rinnegando in modo profondo ogni principio massonico.

Ammettere queste persone è stato un grave errore.

Sono in Massoneria solo per interesse, probabilmente.

Sicuramente non hanno ripulito il loro essere dalle scorie delle miserie umane.

Considerando che certi atteggiamenti sono considerati deplorevoli anche nella profanità.

A Napoli esiste un detto.

‘E zingare t’annotano pure ‘e tozzole.
Detto napoletano

Dove il riferimento agli zingari non ha nessun connotato razziale, nessun riferimento all’etnia ROM.

Si tratta piuttosto di un connotato morale.

Ci si riferisce a persone di scarso valore umano, pronte ad annotare ogni tozzo di pane concesso, come possibile credito o argomento di discredito.

In un momento in cui anche la Massoneria sta attraversando una crisi di valori, una prima discriminante per decidere chi è degno iniziato potrebbe essere proprio questa.

Capire come quel Massone compie il gradito dovere di soccorrere i propri fratelli.

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.

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